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Pensare il Futuro

BOMBE A GHEDI

MARIO AGOSTINELLI - 18/01/2019

ghediPropongo ai lettori di RMFonline il testo di una lettera resa pubblica da un amico, Valentino Rodolfi, su pracelink. Mi sembra molto in linea con le preoccupazioni che attanagliano oggi tutte le persone di buona volontà, come dice papa Francesco.

Nuove bombe atomiche per l’Aerobase di Ghedi? Un riscontro ora c’è, timbrato e protocollato, anche se in 50 anni nessun governo italiano ha mai ammesso ufficialmente una presenza nucleare, passata, presente o futura, nell’installazione militare della Bassa bresciana. Basta consultare il sito istituzionale del ministero della Difesa per trovare un atto amministrativo, apparentemente banale, che ha tutta l’aria di costituire la prima prova documentale della funzione «Dual Capable» dei Tornado del 6° Stormo.

Cioè della loro capacità di portare non solo bombe convenzionali, ma anche ordigni nucleari. Una capacità non solo teorica: sul tavolo del ministero c’è da mesi un progetto da 30 milioni di euro per aggiornare questa capacità, per adeguare i Tornado alla nuova versione delle famose B61, denominata B61/12 LEP, di cui sta per iniziare la produzione negli Stati Uniti per sostituire le vecchie bombe Nato.

Il documento è datato 20 giugno 2018, prevede una spesa di 29 milioni e 875 mila euro in due tranche annuali, e vale la pena di esaminarne il testo. «Programma Tornado, Capacità aerea non convenzionale (Dca)». Questo è il titolo e dice già molto. «Scopo del contratto – è scritto – è l’acquisizione di supporto ingegneristico industriale e sviluppo software per l’integrazione sul velivolo Tornado dell’armamento Lep».

 Un po’ di terminologia. Nel glossario ufficiale della Nato, quella capacità non convenzionale «Dca» significa esattamente «Dual capability aircraft», ovvero la capacità di un aereo di avere un doppio possibile impiego: quello convenzionale e quello nucleare. Quanto a quel termine, «armamento Lep», ha tutta l’aria di fare riferimento al programma «Life Extension Program» con il quale viene denominata, anche dall’Amministrazione americana, la realizzazione di una nuova versione della bomba B61: precisamente la B61/12 Lep.

C’è un lato ironico in tutto questo: un segreto sul quale da decenni non si riesce ad avere conferme ufficiali, con ministri della Difesa che rifiutavano sistematicamente di rispondere alle tantissime interrogazioni parlamentari sulla presenza di atomiche a Ghedi trova adesso, se non la prova, almeno un pesante indizio in un banale atto amministrativo. Pubblicato all’albo e sul sito del ministero, ed è qui l’ironia, alla voce «Amministrazione trasparente», la sezione dove vengono riportati i contratti o le richieste di acquisizione. Il programma di «Capacità non convenzionale» viene poi riconfermato in un altro atto presente all’albo ministeriale: la tabella della «Programmazione biennale acquisti beni e servizi» pubblicata il 27 giugno 2018, che suddivide la previsione di spesa in due tranche annuali per importi di 13 milioni e 70 mila euro e 16 milioni 805 mila. Sono solo previsioni, spesa teorica, si vedrà. Ma il progetto è nero su bianco.

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