Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Parole

DIETROFRONT

MARGHERITA GIROMINI - 29/03/2019

ramyUna buona notizia, finalmente!

Salvini si ricrede e concede la cittadinanza italiana ai due ragazzini di Crema.

Poco importa se si tratta di una mossa elettorale.

Il riconoscimento è e resta significativo anche se, come afferma il sindaco di Milano, Sala, la sua eccezionalità non serve a rimettere in moto il percorso dello ius soli.

Dunque il sogno di Rami di diventare anche giuridicamente italiano si realizza: una storia a lieto fine che non modifica il mio giudizio negativo sulle intemperanze linguistiche del Ministro.

Ci sono responsabilità che chi governa e per questo motivo occupa uno spazio quotidiano sui media, deve saper riconoscere. Non si può non essere consapevoli del peso delle proprie parole e del valore dei propri comportamenti.

Ecco perché continuo a ritenere discutibile il linguaggio sia esplicito sia implicito di Salvini.

Penso a quando se l’è presa con Rami, ragazzino di tredici anni, sbeffeggiandolo con argomentazioni per lui complesse.

Una modalità relazionale, la sua, che rovescia lo schema classico secondo cui spetta ai giovani ribellarsi e contestare la società degli adulti, introducendone uno nuovo dove i secondi si accaniscono contro i primi.

Avevamo già parlato della valanga di ostracismo che alcuni giornalisti nei diversi paesi europei hanno riversato sulla giovane Greta Thunberg, colpevole di essere riuscita a mobilitare sul tema della salvaguardia del pianeta migliaia di suoi coetanei in tutto il mondo.

Sulla scena massmediologica oggigiorno si muovono adulti cattivi, livorosi contro tutto e tutti, insofferenti dei successi dei ragazzi, incapaci di quella preziosa empatia che dovrebbe accompagnare la maturazione dei soggetti in crescita. Così assistiamo allo sdoganamento di linguaggi verbali e non verbali in passato ritenuti scorretti con la conseguenza che chiunque si sente autorizzato a esprimere a voce alta il peggio di sé.

Gli stessi adulti scorretti poi, quando si parla di scuola, si profondono in ipocrite disquisizioni sulla necessità di reintrodurre l’educazione civica nei programmi.

Nel nostro paese questa situazione di asimmetria pedagogica ha visto contrapporsi un Ministro ultra quarantenne a un ragazzino di tredici che ha dato prova di intraprendenza, autocontrollo, coraggio e attenzione al prossimo.

Nei giorni seguiti alla sventata strage del bus con a bordo i 51 ragazzini delle medie di Crema si è consumato il ridimensionamento del ruolo dei due ragazzini “non italiani”, il più noto dei quali è Rami.

Mi ha colpito un ascoltatore che ha inviato alla trasmissione radiofonica il seguente SMS, letto, senza commenti, dal conduttore.

Diceva così: “Ma che cosa avrà fatto mai di così speciale questo ragazzo? Una telefonata!”

A sua volta il Ministro dell’Interno, inizialmente aperto alla possibilità di attribuire al ragazzino la cittadinanza per meriti speciali, nel giro di poche ore ha cambiato idea cimentandosi in spiegazioni para giuridiche per sancire che, se il ragazzo pretendeva la cittadinanza non solo per sé ma anche i compagni nella sua situazione, avrebbe dovuto farsi eleggere e poi cambiare la legge.

Una risposta sarcastica e un po’ bullesca perché Rami ha solo 13 anni e dovrebbe attenderne altri 12 per potersi candidare alla Camera e altri 27 per il Senato.

L’altro concetto, apparentemente solido sul piano culturale, è che “qui non si regala la cittadinanza, mica è un premio!”. Concetto con cui è riuscito a intrufolarsi nel campo di chi, da sinistra, sostiene che la cittadinanza non è solo un passaporto ma la conclusione di un percorso di consapevolezza.

Poco prima il Ministro aveva tuonato: la cittadinanza italiana doveva essere immediatamente tolta all’autista del pullman, anche qui, furbescamente, giocando sulla riprovazione generale verso il gesto terroristico dell’uomo. Allo stesso tempo confermando come nel suo immaginario sovranista la cittadinanza è concepita: un bollino premio che si dà o si toglie a seconda del comportamento dei destinatari.

Sorprende che Salvini non abbia parlato di “pacchia”, termine in precedenza usato per raccontarci quanto piacevole fosse l’esperienza dell’attraversamento del Mediterraneo a bordo di un barcone.

Forse Rami avrà irritato il Ministro perché si esprime da ragazzino assennato. contraddicendo la narrazione leghista secondo cui le persone di origine straniera sono cattive e infìde.

Con i suoi modi spicci, ai giornalisti ha ribattuto indispettito che sulla famiglia di Rami si stavano facendo tutte le verifiche del caso “Perché prima di fare scelte così importanti bisogna aver controllato tutto e tutti”.

In un successivo passaggio televisivo il Ministro ha elencato le sue riserve sulla proposta ormai sostenuta da più parti, poi ha chiuso ricorrendo alla frase caustica con cui Sallusti aveva efficacemente sintetizzato la propria idea di ius soli, in un editoriale del Giornale.

Rami non si accontenta della cittadinanza per merito ma la pretende per tutti? “Come si dice dalle nostre parti? Nun t’allargà!”.

È evidente che il suo dietro front è stato studiato riga per riga..

Salvini ha cambiato idea e noi ne siamo molto, molto contenti.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login