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In Confidenza

GESÙ E LE ÉLITE

Don ERMINIO VILLA - 01/03/2019

abbraccioI cristiani conservano questa parola sbalorditiva del Maestro, perché leggono in essa un invito a testimoniare la follia del Vangelo.

Porgere l’altra guancia non è, forse, un invito alla debolezza? Il discepolo di Cristo deve accettare i colpi duri degli altri e della vita senza reagire? Gesù intende qui predicare la rassegnazione?

No, persino nel corso del suo arresto e della sua passione, Gesù non è un uomo schiacciato e distrutto, ma un uomo libero, che continua a reagire e ad annunciare il suo messaggio. Non è un disfattista e nemmeno cerca la sofferenza per se stessa…

Un’altra spiegazione, ugualmente inaccettabile, sostiene che Gesù predicherebbe la forza di carattere. Perché rispondere a colui che ti aggredisce? Reagendo in senso opposto, non si mostra forse la propria superiorità?

È un’affermazione affascinante: popoli ed individui si sono effettivamente liberati dall’oppressione rifiutando di imbracciare le stesse armi dell’avversario. In questo caso Gesù sarebbe simile a un maestro di saggezza, che insegna la non-violenza e la grandezza d’animo?

Ma quando raccontano la sua vita, i Vangeli fanno intendere che Gesù non si preoccupava per nulla di trasformare i suoi discepoli in una élite capace di affrontare le situazioni di violenza con padronanza di sé. Aveva cose ben più urgenti cui pensare…!

La sua preoccupazione fondamentale è la fedeltà alla missione che gli ha affidato il Padre: “annunciare la buona novella ai poveri, proclamare ai prigionieri la liberazione, ridare la vista ai ciechi, rimettere in libertà gli oppressi” (Luca 4,18-19). Così testimonia la salvezza e la misericordia di Dio a tutta l’umanità.

In questa luce “porgere l’altra guancia” significa testimoniare la venuta del Regno di Dio. È un gesto folle che permette di costruire un mondo dove la regola non è più rappresentata dalla vendetta o dalla semplice giustizia, ma dall’amore senza misura.

Se Gesù non fugge davanti alla minaccia dell’arresto, se impedisce a Pietro di usare la spada, non è per viltà o per “grandezza d’animo”, ma per annunciare ancora una volta il Vangelo dell’amore: “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici”.

Nel corso dei secoli migliaia di cristiani hanno dato la loro vita non per debolezza, per viltà, e neppure per sola “forza d’animo”, ma per testimoniare – sulle orme di Cristo – lo stesso amore di Dio per gli uomini.

Oggi porgere l’altra guancia significa testimoniare il Vangelo, sforzandosi di realizzare fin d’ora il mondo nuovo di Dio. Può sembrare una condotta stravagante, ma solo per chi non sa ancora che Dio ci ama fino alla follia.

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