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Cara Varese

OLTRE LA NOSTRA WATERLOO

PIERFAUSTO VEDANI - 08/02/2019

lagoSarebbe in assoluto molto più corretto ribadire che la balneabilità del lago di Varese è un obiettivo certo della Regione, ma mi si permetta un pizzico di campanile nel ricordare che a puntare forte, personalmente, su questo ambizioso traguardo sono il governatore lombardo Attilio Fontana e l’assessore all’ambiente Raffaele Cattaneo, due politici di casa nostra che stimiamo, ma ai quali, come è buona regola nel racconto dei giorni della comunità varesina, sempre non abbiamo risparmiato critiche se la situazione lo richiedeva.

La balneabilità del lago è una scommessa che vede perdente la nostra comunità e le sue istituzioni dal giorno in cui i monelli allievi di Salvatore Furia – un dono incredibile alla città al pari dei benefici Monelli della Motta – riempirono con l’acqua del lago, sporca e puzzolente come quella di fogna, la vasca di piazza Monte Grappa. Fu un raid di rara capacità provocatoria e che ferì profondamente cittadini e politici e pure noi giornalisti, meno attenti alla situazione ambientale di quanto avremmo dovuto.

Da quei giorni il lago divenne oggetto di discussioni, progetti, polemiche, speranze, delusioni ma anche di concrete iniziative.

Speranze in aumento, toni abbassati e vero ottimismo ci furono dopo la costruzione attorno al lago di un… “Cambronnedotto “ e di impianti finali di depurazione che rianimavano le marce acque prima della loro destinazione, via fiume Bardello, al lago Maggiore.

Pure la giustizia, abbastanza pigra come oggi per i problemi della salute dei cittadini, si era messa in moto e da cronista rompiscatole avevo segnalato il pollice verso dei giudici per tutti i sindaci dei centri rivieraschi del lago, se non ricordo male tutti democristiani più o meno ufficialmente; nel contempo avevo rilevato che l’ unico a non essere giudicato era stato il presidente, socialista, dell’ospedale servizio fondamentale ma eccellente fornitore di scarichi micidiali nel lago.

A piazza Cacciatori delle Alpi si arrabbiarono di brutto con il cronista giudiziario, silenzioso invece l’avvocato Valcavi che guidava alla grande il Circolo e non poteva di certo chiuderlo per le sue fognature imperfette.

Da quei tempi passati, siamo attorno al mezzo secolo, il lago ha continuato a far discutere anche perché alla fine è sembrato insufficiente per cantare vittoria il chilometrico collare che gli hanno costruito attorno e che, battezzandolo come ho fatto, non nobilmente richiama la sprezzante storica risposta del celebre generale francese alla richiesta di resa rivoltagli dagli inglesi a Waterloo.

Soldi, idee, progetti, speranze, certezze negli ultimi decenni hanno alla fine solo un tantino migliorato il nostro lago se dal 2015 sono sempre più incombenti le minacce da parte degli organi di controllo di una ufficiale dichiarazione di non balneabilità delle sue acque: come a dire vieteremo qualsiasi utilizzo e attività in acque malsane. Al massimo vedere e non toccare.

Le nostre istituzioni hanno capito la pericolosità della situazione e si sono mosse stanziando per i lavori di depurazione 6 milioni di euro. Secondo i tecnici sarebbe solo un acconto perché il problema della depurazione non è legato solo al fatto che non avendo affluenti come gli altri nostri e vicini grandi laghi, quello di Varese ha situazioni negative per le sue acque di fatto stagnanti e con fondali molto “ammalati” e le altre con problemi superficie dovuti ai i veleni di tutto il mare di cemento che scende a valle dagli abitati.

Sono convinto che oggi Salvatore Furia ancora una volta di persona sarebbe sceso in campo. Egli aveva accertato che tutto quello che si faceva e si sarebbe poi fatto per avere un lago-gioiello, utile alla salute e alle attività dell’uomo, sarebbe dipeso da interventi complessi e probabilmente costosi sulla rete fognaria di Gavirate. Se cioè non ci sarà un completo ed efficiente abbraccio dei collegamenti fognari della bella cittadina al suo bacino del lago, non si risolverà mai il problema della balneabilità, incompleta oggi a causa di altre situazioni invece risolvibili.

Un controllo di quanto affermava relativamente a Gavirate Salvatore Furia credo sia doveroso, ed è un dovere un primo ringraziamento a Fontana e Cattaneo. Accompagnato però da un rappel: è sempre meglio vincere che passare alla storia piccola di casa nostra come pur battaglieri Cambronne.

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