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Pensare il Futuro

BUONE NUOVE DALL’OLANDA

MARIO AGOSTINELLI - 15/03/2019

centrale_carboneL’anno scorso venti Stati e Regioni, tra cui l’Italia, hanno risposto all’appello di Canada e Regno Unito di porre fine al carbone entro il 2030. Le nazioni che hanno aderito alla proposta escluderanno il combustibile fossile dalle fonti impiegate per produrre elettricità. L’iniziativa annunciata già durante la Cop 23 di Bonn sui cambiamenti climatici s’intitola “Global Alliance to Power Past Coal”. Al momento a questa alleanza globale per l’elettricità oltre il carbone non aderiscono però i Paesi che ne bruciano di più, né i maggiori produttori.

 Fra i primi figurano la Cina, che da anni brucia la metà del carbone di tutto il mondo, e l’India, la cui quota di carbone nel 2016 ha rappresentato tre quarti dei consumi energetici nazionali. I paesi che possono contare sui maggiori giacimenti sono Stati Uniti, Russia, Cina, India, Australia, Sudafrica, Germania (lignite), Ucraina, Kazakistan.

 Dal 2000, la capacità di produzione di energia elettrica alimentata a carbone è cresciuta di quasi 900 GW (fonte World Energy Outlook 2017 dell’Aie), mentre si prevede che, per via degli impianti già in costruzione, da oggi al 2040 si aggiungeranno altri 400 GW.

 Secondo lo scenario tracciato dall’Aie, il fabbisogno energetico globale aumenterà più lentamente rispetto al passato, pur tuttavia tra oggi e il 2040 crescerà del 30 per cento.

 Dunque è importante cominciare a espellere da qualche parte del mondo le fonti più inquinanti, a cominciare proprio dal carbone, che è il combustibile più vecchio e con le maggiori emissioni dannose per la salute umana ed è anche la principale fonte di gas serra. Purtroppo però, secondo il parere di molti e autorevoli esperti, il tempo che ci rimane a disposizione prima di innescare processi irreversibili è rimasto davvero poco.

 Mentre finalmente si riempiono di giovani studenti le “piazze di Greta” per contenere le emissioni di CO2, una buona notizia arriva dall’Olanda. La centrale a carbone da 650 MW di Hemweg, nei pressi di Amsterdam, dovrà chiudere entro il 31 dicembre di quest’anno.

 La chiusura, spiega una nota del ministero, è parte delle misure che l’esecutivo deve adottare per ottemperare a una sentenza della Corte dell’Aia (il cosiddetto “caso Urgenda”), che ha imposto all’Olanda di ridurre le emissioni di CO2 del 25% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990.

 Il mese prossimo arriverà poi un pacchetto completo di misure per tutelare i lavoratori. Il ministro dell’energia Wiebes ha avviato discussioni “sul risarcimento dei danni” con la società proprietaria della centrale e sta elaborando “un piano di ammortizzatori sociali per i dipendenti coinvolti”. Il Governo olandese ha deciso l’anno scorso di fermare entro il 2029 le quattro centrali a carbone rimaste.

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