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Noterelle

ARMI

EMILIO CORBETTA - 21/12/2018

Negozio di armi in USA

Negozio di armi in USA

Il fascino dell’arma … oggetto con dentro un potenziale di energia che ti sembra immenso, che sa trasformare un piccolo cono di piombo e di bronzo in un micidiale oggetto di morte, facendoti credere d’essere invincibile, capace di dominare tutti, di vendicare i tuoi dolori, di far trionfare i tuoi ideali, il tuo credo, di annientare i nemici. I nemici sono tutti, tutti più ricchi, i più senza credo, che ti sfruttano, che schiacciano te, i tuoi famigliari, il tuo popolo, calpestano le tue terre con la loro arroganza. Ma tu hai l’arma. Ora sei tu l’invincibile, colui che domina, quello superiore. Questo freddo acciaio, così liscio, così ben modellato, costruito da questi stupidi che l’hanno fatto arrivare nelle mie mani vittoriose, vendicative, che possono giustiziare. Se lavorano così bene, se modellano così bene le cose, sono stupidi? Sono bravi, ma sono stupidi perché io posso usarla contro di loro, anche contro quelli che han fatto in modo che giungesse nelle mie mani. Con quest’arma sono potente. Con quest’arma io posso. Io minaccio, io comando e gli altri devono ubbidire.
Pensa che bello nei paesi dove è facile avere armi: vai in un negozio con i dollari e le compri … che bello smontarle, pulirle, oliarle, rimontarle, farle scattare … che sensazione fantastica sparare e distruggere a distanza. Allenarti contro barattoli, bottiglie e colpire con precisione. E contro gli altri? Io mi difendo con questo favoloso mezzo e poi si vedrà. Non ci sono altri oggetti così affascinanti! È per questo che si vendono più che bene!
Ma le armi sono veramente così gratificanti? Ricordo l’intervista a tre giovani analfabeti ivoriani, nascosti nella foresta, in stato di guerriglia ma con in testa coloratissime parrucche contrastanti con la mimetica, orgogliosi, arroganti, trionfanti che esibivano i mitra davanti a loro. Loro erano i guerrieri, loro potevano, la soddisfazione splendeva sui loro volti. Ricordo invece anche il terrore negli occhi dei bambini soldato, anche loro con in mano il mitra più grande di loro, buttati allo sbaraglio da adulti inqualificabili ….
Arma uguale a follia, come follia è adorarla come modo di realizzazione, come soluzione di problemi. Da sempre si sa che le armi provocano tanto pianto, tanta sofferenza. Prima o poi saranno anche contro di te, che credi di saperle usare meglio degli altri, saranno anche contro di te che le hai fatte giungere nelle mani dell’uomo povero di tutto, che vive miseramente, con niente a disposizione per sfamare i suoi.
Uomo, strana creatura che può amare, ma che può seminare morte, ma che può trascinare l’umanità nel nulla.
Uomo, strana creatura che può pensare, ma spesso talmente stupida che realizza l’errore, che è capace di distruggere l’ambiente dove vive, capace di bruciare la foresta che lo fa respirare, per realizzare un guadagno che gli sembra grande ma è ben misero se raffrontato al costo del danno realizzato.
Uomo, creatura che si crede saggia, che si proclama sapiente, ma che poi fa diventare pagana una delle feste liturgiche e teologiche più importanti del suo credo. Che non sa leggere il pensiero dei Padri.
Uomo, che adora gli idoli interpretando malamente il grande messaggio consegnatoci due mila anni fa. Che non sa vivere ed interpretare il trasformarsi dei giorni in questa epoca dell’anno.
Uomo povero che, sia ateo o che credente, non riesce a vedere e guardare il momento finissimo ed affascinante del risorgere del sole nel suo dialogo con la terra e con tutto l”universo, momento che gli parla del graffio del tempo sul suo essere, e quindi da vivere in meditazione di pace e non in convulso stress. Povero odierno uomo che non sa vedere perché i suoi vecchi, i suoi avi, anche di culture diverse, hanno fatto combaciare i momenti di questi giorni con eventi portanti del pensiero dell’umanità.
Povero uomo che non sa apprezzare la pace, che aggredisce con parole e gesti violenti gli altri, provocando alzate di scudi che non avverrebbero se solo usasse diplomazia e gentilezza. Un “per favore” ottiene di più di un urlo, di una minaccia: perché viene rifiutata questa via? Perché troppo difficile? Perché non si stimola amore e si fomenta solo scontro, odio verso i poveri, troppo ricchi di miseria e di disperazione?
Perché si dimentica che una preghiera può realizzare molto di più dell’esibizione della forza? L’umiltà può piegare l’arroganza, può spegnere la prepotenza

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