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Zic & Zac

ITALIA ALLA GOGNA

MARCO ZACCHERA - 01/02/2019

consiglioPer oltre un decennio – dal 2001 al 2012, quando ho dato le dimissioni dalla Camera per continuare a fare il sindaco di Verbania – sono stato componente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa di Strasburgo.

Un decennio in cui ho partecipato attivamente a molti dibattiti e durante il quale mi è apparsa evidente non solo la profonda ignoranza di tutti noi sui problemi interni dei singoli paesi, ma anche come una robusta linea di pensiero “di sinistra” permeasse il Consiglio.

Poiché i componenti cambiano con il mutare delle maggioranze nazionali (per l’Italia siedono 12 deputati e 12 senatori, in proporzione alla composizione delle forze politiche elette alle singole elezioni) è evidente come attualmente ci sia una maggioranza politica avversa a quella che governa in Italia.

Ciò per spiegare il perché nei giorni scorsi sia stata approvata una risoluzione (le “risoluzioni” sono delle dichiarazioni di principio votate dall’assemblea, importanti su questioni etiche, morali e politiche, ma senza effettivo valore concreto) in cui l’Italia è accusata di aver compiuto una serie di gravi comportamenti razzisti, xenofobi e anti umanitari.

“Un decennio di grave crisi economica e la crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni politiche e giudiziarie – si legge nelle conclusioni del rapporto sull’Italia – hanno contribuito a rafforzare la popolarità, tra l’altro, di un partito di estrema destra (la Lega) e di un partito anti sistema (il Movimento Cinque Stelle)”. Il documento pubblicato dal Consiglio d’Europa è infarcito di accuse al nostro paese che non hanno precedenti. Ai politici, per esempio, dà dei criminali senza troppi giri di parole. “La criminalità organizzata – si legge, infatti – esercita una forte presa sulla politica italiana, soprattutto a livello locale”. E mi pare evidente la superficialità del giudizio. Non solo, alla maggioranza si rinfaccia di essere razzista e xenofoba oltre che di odiare i nomadi. Il relatore ha scritto di essere “molto preoccupato” e ha chiesto, in modo particolare, “alle autorità italiane di prestare attenzione alla situazione dei rom” perché “hanno difficoltà ad avere accesso all’alloggio, alla scuola e alla sanità”. Anche il capitolo sui migranti è pesante per l’Italia accusando il nostro governo “di attuare politiche migratorie più severe (…) mettendo in tal modo a rischio vite umane e violando le norme umanitarie fondamentali”. A fronte di tutto questo il Consiglio d’Europa ha espresso anche “preoccupazione per le recenti iniziative volte a impedire alle navi di salvataggio di sbarcare sulle coste italiane, mettendo a repentaglio le vite dei migranti e dei rifugiati”.

Nessuno sembra aver sottolineato il disinteresse di altri paesi dello stesso Consiglio verso queste problematiche, né accusato di insensibilità chi non accetta quote di rifugiati, né il fatto che l’Italia spenda comunque quest’anno circa 5 miliardi di euro per l’assistenza agli immigrati.

Ciascuno avrà un suo parere su queste affermazioni, resta il fatto che questo è il clima che si respira in Europa “contro” l’Italia e quindi che l’opinione pubblica europea non si interroga sulle responsabilità degli altri singoli paesi membri.

Mi chiedo se a contribuire a questo clima non siano le decisioni governative ma anche il tam-tam dei media europei quando commentano i fatti italiani.

Come pochi in Italia – per esempio – sanno che il Washington Post o il New York Times sono anti-Trump a prescindere perché dichiaratamente democratici ed anti-repubblicani (e che quindi non è vangelo quello che scrivono, ma va inquadrato nelle polemiche interne USA), così in Europa un commento di Repubblica è colto come oro colato – e sovente riportato integralmente – senza riflettere sul taglio politico di larga parte dell’informazione italiana.

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