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Politica

CAMPO LARGO

GIUSEPPE ADAMOLI - 11/04/2019

pdC’è chi spera fortemente che in Italia si possa tornare presto ad un bipolarismo fra destra e sinistra di governo complice un robusto ridimensionamento dei Cinquestelle. Fondata questa prospettiva?

Il dato di partenza è chiaro: questa legislatura finirà alla scadenza naturale oppure con le elezioni anticipate se si romperà il “contratto” giallo-verde. Non ci sarà nessun cambio di maggioranza senza le urne per due motivi: perché i voti di Berlusconi e della Meloni non bastano affatto ad un governo con la Lega e perché il centrosinistra non entrerà in un governo con i Cinquestelle anche se insieme ne avrebbero la forza numerica.

Nella prossima legislatura Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, potrebbero invece ottenere i seggi necessari per governare. Per contrastare questo disegno il Pd dovrebbe preparare una possibile sebbene ardua alternativa. Realismo vuole che difficilmente il centrosinistra classico ce la farà da solo e in tale prospettiva c’è chi pensa ad un futuro accordo anche con il M5S in forte calo e con un diverso “capo politico”.

In ogni caso l’alternativa va perseguita fin da adesso con proposte credibili e molto concrete. Il primo banco di prova sono ovviamente le elezioni europee. Qui le idee del centrosinistra sono ormai sul tavolo: tenere bene in vita l’Unione rinnovandola con l’idea di un forte governo, il che significa meno potere al Consiglio europeo delle nazioni che sono le vere responsabili della debolezza e dell’indecisionismo dell’Unione. Cosa pensino invece i Cinquestelle non è dato di sapere.

Tanti economisti ritengono che una parte rilevante dei guai italiani dipenda dal conflitto con le Istituzioni europee. Se l’Italia proponesse un piano serio per uscire dalla recessione, l’Europa non si volterebbe dall’altra parte perché tutti sanno che il nostro Paese ha bisogno di investimenti in capitale umano e fisico, oltre che di riforme strutturali.

Qui stanno i nodi da sciogliere. Nei prossimi mesi e in particolare in autunno l’Italia avrà di fronte una montagna da scalare con una durissima finanziaria. Bisogna evitare l’aumento dell’Iva che colpirebbe i ceti più deboli ed è necessario scongiurare il rischio che questo governo applichi davvero, magari come ultima risorsa elettorale, la flat tax che nel quadro attuale sarebbe molto azzardata ed iniqua.

Il ventaglio delle scelte possibili non è molto ampio e fa tremare le vene ai polsi. Dire che si farà la battaglia all’evasione e che si taglieranno le spese inutili va bene, ma sono pannicelli caldi e comunque non sufficienti in quanto serviranno misure draconiane, magari una sorta di patrimoniale sulla casa.

Il centrosinistra di governo deve affrontare questi temi con coraggio e senza demagogia per decidere quale sia il “campo largo” che lo potrebbe rimettere in gioco. Servono delle convergenze reali avendo coscienza che siamo dentro una fase nuovissima da affrontare senza richiami al passato né prossimo né tantomeno remoto.

Da qui passa anche la questione delle future alleanze che tanto appassiona ma che, affrontata senza una logica fortemente programmatica, rischia di portare a “contratti” fallimentari come quello in vigore. Tutto ciò potrà chiamare in causa anche il M5S se avrà imparato l’amara lezione di questa legislatura.

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