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Cultura

“L’ETÀ DELL’INNOCENZA”

ROSALBA FERRERO - 14/12/2018

 

Un’atmosfera raffinata avvolge i visitatori della mostra: una trentina di tele, altrettanti visini che scrutano il visitatore.

In un non-spazio e in un non-tempo moderne Pippi calze-lunghe dalle trecce fulve, bionde Alici in wonder-land, Anne-dai-capelli-rossi affascinano signore giovani e meno giovani che ripetono come un mantra ‘che carina, sembra mia nipote, sembra mia figlia da piccolina’…Le ‘graziose bambine’ responsabili di sollecitare l’istinto materno sono immortalate sulle opere dipinte da Claudia Giraudo esposte nella mostra ‘L’età dell’innocenza’ in essere alla Galleria Punto sullArte’ di Varese.

Rese con tecnica raffinata e capacità di utilizzare giochi cromatici di effetto, le ‘bambine’ si materializzano sulla tela con glauchi occhi trasparenti, guance rosee, visetti sognanti e paffuti, sguardi birichini e intensi, che s’impongono con tenerezza, come solo ‘l’innocenza dei bambini’ può fare in noi.

La pittura della Giraudo, semplice e immediata solo ad un approccio superficiale, è il risultato di una riflessione culturale profonda, in cui l’elemento razionale si unisce con quelli esoterici; le opere si possono leggere con una chiave di lettura che va aldilà dei trasognati fanciullini: è una chiave filosofica-artistica legata in parte al titolo della mostra, ‘l’età dell’innocenza’ e in parte alla presenza di animali-totem posti accanto alle protagoniste. La dimensione fiabesca gioca infatti con elementi onirici, coi daimon, con gli animali-totem che accompagnano le ‘innocenti’ figurine protagoniste delle tele, rese con assoluta staticità.

Conclusi gli studi alla prestigiosa Accademia Albertina di Torino, la pittrice ha poi intrapreso un suo percorso personale di ricerca nell’ambito della pittura figurativa approfondendo lo studio delle opere dei maestri Rinascimentali. Riserva grande attenzione per Rembrandt e Guercino e per la pittura inglese, in special modo per i Preraffaelliti dai quali deriva una impostazione atemporale e onirica dei suoi soggetti e coglie le suggestioni per Joshua Reynolds del quale un celebre quadro che divenne subito modello, tanto da essere replicato in più di trecento copie, e che è ora esposto alla Tate Gallery di Londra, è intitolato appunto ‘L’età dell’innocenza’, e da il titolo alla mostra. Reynolds è il capostipite della ‘Fancy picture’, un genere molto in voga nella seconda metà del Settecento adottato da numerosi illustri artisti dell’epoca che oggi la Giraudo riprende, in modo personale e moderno. Dall’arte del XX secolo la pittrice deriva suggerimenti dal surrealismo novecentesco e dal pop, gli sfondi vuoti, piatti che pongono in primo piano l’immagine e convogliando su di essa l’attenzione dello spettatore.

La tecnica si avvale dell’uso stratificato del colore ad olio, tecnica che risale alla tradizione del ‘400; l’intensità dei personaggi e la profondità spaziale sono il risultato delle velature sul colore che si avvale di toni chiari, vivaci, accesi.

La Giraudo svela alcuni elementi fondamentali della sua cifra artistica: ‘…Amo immergermi tra i quadri degli Uffizi e respirarne il profumo ’ e ‘ amo tanto gli animali che da piccola, alla fatidica domanda ‘cosa vuoi fare da grande?’ rispondevo: la veterinaria o la pittrice’. E della sua ispirazione: ‘I bambini che raffiguro sono simili l’uno all’altro. – aggiunge – Potrebbero essere tutti fratelli e sorelle! sembrano venire tutti dallo stesso pianeta. Per me sono compagni di vita e messaggeri. Quando li lascio andare, vanno ad accompagnare le vite delle persone che avranno intorno’.

I bambini dipinti vivono in una dimensione ‘fancy’ : spazio e tempo sono optional perché la Giraudo ricerca la bellezza assoluta, che travalica le coordinate spazio temporali, e persegue approfondimenti esoterici del significato dell’Essere; dotati di una forte potenza comunicativa non sono mai soli: li accompagnano piccoli animali: spiritelli-guida, totem, daimon nel linguaggio platonico, simboli, amuleti, compagni rassicuranti di ogni essere umano nel suo peregrinare sulla terra, con la funzione di proteggerlo, di guidarlo, di ricordargli qual è la sua essenza al di là dell’effimero quotidiano ma soprattutto di impedirgli di sentirsi ‘soli’. Ogni anima, è affiancata da un daimon, da uno spiritello che si materializza per la Giraudo in sembianze di iguane, pesciolini rossi, anatre…o di animali-copricapo scenografici. Suggestioni oniriche si mescolano a elementi circensi: solo i fanciullini che vivono ancora nell’età dell’innocenza- o chi ascolta ancora la voce del fanciullino pascoliano- stabiliscono connessioni tra il mondo dello spirito e quello della materia, sono portavoce di una relazione tra realtà e sogno, realtà e fantasia; gli animali sono rivelano le qualità nascoste dell’anima di cui sono compagni.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue realizzato da PUNTO SULL’ARTE in cui un saggio critico di Angelo Lorenzo Crespi si affianca alla riproduzione delle opere esposte.

Claudia Giraudo
L’età dell’innocenza
Galleria PUNTO SULL’ARTE
viale Sant’Antonio, 59/61
21100 Varese
0332 320990
Orari di apertura:
martedì – sabato h 10-13 e h 15-19.
Domenica h 15-19.
La Galleria rimarrà chiusa dal 24 al 26 Dicembre 2018.
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