Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

VIA DELLA SETA

ROBI RONZA - 15/03/2019

La nuova “Via della seta”

La nuova “Via della seta”

La nuova Via della Seta è stata già riaperta cinque anni fa, da quando iniziò il collegamento ferroviario regolare fra la città cinese di Chongqing e la città tedesca di Duisburg. Per farsi un’idea di quanto nella sostanza siano pretestuose le polemiche che si sono accese in Italia, e fra Italia e Stati Uniti, a proposito della riapertura in forma moderna di questo storico itinerario commerciale basti considerare questo dato di fatto.

Dal 2014 treni merci transcontinentali percorrono regolarmente in circa 13 giorni gli 11.179 chilometri che separano Chongqing da Duisburg passando attraverso le province cinesi dello Yunnan e del Xingjiang, quindi la Russia, la Bielorussia, la Polonia e infine la Germania. D’altro canto tra i Paesi fondatori dell’Asian Infrastructures Investment Bank, promossa dalla Cina per finanziare la gigantesca operazione, ci sono tre Stati membri del G7: non solo infatti l’Italia ma anche la Germania e la Francia. A tale banca il nostro Paese aderì nel luglio 2016 per decisione del governo Renzi. E ne sono membri i più diversi Paesi dell’Asia e dell’Europa: dall’Afghanistan all’Islanda, da Malta alla Cambogia. Quest’anno la sua assemblea annuale, in programma per i prossimi 12-13 giugno, avrà luogo in Lussemburgo.

La riapertura della Via della Seta è senza dubbio una svolta di importanza epocale: chiude un’epoca iniziata nel secolo XV quando Spagna e Portogallo, anche sul traino della scoperta dell’America, riuscirono con successo a spostare i grandi itinerari commerciali a lunga distanza dalla terra ferma agli oceani. Tuttavia, diversamente da allora, i percorsi via terra e via mare non sono più alternativi tra loro. Lo sviluppo degli scambi è oggi divenuto tale che c’è spazio sia per gli uni che per gli altri. Quindi l’ostilità degli Stati Uniti è al riguardo sostanzialmente ingiustificata.

Mi si permetta a questo punto di ricordare ancora una volta, non senza una certa civetteria, che risale al 1984 un mio libro dal titolo La nuova Via della Seta, con prefazione di Tiziano Terzani, nel cui auspicavo ciò che infine sta cominciando ad accadere adesso. Lo auspicavo però come un possibile “assetto mondiale degli anni ‘90”; e ben diversamente sarebbero andate le cose se tale operazione fosse stata avviata allora per iniziativa dell’Europa, e in particolare dell’Europa mediterranea. L’hanno avviata invece 25 anni più tardi la Cina e la Germania (cfr. Cina e Germania riaprono (finalmente) la “Via della Seta”, ma tagliando fuori l’Italia, 21 marzo 2015).

Siamo perciò oggi nella non gradevole ma inevitabile condizione di chi è costretto alla rincorsa. D’altra parte restare in un angolo a braccia conserte sarebbe peggio. Così come ora si sta delineando, la riapertura della Via della Seta ha due cruciali difetti: corre troppo a Nord e taglia fuori l’India. Entrambe le cose non ci convengono: come prima economia del Sud Europa abbiamo tutto l’interesse a che la variante mediterranea della nuova Via della Seta non sia secondaria; e in nome non solo nostro ma di tutta l’Europa dobbiamo fermamente evitare che l’India venga tagliata fuori.

L’emarginazione se non l’esclusione dell’India da tale processo non ci conviene per due motivi, l’uno economico e l’altro culturale, ma entrambi molto importanti: in primo luogo l’India ha un futuro economico-sociale più promettente di quello della Cina, e in secondo luogo è la più popolosa democrazia del mondo, mentre la Cina è del mondo il più popoloso regime autoritario. Tutto ciò considerato, occorre che il controllo tecnico e finanziario dei nostri porti resti nelle nostre mani e che l’India non sia lasciata ai margini. Stando così le cose il nostro governo fa bene a schierarsi a favore della riapertura della Via della Seta purché non si riduca ad aderire al progetto cinese a scatola chiusa.

www.robironza.wordpress.com

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login