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Cultura

LA BAMBINA, IL PIANOFORTE

CESARE CHIERICATI - 08/02/2019

micaela“Io ero piccolissima e stavo sotto il pianoforte di mio papà. Lui e Luciano erano coetanei e anche se a me parevano grandi all’epoca avevano solo venticinque anni. E non dimentico tutti i sacrifici che i miei e Luciano hanno fatto: i doni della natura non bastano, ci sono i sacrifici, i momenti belli e anche i tanti difficili… questi personaggi sono noti per le loro performance pubbliche, ma nessuno, a parte i familiari, può conoscere quel che avvenne nelle mura di casa”. I “miei” sono Mirella Freni, soprano di alto lignaggio, suo marito Leone Magiera, pianista prodigio e” Luciano” è Luciano Pavarotti. L’io narrante è Micaela Magiera, figlia di Mirella e Leone che nel libro “La bambina sotto il pianoforte” racconta, visto dal basso, il sodalizio musicale e di amicizia profonda fra tre personaggi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della lirica del dopoguerra. Tutto era nato in due appartamenti del centro di Modena, la città del canto, dove, in via della Rua del Muro 68, viveva la famiglia Magiera, colta e benestante, mentre tre numeri più in là si cimentava nel canto una ragazza di quindici anni Mirella Fregni (il nome d’arte arriverà dopo) sotto la guida di uno zio, Dante Arcelli, tenore dilettante. Quella voce acerba ma promettente colpisce il giovane pianista Leone che fa di tutto per conoscerne la proprietaria. Una curiosità fatale perché da quegli incontri di musica e canto sboccia un amore che durerà trent’anni e dal quale nascerà Micaela, l’autrice della cronaca familiare. Ben presto ai due si unirà Luciano Pavarotti, amico di infanzia di Mirella. Le mamme di entrambi erano operaie alla Manifattura Tabacchi di Modena. A dire il vero il più incerto dei tre sul proprio destino artistico era proprio Pavarotti che coltivava altre due improbabili opzioni professionali: l’assicuratore e il maestro elementare.

Nel libro, tra luci ed ombre, è narrata la costruzione appassionata di tre grandi carriere musicali. “La bambina sotto il pianoforte” è spettatrice attenta di quel bizzarro universo familiare dove le attese dei genitori e dell’amico Luciano si facevano a volte faticose e difficili da accettare. A lenire in parte quel vuoto ci pensava in qualche modo nonno Ubaldo, ingegnere diviso tra calcoli e musica.

Nello scorrere veloce delle pagine si incontrano personaggi straordinari: cantanti, orchestrali, maestri, direttori d’orchestra, un universo di arte ma anche di storia che sarebbe andato perduto se Micaela Magiera, avvocato del Foro modenese, non si fosse decisa a riordinare in un libro i ricordi personali, le lettere, i documenti e soprattutto la memoria viva e scintillante dei propri genitori. Il tutto propiziato da una frattura a un piede che l’ha costretta a un lungo periodo di parziale immobilità.

Il volume è anche corredato da oltre cento immagine inedite tratte dall’archivio familiare dei due artisti.

Micaela Magiera – il nome lo deve alla contadina di “Carmen”, primo ruolo in scena di sua madre – e suo padre Leone, oggi ottantacinquenne, saranno ospiti della Galleria Ghiggini, sabato 16 febbraio alle ore 17.30, in un incontro con il giornalista Mario Chiodetti che si annuncia ricco di spunti e di inedite curiosità.

“La bambina sotto il pianoforte” è stato pubblicato dalle edizioni Artestampa di Modena.

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