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Società

APPELLO

GIANNI SPARTA' - 08/03/2019

vareseoncologiaPrimavera del 2004, quindici anni fa. Eravamo una ventina nello studio del notaio Franca Bellorini, quasi tutti persone che avevano avuto esperienze col cancro, direttamente o in famiglia. Ci guardavamo spaesati mentre il notaio ci leggeva la bozza dello statuto di una nuova associazione alla quale avremmo dovuto dare vita e che si sarebbe chiamata “Varese per l’Oncologia – L’Oncologia per Varese”. Finalità: sostenere la cura e la ricerca nel campo dei tumori, aiutare, di fatto, i pazienti del reparto di Oncologia all’ospedale di Circolo. Sapevamo che esistevano altre associazioni di volontariato impegnate sullo stesso fronte.

 Accettammo la sfida con passione, desiderio di fare, convinzione che una sanità pubblica partecipata dalla solidarietà privata fosse, già allora, cosa buona e giusta. Dopo tre lustri si possono fare bilanci. “Varese per l’Oncologia” è partner finanziario di un’azienda ospedaliera con sette presidi territoriali. Dal 2004 al 2019, grazie a chi ha creduto in noi – per lo più soci titolari di una tessera da 30 euro l’anno e sottoscrittori del “5 per 1000” – abbiamo garantito ai nostri ospedali donazioni per centinaia di migliaia di euro. Siamo fieri di avere alleviato disagi, accorciato distanze: potersi curare vicino a casa, ha migliorato la vita a molti pazienti. Cominciammo con un day hospital oncologico a Cittiglio, un altro a Luino. Per molti che affrontavano la chemioterapia, non era agevole il trasferimento a Varese.

 Poi c’è stata la svolta delle cure a domicilio per malati ancora bisognosi di assistenza, dopo le dimissioni dal reparto. Ai più fragili, in collaborazione con Auser, offriamo da un anno trasporti gratuiti. Ci abbiamo creduto al punto che Regione Lombardia ne ha fatto un modello con una sua delibera del 2017. Dobbiamo gratitudine a medici e paramedici che accettarono l’esperimento.

 Lasciateci lanciare un appello: l’università dell’Insubria riapra la scuola di oncologia. Non la sola, a dire il vero, finita nell’elenco dei tagli che sono stati nazionali. Il nuovo rettore è un medico: siamo sicuri che nel suo programma ci sia il rilancio della didattica specialistica.

 Per anni la nostra Onlus ha messo a disposizione borse di studio a beneficio di giovani dottori, in prevalenza donne, che si specializzavano nell’ateneo dell’Insubria, facendo pratica al Circolo, a volte venendo assunti. Oggi più di prima, dopo il potenziamento del polo onco-ematologico, esistono le condizioni per non disperdere un patrimonio importante. Il connubio clinica-ricerca è fondamentale nella lotta al cancro.

 Non siamo soli, ne siamo consapevoli: con Ail e Sulle Ali, con Caos e altre sigle dedicate abbiamo realizzato progetti comuni. Fondazione Circolo della Bontà ci coinvolse nel progetto del wi-fi gratuito esteso ai ricoverati nei day hospital di Oncologia, Ematologia, Radioterapia e Hospice. Cosa fatta con soddisfazione unanime. Come continuare a “dare un aiuto a chi aiuta una vita”, il nostro slogan? Diffondendo la buona novella: il cancro non è più un guerriero invincibile, perde colpi, arretra, si rassegna a essere sconfitto, prima o poi definitivamente, dai progressi della scienza. A Milano come a Los Angeles. Avanti così.

Gianni Spartà, Presidente di Varese per l’Oncologia

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