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Cultura

RACHELE

CESARE CHIERICATI - 25/01/2019

Alessandro Ceccoli

Alessandro Ceccoli

“Era la prima volta che si recava al Kursaal Palace Hotel. Alla stazione, situata sulla strada Varese – Masnago, prese la funicolare per il breve tratto che scalva il colle dei Campigli, a nord – ovest di Casbeno. L’edificio era imponente, un parallelepipedo con torre laterale come un maniero, e finestre e balconi con ringhiere in ferro forgiato. La vista sulle montagne e sul lago era maestosa. Stava appena tramontando il sole e le tornò alla mente quanto le aveva detto Ruggero sapendo che si sarebbe trasferita a Varese. Le citò una definizione della città ad opera di Leopardi in visita a Tullio Dandolo: Varese la Versailles di Milano…. Le avevano parlato della sontuosità del Palace Hotel, luogo di villeggiatura per ospiti di alto rango, delle grandi feste e degli spettacoli teatrali e musicali che vi si tenevano come nelle stazioni termali germaniche. Entrando ebbe la conferma che i colleghi non avevano esagerato”.

Come d’incanto alla protagonista del romanzo di Alessandro Ceccoli, Rachele, la città apparve in una luce molto diversa da quella a cui si era abituata dopo il trasferimento dall’amata Napoli. A poca distanza dal centro e dall’intreccio fitto di abitazioni, botteghe e industrie grandi e piccole, Varese mostrava l’altro volto di se stessa, quello di cittadina ridente, elegante, riservata, una sorpresa inaspettata per quella ragazza napoletana che aveva voluto dare un taglio netto con la sua città, con l’ambiente di famiglia e con il padre, alto gerarca del fascismo, pur amatissimo, che però sognava per lei nozze benestanti e un rispettabile futuro in linea con le tradizioni borghesi della famiglia. Dopo la laurea e un amore doloroso, in gran segreto aveva invece puntigliosamente cercato una posto di lavoro al Nord, possibilmente in una città non lontano dalla frontiera svizzera perché a Lugano vivevano i Meuricoffre, la famiglia di sua madre morta quando lei era bambina. Legami forti che voleva in qualche modo riannodare, ma rarefatti e allentati dalle lontananze.

 L’opportunità più interessante – un impiego in una solida azienda di importazioni – era arrivata da Varese, provincia dal 1927, in dinamica ascesa economica e in fase di trasformazione urbana, con la vecchia piazza Porcari cancellata dalla modernità architettonica di scuola piacentiniana. E poi la città giardino era ottimamente collegata con Milano e con la vicina Confederazione. Ed è proprio sull’asse Napoli – Varese – Lugano che si gioca per intero l’intrigante vicenda di Rachele e dei personaggi, ben tratteggiati dall’autore, che animano la scena letteraria del romanzo. Sullo sfondo l’Italia tra le due guerre dove si afferma inesorabile il totalitarismo fascista sostenuto da un consenso sempre più ampio; dove si sperimenta, limitatamente a parte della borghesia, un fin allora sconosciuto benessere, ma anche una drammatica chiusura culturale con i mezzi di comunicazione e le agenzie educative desolatamente asservite al regime. È in questo contesto che Benito Mussolini e i suoi gerarchi più fedeli si lanciano in una sconsiderata quanto sanguinaria avventura coloniale in Etiopia e in Eritrea propiziata dalla sempre più stringente alleanza con il nazismo hitleriano. Fino al punto di non ritorno delle leggi razziali. Vicende della storia nazionale in apparenza lontane che vanno però a incidere in profondità nel complesso vissuto di Rachele, una giovane donna napoletana decisamente in anticipo sui tempi: libera, affascinante, misteriosa. Allo stesso tempo figura femminile delicata e forte che si svela pagina dopo pagina in un misurato crescendo.

L’autore, napoletano e varesino al tempo stesso, uomo aperto al mondo, è alla sua quinta fatica letteraria dopo Henrico Valdez Moreno il gioco dell’oca che gli è valso il Premio Morselli 2017, Macchione editore; Il mio nome è Strange, Medea;

L’inganno l’eterno enigma del tempo, Neftasia romanzi; Second life, Neftasia editore.

Il libro verrà presentato sabato 26 gennaio alle 17.30 alla Galleria d’arte Ghiggini di via Albuzzi a Varese con gli interventi dei giornalisti Cesare Chiericati e Mario Chiodetti

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