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Spettacoli

IL MITO DEI BEATLES

FRANCESCO BORRI - 18/01/2019

beatlesA quasi cinquant’anni dall’ultima volta insieme dei Beatles in una sala di incisione (avvenne il 2 aprile 1970 per l’incisione di “I me mine”, alla quale peraltro non partecipò John Lennon), i quattro di Liverpool continuano ad essere una incredibile icona sul piano musicale e non soltanto.

La riedizione dei loro più grandi successi (nel giugno 2017 è accaduta per il 50° anniversario di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, nello scorso novembre per la stessa celebrazione del “White Album”, cosa che sicuramente si ripeterà nel prossimo mese di settembre per “Abbey Road”) conferma ogni volta che il loro mito resiste al trascorrere del tempo e che il fascino della loro musica si mantiene alle orecchie di ogni generazione assolutamente inalterato.

Anche Radio Missione Francescana si appresta a celebrare i Beatles con una serie di 12 trasmissioni che ne ripercorreranno il tragitto musicale tra aneddoti e curiosità. Il titolo scelto è “And we love them”, parafrasando “And I love her”, un brano che Paul & C. incisero nel 1964.

L’iniziativa è di Marco Valugani e Claudio Piovanelli che hanno stilato il piano dell’opera e, insieme con il tecnico Enrico Bonisolo, ne cureranno la messa in onda.

“Conosco bene e da tempo – spiega Marco Valugani, che si definisce musicofilo e uomo d’audio, nonchè musicista “intermittente” e critico musicale indipendente che negli ultimi anni ha ristratto il proprio campo d’azione quasi esclusivamente alla musica jazz – l’affetto profondo e purissimo di Claudio per l’opera dei Beatles, la sua cultura in materia è ampia, solida e di lunghissima data. Per questo motivo, nei primi mesi del 2016, durante le sessioni di “Marco on Marco”, in modo del tutto naturale e spontaneo ho suggerito al mio amico l’ipotesi e l’importanza di un lavoro radiofonico organico (per RMF), da lui condotto, relativo al tema in oggetto, sorta di summa e sintesi di una ricerca atavica e continua.

Alla sua controproposta di una conduzione del lavoro con me, a quattro mani, ho accettato; avuto il placet dall’amico direttore di RMF Padre Gianni Terruzzi, sono apparse da subito alcune idee di fondo: in primis la necessità, al redde rationem, di arrivare ad una sintesi, eslcudendo tonnellate di materiale inutile e fuffa. Come dire: pochi concetti, ma veritieri, chiari e indispensabili alla narrazione. Abbiamo evitato il lato sociologico, che non ci appartiene e non ci interessa. Per parte mia, volevo ad ogni costo far comprendere l’aurea classicità (dal punto di vista musicale) insita nell’opera dei fab four, nonchè il carattere universale che l’ha portata a superare le mode, le generazioni e il passaggio del tempo. Un lascito musicale, insomma, che è per sempre. Per me è stato anche obbligatorio ribadire le molte primogeniture che i quattro traguardarono: primi ad avere un loro fan club, mercè un’intuizione

tempestiva di Brian Epstein (a quando l’appellativo di “sesto Beatle” ?), primi a suscitare un’isteria di massa, ad usare lo studio di registrazione in modo creativo asservendolo ad una poetica propria, a tenere un concerto sul tetto e primi ad elevare un semplice attraversamento pedonale a icona grafica entrata nella leggenda, usata e abusata da allora. Il percorso artistico e temporale analizzato è lungo e complesso; io, Claudio ed Enrico abbiamo lavorato per restituirlo via radio in modo scorrevole ed accattivante”.

“Quando Marco mi ha parlato del progetto – rivela Claudio Piovanelli, che per l’occasione tornerà da conduttore davanti a un microfono una quarantina d’anni dopo l’esperienza con Radio Varese, nella seconda metà degli anni Settanta – ho subito risposto “sì” con grande entusiasmo. I Beatles sono stati sin dalla loro apparizione la mia grande passione musicale e ricordo ancora perfettamente quando, a poco più di 10 anni, mi feci accompagnare da mia madre alla Standa di piazza Monte Grappa per acquistare il 45 giri “Please please me”. Non sono un esperto di musica e di suono, a differenza di Marco che possiede cognizioni musicali a 360 gradi, però posso riversare in questa avventura la mia passione giovanile per i quattro di Liverpool e una discreta conoscenza della materia”.

La scelta stilistica dei conduttori per “And we love them” è molto semplice: “Il piano dell’opera, che intendiamo seguire senza deragliare, è di osservare un ordine cronologico – rivela Piovanelli – e quindi di affrontare l’avventura musicale dei Beatles passo dopo passo. Il grande rammarico è di dover rinunciare ad alcune canzoni famose e questo credo che lo ripeteremo più volte; ma d’altra parte sarebbe impossibile, in 12 ore di trasmissione, proporre l’intera produzione beatlesiana. Piuttosto sceglieremo alcuni brani non celeberrimi ma che a nostro avviso hanno una particolare valenza, purtroppo sacrificando qualche hit”.

In questa lunga cavalcata tra le note di John, Paul, George e Ringo (senza scordare George Martin, colui che nel 1962 li ingaggiò alla Parlophone dopo la bocciatura da parte della Decca e che poi venne definito non a caso il “quinto Beatle”), ci sarà però posto anche per brani italiani e statunitensi, un paio a puntata: “Questa scelta mi è sembrata corretta da un punto di vista storico – spiega Marco Valugani che ha proposto questa iniziativa immediatamente condivisa da Piovanelli – nonchè utile per contestualizzare l’anno di cui si va trattando. Infine ci aiuta a comprendere l’evoluzione/il cambiamento della musica leggera all’interno del decennio più rivoluzionario del secolo scorso (gli anni 60)”.

“And we love them” andrà in onda sulle frequenze di Radio Missione Francescana (MF 94,6 e altre; 91,7 per Varese e comuni limitrofi) a partire da domenica 20 gennaio alle ore 14.40 e in replica sempre la domenica alle ore 22.30.

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