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In Confidenza

UN OSPITE ILLUSTRE

Don ERMINIO VILLA - 08/02/2019

zaccheoL’incontro tra Gesù e Zaccheo è la storia dell’amore di Gesù per ognuno di noi. Questo gran peccatore è aperto al passaggio di Gesù nella sua città e nella sua vita. Probabilmente il suo desiderio di vederlo si innesta in una conoscenza, almeno superficiale, di ciò che Gesù compiva e della sua Parola che guariva il cuore di quanti incontrava, mentre al tempo stesso scuoteva le coscienze.

Il desiderio dell’uomo di vedere Dio si intreccia con lo sguardo di Gesù che cerca chi si è perduto… Prima di arrivare a Gerico, Gesù ha guarito un uomo nella sua cecità fisica e ora libera Zaccheo dall’abisso del suo peccato. Altri, col cuore chiuso, non hanno permesso alla grazia di entrare e di compiere grandi cose. Costui, invece, si lascia toccare dallo sguardo e accoglie l’ospite con gioia.

Gesù entra in casa di un peccatore che ancora non si è convertito; ma proprio perché la grazia, la tenerezza e la misericordia avvolgono la sua persona, inizia per lui una vita nuova.

La fretta investita nel salire sull’albero è la stessa richiesta da Gesù nello scendere per avviarsi verso casa. «Affrettati a scendere perché oggi è necessario che io rimanga nella tua casa». Il verbo “devo fermarmi” esprime una necessità e non una costrizione, qualcosa che corrisponde al disegno di Dio, e l’“oggi” indica “il giorno della salvezza”.

Zaccheo, cui è stato toccato il cuore da quegli occhi, rivede il suo passato e capisce tutta la rabbia della gente cui ha fatto del male; perciò promette immediata restituzione e abbondanti donazioni.

Segno della sua conversione è la decisione di donare ai poveri la metà dei suoi beni e di restituire quattro volte ciò che ha frodato (il primo impegno potrebbe risalire alle richieste dai rabbini come segno di penitenza, il secondo era previsto dal diritto romano).

Di sua iniziativa Zaccheo dona a Dio la metà della sua vita e restituisce al potere romano (allo Stato) ciò che ha frodato. Donare e restituire: due termini che connotano un’esistenza cristiana.

Dapprima i due personaggi sono descritti in movimento, ma poi viene il tempo di fermarsi, per stare insieme, entrare nel cuore. Il termine ‘casa’, che torna due volte nel brano, non è da intendere solo come edificio, ma significa: Zaccheo e quelli della sua famiglia.

Lo sguardo di Gesù – che cerca anche noi – ci incoraggia a superare tutte le nostre paure e ad accoglierlo nella nostra vita, nella nostra casa, nei nostri vissuti, come un amico e un fratello a cui sta a cuore soprattutto la nostra gioia.

Mentre a noi sembra di sforzarci per cercarlo, in realtà è Lui che cerca noi e chiede di aderire al suo invito a farlo entrare: «Sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, verrò da lui, cenerò con lui e lui con me» (Ap 3,20).

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