Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Il Mohicano

QUELLI CHE ARRIVANO

ROCCO CORDI' - 08/02/2019

migrantiLa campagna anti immigrati del Ministro dell’Interno e del Governo prosegue senza sosta. Eppure i dati reali dicono esattamente l’opposto di quanto viene affermato disinvoltamente. Ecco alcuni esempi utilizzando numeri reperibili sul sito UNHCR (l’Agenzia ONU che si occupa di rifugiati) e del nostro Ministero dell’Interno. Evidentemente il Ministro in carica non ha tempo per leggere.

Nel 2015 dalle frontiere UE erano transitati illegalmente circa 2 milioni di persone. Un flusso considerevole aggravato in particolare dall’acutizzarsi della Guerra in Siria. Tre anni dopo, nel 2018, gli “arrivi” si sono ridotti a poco più di 200 mila, dieci volte di meno. Un calo dovuto essenzialmente all’accordo raggiunto tra UE e Turchia.

Anche in Italia la riduzione degli arrivi è stata considerevole passando da 153 842 del 2015 (con una punta di 183.000 nel 2016) a 25.568 del 2018, sei volte di meno.

Ciò nonostante la questione immigrati continua, ossessivamente, a restare al centro delle attenzioni e dell’azione del Governo. I dati reali vengono utilizzati solo quando, per un tornaconto elettorale, i governanti provano ad attribuirsi il “merito” di aver fermato l’invasione. Se fosse vero perché allora scaldarsi tanto?

Anche sui “meriti” le cose stanno diversamente. La riduzione drastica degli arrivi è cominciata nel luglio del 2017 quando sono diventate operative le misure adottate dal Governo Gentiloni (Ministro dell’Interno Minniti) e, in particolare, le intese raggiunte con la Libia. Nel secondo semestre del 2017 gli sbarchi sono stati infatti 35.615 contro i 111.214 registrati nello stesso periodo del 2016 e gli 85.771 del semestre precedente. La riduzione è ancora più marcata nel 2018 quando complessivamente vengono registrati 25.568 sbarchi (- 95.818 sull’anno precedente). Per cogliere fino in fondo la dinamica è interessante notare che 2/3 della riduzione (-67.176) si verificano nel primo semestre del 2018 (ancora in carica il Governo Gentiloni), 1/3 (-28.642) nel secondo semestre (in carica il Governo Conte).

Questi sono i numeri che, se si vuole, fanno capire molte cose sulla portata del fenomeno, ma insufficienti a spiegare e far cogliere il dramma che l’emigrazione rappresenta per milioni di uomini, donne e bambini.

Stiamo parlando di persone e non di cose o merci. Persone in fuga da situazioni di guerra, da conflitti religiosi o civili, dalla fame e dalla povertà. Persone alle quali nei loro Paesi vengono negati i più elementari diritti umani e che pagano duramente, anche a costo della vita, la ricerca di condizioni migliori. Dovrebbero ricordarlo soprattutto quanti, con orribile cinismo, si rivolgono a loro con disprezzo o parlano di “pacchia finita” per giustificare i loro atti repressivi.

Stiamo parlando di persone che nelle traversate della speranza hanno conosciuto il deserto, i sequestri e le torture a scopo di estorsione, le minacce e le violenze dei trafficanti ed anche la morte. Sì la morte. Nel solo 2018 il numero di morti affogati nell’attraversamento del Mediterraneo sono stati 2.275. Secondo l’Onu nei quindici anni precedenti sono stati oltre 30.000 e nessuno sa quanti sono morti attraversando deserti e zone impervie o nei campi lager della Libia.

Cifre spaventoso ma che, a quanto pare, non turbano il sonno dei governanti nostrani. Anzi ci si accanisce contro le Ong e chiunque svolga attività umanitaria. Tutti mescolati artatamente con trafficanti, mafie e sfruttatori di ogni tipo.

Ciò che accade sotto i nostri occhi non va sottovalutato perché se è vero che razzisti e intolleranti ci sono sempre stati è pur vero che fino a poco tempo fa erano isolati. Oggi però che la sciatteria del linguaggio, le espressioni volgari ed aggressive, la manipolazione di numeri e realtà si sono fatte governo, l’effetto che ne deriva è una complessiva disinformazione e diseducazione.

La combinazione tra questi atteggiamenti e il clima pesante prodotto da una crisi economica e sociale che appare senza fine, alimenta paure, risentimenti e pulsioni della peggior specie, spingendo i più deboli in una assurda competizione tra loro. Una guerra tra gli ultimi, o tra questi e i penultimi e viceversa.

Da questa spirale diabolica e devastante si può uscire solo misurandosi e agendo sui due fronti principali: cause che sono all’origine delle nuove migrazioni; cause che hanno prodotto tra le nostre popolazioni timori e paure del presente e incertezze sul futuro.

Non serve dunque demonizzare nessuno e neppure illudersi che per combattere gli aspetti degenerativi basti “fare la morale”. Ciò che serve è un impegno fortemente determinato e innovativo per individuare e perseguire percorsi e azioni utili a ricostruire fiducia e coesione sociale. Per restare umani.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login