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Noterelle

COMARI ON LINE

EMILIO CORBETTA - 15/02/2019

comari“Fregato un frate, fregati cento frati”: è un antico detto popolare toscano intriso della saggezza tipica dei semplici. Sì, delle persone semplici e sagge. Sono numerose le persone classificabili semplici, meno quelle anche sagge perché la saggezza è faticosa anche se i semplici e gli umili possono spesso averla.

È un detto che si fonda sul contatto umano. Può succedere così: “Avevo bisogno d’aiuto, di una mano. Mi avevano detto d’andare dal tale, ma mi ha fregato”: così confido ad un amico, che a sua volta lo comunica ad un altro e così via. La notizia si propaga e il tale viene bollato: attenti, il tale è un imbroglione! Il detto vuol richiamare l’attenzione sul fatto che nei rapporti col prossimo si deve essere corretti se non vuoi perdere stima e se non vuoi che il tutto si rivolti poi contro di te.

Appare evidente che è un proverbio sostenuto dal “passa parola”, dall’incontro di soggetti che comunicano direttamente. I rapporti tra di noi, il chiacchierare tra di noi è cosa piacevole e molto amata. Si insinua che le figure che maggiormente si dedicano a queste attività siano signore di una certa età, casalinghe di professione, molto amanti del pettegolezzo. Vien fuori la definizione riduttiva: “discorsi di comari”! Ma anche i maschi lo amano, specialmente in luoghi dove si può indugiare degustando un aperitivo o un buon caffè, ossia al bar e da qui la definizione, anche questa riduttiva, “discorsi da bar”. Da un po’ di tempo in qua pare che questo tipo di discorsi abbia molto successo presso gli elettori italiani.

Ai nostri giorni le possibilità di contattarci sono aumentate, grazie alla tecnologia. Superata da tempo la sconvolgente invenzione del telegrafo ed entrati nell’era del telegrafo senza fili, le creazioni tecniche hanno avuto un convulso sviluppo, come tutti sappiamo: ai nostri giorni ci vien offerta la possibilità di comunicare in modo quasi infinito, ma a scapito del concreto reale “corporale” contatto tra le persone. Ultimamente ci è permesso parlare e anche vederci a distanza di chilometri, come se tutti si fosse in un unico luogo.

Purtroppo queste tecnologie ci danno anche la pessima e facile possibilità d’insultare, di diramare notizie false in modo anonimo, nascondendoci dietro il paravento di pseudonimi. A questo punto molti ci giocano in modo sporco, specialmente quando c’è di mezzo la politica, oppure la pubblicità commerciale, o argomenti facili al patos come quelli relativi alla salute, all’alimentazione ed altro, in prevalenza quando ci sono di mezzo interessi.

Facciamo un esempio: queste tecnologie permettono di superare i limiti della correttezza, grazie alla facilità con cui soggetti (definiamoli pure perversi) riescono a violare la coscienza del prossimo confondendo immagini a cui vengono attribuiti eventi e notizie false (esempio: foto di un campo profughi del medio oriente attribuite ad un centro italiano). Ovviamente gli autori restano impuniti ma, come detto, i lettori indifesi, non in grado di valutare la realtà della notizia, restano turbati. Al contrario giornalisti corretti faticano a divulgare notizie valide e agganciate al vero e non allo “scoop”.

Un tentativo per arginare questi fenomeni è stata l’introduzione del rispetto per la “privacy”, ma l’esperienza ci dice che non è sufficiente come non sono sufficienti certi regolamenti per la pubblicità commerciale. Ora si studia un decreto legge per impedire la divulgazione e pubblicità di diete, immagini, comportamenti che possano incentivare insorgenza di disturbi che stanno alla base di anoressie e bulimie. Una recente brutta notizia: qualcuno ha “pubblicizzato” metodiche di suicidio e una adolescente lo ha fatto.

Teniamo presente che vi è un movimento politico, convinto del valore tecnico e del potere divulgativo di queste tecnologie, che ha fondato su di esse la sua attività nella convinzione certa di poter realizzare la democrazia diretta, dimenticando o non conoscendo i puntuali studi di politologi e di studiosi di scienze politiche che da tempo hanno evidenziato i limiti e gli errori nascosti in queste metodiche. Limiti e difetti che inevitabilmente sono venuti alla luce nella vita politica italiana. In breve: approfittando del consenso, della politica rappresentativa, pochi opprimono e coinvolgono la maggioranza in scelte scellerate e pericolose, annullando il vero discorso democratico fondato sul confronto, che la rivoluzione digitale per ora non permette, anzi!

Un tempo il pettegolezzo delle sopra citate comari poteva far del male, ma tutto si fermava lì; ai nostri giorni il male si espande molto di più ed appare ai nostri occhi più grande del reale. Una notizia grave fa più rumore di una buona: si sa! La notizia grave contiene un “pathos” che riesce a parlare alla nostra emotività in modo molto efficace inibendo il raziocinio. Per esempio: Il sentimento della paura coinvolge di più del “ragionato coraggio”. Lo sperimentiamo quasi ogni giorno, ma sperimentiamo anche che è difficile difenderci.

Abbiamo degli studiosi di questi fenomeni, gli esperti di “psicologia analogica”, che possono agire in modo positivo difendendoci, ma essendo anche loro esseri umani potrebbero far il gioco “del giaguaro”. Lasciamo a voi la conclusione!

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