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Pensare il Futuro

PUNTO DI SVOLTA

MARIO AGOSTINELLI - 29/03/2019

La manifestazione del 15 marzo a Milano

La manifestazione del 15 marzo a Milano

Questa volta basta raccontare: siamo ad un punto di svolta: le manifestazioni degli studenti il 15 marzo e quella per il clima e contro le grandi opere inutili a Roma la settimana successiva, il 23, hanno un segno nuovo, inedito, da cambio di fase e di rotta

Vorrei si prendesse atto della dimensione epocale dello scontro evocato da Greta e dagli studenti sfilati in cento piazze italiane, in un numero inaspettato a Milano ed anche il pomeriggio del 15 marzo a Varese. Il fatto è che, piaccia o no ai nostri governanti, il presente rancoroso non basta più, occorre occuparsi del futuro. In sostanza – e senza esagerare – oggi siamo tutti chiamati a salvare il Mondo. La consapevolezza della dimensione epocale è tutta dei ragazzi ed è nel loro grido: Salviamo la Terra. Cambia tutto, ma proprio tutto. Cambia la politica, il messaggio e il linguaggio che devono essere rivolti a tutti, cambia che tutte le corporazioni: sindacali o di genere, di identità, di nazionalità, di religione, di colore della pelle, devono essere attraversate dal paradigma di Salvare il Mondo. E non è cosa che si liquida in una manifestazione o che si accantona con qualche provvedimento fatto per decreto legge.

Qui si tratta della democrazia come partecipazione e risorsa e della creatività, dell’impegno, del lavoro, dello studio per affrontare un problema tanto grande da averlo posposto, dimenticando che in discussione non è una generazione, ma l’umanità a venire. Da tempo, da laico determinato, lavoro perché la Enciclica Laudato Sì venga predicata, accolta, elaborata e vissuta come un pilastro profetico, che va riproposto come un manifesto ai giovani e che, credo, ha influito non poco sul movimento.

Per la freschezza della manifestazione del 15 marzo rimando ad un mio filmato che ancora mi coglie sorpreso nei suoi colori, nella serenità che comunica, nella assoluta e intransigente tensione trasmessa per cambiare rotta.

Per la manifestazione del 23 a Roma, quasi oscurata dei media, sono giunti oltre duecento pullman organizzati, unendosi a quelli giunti in treno o singolarmente. C’erano le bandiere delle associazioni e dei comitati per l’ambiente e i cartelli con le rivendicazioni della più recenti lotte ecologiche globali. C’era la consapevolezza che non esistono modelli di sviluppo sostenibili nel neoliberismo e nell’egoismo dell’indifferenza e che occorre una società libera dall’estrattivismo, dal colonialismo, dalle diseguaglianze sociali. Si percepisce ormai in maniera netta il respiro della speranza, del desiderio di mettere in comune lotte e istanze che nascono dal basso, dell’entusiasmo di chi – oltre ai fossili – vuole lasciare sottoterra anche la rassegnazione. Mi sembra davvero un profumo nuovo, che andrà oltre una Primavera arrivata troppo in fretta sul piano climatico, ma tardi per le coscienze poco allertate.

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