Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Parole

EGUAGLIANZA

MARGHERITA GIROMINI - 10/05/2019

Ai tempi del grembiule obbligatorio

Ai tempi del grembiule obbligatorio

Un argomento che sa di diversivo, questo del grembiule da far indossare agli studenti.

La scuola ha ben altre priorità, hanno risposto i dirigenti scolastici: formazione, aggiornamento, materiale didattico, attrezzature, palestre, biblioteche, sicurezza, l’elenco non si ferma qui.

Un grembiule è uno strumento di uguaglianza, si replica: renderà uguali bambini e ragazzi?

Dovrà essere un grembiule “di Stato”, confezionato per tutti con lo stesso filo e gli stessi bottoni, perché, se ogni studente ne acquistasse uno a proprio piacimento, al mercato come in boutique, che divisa potrebbe mai essere?

Poi il colore: nero, senza dubbio.

Dalle scuole dell’infanzia in su un grembiule dovrebbe servire a ripristinare l’ordine e la disciplina perduti dai tempi lontani, oggi pericolosamente riesumati, del Ventennio.

Un metodo per far scomparire i bambini poveri, si pensa. Così diminuiranno le differenze tra poveri e ricchi.

Anche i bambini costretti a pranzare con “tonno e cracker” perché i genitori non riescono a pagare la retta della mensa scolastica. Pure gli scolari di Lodi che appartengono a famiglie “straniere” impossibilitate a documentare di non possedere beni immobili nei paesi di provenienza.

Sorge un problema tra tanti: che si fa in presenza di uno zaino consunto dall’uso (proprietario un bambino povero), e di scarpe firmate (proprietario un bambino ricco)?

Bisognerà nascondere i due oggetti perché non conclamino le differenze di classe dei loro portatori: con copri scarpe, quelle che ti danno dal dentista, e con copri zaino antipioggia, corredo sportivo ben noto ai camminatori di montagna.

Un grembiule, mi dispiace, temo che non basti.

Se poi vogliamo ragionare sulle differenze più eclatanti tra le classi sociali, possiamo allungare lo sguardo fin dentro una classe dove i bambini indossano tutti grembiulini omologati.

Un primo problema arriverà all’apertura delle scuole, a settembre, quando uno degli argomenti più trattati dagli insegnanti per riprendere il filo del dialogo con la classe è quello delle vacanze estive.

Sarà pericoloso consentire ai pargoli delle famiglie benestanti di raccontare la loro estate in Sardegna o nella casa di proprietà al mare. I loro resoconti potrebbero mortificare i bambini poveri che hanno trascorso l’estate pedalando sulla vecchia bicicletta nel cortile condominiale e che hanno potuto frequentare solo il campo estivo della parrocchia.

Beati grembiulini, se riusciranno nell’intento di far credere, però solo ai più piccoli e meno smagati, che le differenze non esistono più.

Ma un feed back bisognerà pur darlo al Ministro dell’Interno che ha perorato la causa grembiule a scuola con la seguente motivazione pedagogica: “L’ho proposto anche al ministro della Pubblica Istruzione, come quando ero bimbo io alle elementari e alle medie, nel nome del rispetto e della parità di tutti i bimbi e le bimbe; chiederò che venga rimesso anche il grembiule per evitare quello con la felpa da 700 euro e il figlio di un operaio che non se la può permettere”.

Ha poi proseguito: “Già so che diranno che lo faceva anche il Duce: – vuoi tornare al Ventennio? Vedo i quattro nipotini sfigati dei partigiani che, se li vedessero, si rivolterebbero nelle tombe. No, siamo in democrazia e rimarremo in democrazia, ma rispetto delle regole: ordine e disciplina vanno insegnati fin da piccoli”.

Allora gli segnalo che i bambini in povertà assoluta in Italia sono circa un milione e 200mila.

Non solo, la condizione degli under 18, dal 2005 ha subito un continuo e costante peggioramento. Lo si apprende dai dati Istat presentati a Roma nell’ambito di un convegno sulle povertà nel nostro Paese.

I bambini sono dunque i nuovi poveri e le famiglie con figli minori le più esposte al rischio povertà. Chiara Saraceno, sociologa della famiglia, nota: “Mi colpisce che un Governo così giovane sia così poco attento ai bambini. I bambini per loro sono importanti solo come numero, per il tasso fecondità, ma in realtà poi non c’è alcuna attenzione per loro, per la loro situazione, per le cose di cui hanno bisogno”.

Una riflessione sui problemi reali del Paese potrebbe tornare utile a tutti.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login