Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Storia

CATTOLICI IN POLITICA

LIVIO GHIRINGHELLI - 11/01/2019

papaLa partecipazione dei cattolici alla vita politica nel paese si è articolata in tre fasi. Dal 1945 (momento della Liberazione) al 1995 è stata contraddistinta dall’unità di intenti, presentandosi la Dc come partito non confessionale. Al suo interno, pur con anime contrapposte, si sono segnalate per un verso l’Azione cattolica e come movimento in certo modo elitario Comunione e Liberazione.

Di fronte alla complessità dei problemi incontrati e al progressivo esaurirsi di tante istanze di rinnovamento, di adeguata sensibilità sociale, a metà degli anni Ottanta si è sentito il bisogno di istituire scuole di formazione politica in funzione di una necessaria preparazione al pre-politico e di selezione dal basso della classe dirigente. La forma partito è entrata via via in crisi, rivelandosi con la morte di Moro irreversibile la sua inadeguatezza (troppe le resistenze a un sia pur moderato risveglio alla radicalità del messaggio evangelico, grave il cedimento a uno spirito di ostinata conservazione, d’opportunismo “borghese”).

Dal 1995 a oggi, cessato il ruolo della Dc, si è verificato un processo di verticalizzazione ed omogeneizzazione incentrato sul presidente della Cei, cardinale Ruini, con la scelta per delega di rappresentanti provenienti per lo più dal mondo delle professioni; si è trattato di liste bloccate senza più candidati con mondi di rappresentanza o territori alle spalle. Con le dimissioni di Benedetto XVI e l’arrivo di Papa Francesco, estranei alla tradizione della Chiesa italiana, si avverte il bisogno di ricostruire una presenza laicale dopo il vuoto assoluto di preparazione creatosi dal 1985 (Convegno ecclesiale di Loreto) e di trascendere i limiti del volontariato. Solo l’integralismo, più vicino alla linea sovranista e reazionaria, si fa impropriamente voce altisonante dei cattolici.

Oggi sono i tempi della paura, grande aggregatrice sociale e dell’incertezza. L’ansia di rinnovamento è stata tradita dalla bocciatura della riforma costituzionale. Il ripiegamento ha fatto seguito all’esito del referendum del 4 dicembre 2017. Non può comunque tramontare l’orizzonte della speranza (è l’ottica di Papa Francesco).

Urge allora la necessità di tornare ai seminari di preparazione per gli opportuni approfondimenti dei temi sociali in chiave democratica, di risveglio della vocazione al bene comune, al rispetto della persona, allo spirito di comunità nel dialogo senza l’ottusità dei pregiudizi e degli egoismi. C’è tutto un lavoro da svolgere nelle parrocchie alla luce della dottrina sociale della Chiesa, non in termini di pure lezioni frontali, esaurendo gli entusiasmi nell’incontro con gli specialisti dei vari argomenti, ma con un lavoro, un metodo di laboratorio, una scuola di discernimento.

In merito alla questione dei migranti deve prevalere la logica autenticamente cristiana dell’accoglienza, da gestire con avvedutezza e larghezza di interventi in piena legalità, senza improvvisazioni o difese pretestuose di identità. L’orizzonte è quello di una società aperta, multietnica, solidale, non arroccata sui privilegi. Povertà, famiglia, lavoro sono le grandi questioni, evitando il pericolo della divisività, come le sirene di una democrazia diretta senza intermediazioni, che nasconde l’ideologia dell’io, dell’improvvisazione, del carrierismo senza competenze. Non bisogna affiancarsi alle fazioni, bensì stare dentro le questioni, pensare, perseguire le idee, la coerenza, la formazione incentrata sull’esempio. Qui per i giovani lo spazio per il protagonismo, in cui tanto confida Papa Francesco, per vincere l’indifferenza della solitudine e della banalità.

I simboli cristiani evochino sempre i valori del Vangelo e non diventino mai vessilli di crociata xenofoba con indebita e vergognosa strumentalizzazione. La responsabilità verso il bene collettivo ci aiuti a fare sintesi, richiamandoci alla spiritualità della politica e riscoprendo la tradizione dell’autentico cattolicesimo democratico (Sturzo, Dossetti, Moro). Non servono profeti di verità passatistiche con granitiche certezze ingenerose.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login