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Attualità

PRIMA GLI ULTIMI

don ERNESTO MANDELLI - 14/06/2019

ultimiAnche in Italia come in altri Paesi europei sono arrivate e stanno arrivando persone da varie parti del mondo, in aumento a cominciare dagli ultimi decenni del secolo scorso fino ai nostri giorni. Persone che si sono inserite nella nostra società e nelle attività produttive non senza gravi disagi e ingiustizie perché sottopagate e non regolarizzate. Negli ultimi anni il fenomeno ha assunto proporzioni rilevanti a causa dei flussi migratori provenienti dall’Africa. Fenomeno spesso drammatico perché nel Mediterraneo, attraversato con imbarcazioni mal sicure, sono morte centinaia di persone, compresi donne e bambini. Ma proprio in questi tempi accanto a risposte meravigliose di accoglienza e solidarietà, specie nelle comunità del Sud Italia, nel nostro Paese è cresciuta la tendenza del rifiuto del migrante generato dalla paura.

Si impone una domanda: da dove nasce questa paura? Il popolo italiano ha così facilmente dimenticato le fatiche dei nostri padri migranti in tante parti del mondo, subendo spesse volte rifiuto e disprezzo, negli U.S.A. erano chiamati “i topi italiani” ? La storia purtroppo si ripete. L’Antico Testamente registra un avvertimento di Dio: “ Proteggete l’orfano, la vedova, lo straniero”. I deboli nella storia sono sempre stati soggiogati e maltrattati. Ai nostri giorni a sostegno e giustificazione del rifiuto si è affermato uno slogan: “Prima noi”.

È difficile capire e accettare questa linea di chiusura dopo secoli di Cristianesimo.

Sembrano anche svanite certe importanti conquiste della storia europea: “libertà, uguaglianza e fraternità” della rivoluzione francese. E in Italia il grande momento della Resistenza, che ha prodotto la Carta costituzionale, ponendo fine al ventennio di dittatura fascista e avviando il Paese alla democrazia.

Ma soprattutto dobbiamo riconoscere che il Cristianesimo è praticato ormai da una minoranza di italiani. Inoltre va detto che non è sufficiente avere in mano la corona del Rosario per dirsi cristiani. Il messaggio di Gesù è chiaro: ”Lo Spirito del Signore è su di me e mi ha mandato a portare ai poveri un lieto messagio” (Luca 4, 18). Nella sua vita Gesù ha sempre cercato persone emarginate dalla società ebraica, malati, lebbrosi, pubblicani, peccatori, prostitute, poveri. Ancora oggi essere cristiani vuol dire seguire l’esempio di Gesù.

Il Concilio Vaticano II (1963-1965) ha denunciato un grave errore presente tra i cristiani, quello di “separare la fede dalla vita”. In altre parole concepire il Cristianesimo solo come pratica religiosa e non come proposta che coinvolge tutta la vita fino a scelte radicali nella fedeltà al Vangelo. Di conseguenza i cristiani sventolano un’altra bandiera, ”Prima gli ultimi”, e non potranno mai aderire a chi afferma “Prima noi”.

Questa tendenza del “Prima noi” fortemente proclamata ai nostri giorni è l’espressione esplicita della natura egoistica insita nell’animo umano, che ogni persona onesta sa di dover combattere per arrivare alla maturità. Contro queste spinte egoistiche-individualistiche devono lottare gli sposi per affermare la loro relazione nell’amore. Devono essere vigilanti i genitori nell’opera educativa dei loro figli. Deve vegliare ogni cittadino se vuole collaborare a formare una società, nella quale non ci siano classi dominanti che sottomettono i deboli e gli svantaggiati.

Papa Francesco si è presentato alla Chiesa e al mondo, mettendosi alla sequela di Gesù, con la mente e il cuore rivolto ai poveri, agli ultimi, agli scarti della società. Non deve meravigliare se questa sua scelta decisamente evangelica venga contestata. Lo stesso Gesù era chiamato “mangione e beone, amico dei pubblicani e dei peccatori” e addirittura “indemoniato”.

Anche oggi il Vangelo può turbare. Turba quei cristiani che limitano la loro adesione al Cristianesimo con pratiche di culto e devozioni varie. Turba quei cristiani che pensano che affari ed economia siano un terreno nel quale la fede non dee entrare, perché valgono le regole della produttività e del profitto. Turba quei cristiani che nella vita politica pensano di vivere la loro fede solo collocandosi nei luoghi del potere, pronti sempre a salire sul carro del vincitore.

Infine alcuni gruppi di persone hanno scelto di esercitarsi con una certa frequenza con vari interventi denigratori nei confronti di Papa Francesco. Confesso la mia ignoranza, ma non sono riuscito a cogliere negli interventi di queste persone rilievi seri che documentino la incompatibilità con il Vangelo nel pensiero e nell’azione di Papa Francesco. Rimane invece forte il sospetto che il loro accanimento ossessivo sia subalterno a un interesse politico di parte. Si solleva allora un problema: quale è il disegno nascosto e quali forze lo manovrano ?

A conclusione è interessante segnalare una scritta posta nell’atrio dell’ ONU a New York:

“Tutti i figli di Adamo
formano un solo corpo,
sono della stessa entità.
Quando il tempo colpisce
con il dolore una parte
tutto il corpo soffre.
Se non senti
la pena degli altri,
non puoi essere chimato
UOMO”.

(Saadi di Shiraz –Poeta persiano-1200)

 

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