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Politica

ALTERNATIVA

GIUSEPPE ADAMOLI - 01/02/2019

Nicola Zingaretti candidato alla segreteria PD

Nicola Zingaretti candidato alla segreteria PD

Il distacco degli italiani dal Pd e dall’intero centrosinistra non è diminuito dal 4 marzo in poi, dicono i sondaggi. Anzi, ai passati governi si ascrivono incredibilmente i guai dell’economia quasi sulla soglia della recessione, la produzione e l’occupazione in flessione.

Bisogna prenderne atto con realismo tenendo però in mente un fatto innegabile: dal 1994 in poi il governo e la sua maggioranza sono cambiati ad ogni legislatura ed è questa la scadenza sulla quale il centrosinistra dovrebbe programmare il suo lavoro di ricostruzione. A determinare una crisi governativa ravvicinata potrà essere solo la crisi economica, purtroppo da non escludere e, se ci si arriverà, l’opposizione dovrà saper offrire un’alternativa che gli elettori valuteranno.

Il primo passo per rendere fattibile il ricambio, quando sarà il momento, è una forte azione di opposizione peraltro funzionale ad una democrazia efficiente. Su questo itinerario le “parole d’ordine” sono importanti e non bisogna sbagliarle. È la “legge” della nuova comunicazione politica molto spiccia e sempre più decisiva per una vasta opinione pubblica.

Antonio Polito in un articolo di qualche giorno fa sul Corriere scriveva, ad esempio, che l’opposizione non ha ancora trovato un nome per definire l’opposto di “populismo e sovranismo” e, denigrandoli, finisce per rivitalizzarli. Sul populismo sono dello stesso parere e non ho mai voluto usare questa parola. Il populismo è stato presente anche in passato nella politica di destra e sinistra al punto da essere inteso da molte parti più come una qualità che come un disvalore.

Sul sovranismo invece dissento perché quello propagandato da Salvini (e in parte dai Cinquestelle molto confusi anche su questo punto) è un piccolo nazionalismo pericoloso per i veri e grandi interessi italiani nel mondo e va tenacemente combattuto.

Un altro esempio su come l’opposizione di centrosinistra rischi di sbagliare comunicazione, ma anche bersaglio e strategia, è la polemica sul reddito di cittadinanza. Irriderlo, come fanno taluni per eccesso polemico, è un serio errore. Il reddito di inclusione del governo Gentiloni era molto modesto in termini quantitativi ma senz’altro da preferire come logica redistributiva. E allora si critichi il governo per questa ragione, cioè per una fattibilità molto discutile e distorsiva, e non per aver cercato di affrontare il problema della povertà

L’occasione immediata del centrosinistra per passare al contrattacco progettuale è data dalle prossime europee. La proposta di Calenda di una lista unitaria degli europeisti non è di facile attuazione e va messa bene a punto ma è senz’altro valida purché non sia, però, un insieme di forze politiche e civiche prive di una visione omogenea sulla prospettiva italiana di governo. Pizzarotti, Bonino, Pisapia, Nencini ed altre personalità della cultura, del lavoro e della produzione rientrano nel quadro delle compatibilità positive.

La proposta di Calenda passerà e sarà messa in campo se il motore, non certamente esclusivo, diventa il Pd che allargherebbe la sfera politica del centrosinistra. Purtroppo il segretario sarà eletto solo il tre marzo per il gravissimo errore compiuto da un gruppo dirigente inadeguato. Il congresso degli iscritti ha già però dato il suo risultato che difficilmente sarà ribaltato dalle primarie degli elettori.

Il segretario sarà dunque, probabilmente, Zingaretti, e allora prenda il timone delle europee anche prima dell’ufficializzazione del risultato e chiami a collaborare Martina e Giachetti, la sorpresa congressuale. Ogni altra perdita di tempo sarebbe imperdonabile ed attribuibile allo stesso Zingaretti.

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