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Cultura

GRANDI ARCHITETTI

ROSALBA FERRERO - 28/06/2019

Il Novocomum di Terragni

Il Novocomum di Terragni

C’è un’inquietante somiglianza tra il Novocomum e il Club Zuev, due edifici che videro la luce nel biennio 1927- 1929. Il primo è in via Sinigaglia a Como, il secondo in Lesnajaulica 18 a Mosca; il primo è stato progettato da Giuseppe Terragni, neolaureato in architettura al Politecnico di Milano, il secondo da IlyaGolosov affermato professionista ultraquarantenne, architetto del regime sovietico.

Eppure adottano una soluzione compositiva angolare quasi identica, un corpo cilindrico di vetro che diventa in entrambi i casi un elemento caratterizzante e strutturante dell’immagine, inoltre nella stesura degli edifici fanno prevalere i rapporti geometrici e le proporzioni, sui fregi e le decorazioni tradizionali.

Terragni è nome noto anche ai non addetti ai lavori, in particolare nella città di Como ove ha lasciato tracce notissime, dalla Casa del Fascio all’Asilo infantile Sant’Elia, dal negozio Vitrum al monumento ai caduti; Golosov non è nome noto in Italia.

La favorevole situazione economica che si verificò in Italia dopo il biennio rosso seguito alla fine del primo conflitto mondiale, diede il via allo sviluppo della città di Como nella zona Stadio, alla foce del Cosia, e nel forte sviluppo edilizio del momento trovò spazio il progetto del Terragni.

L’architetto ricevette l’incarico dalla società immobiliare Novocomun di Olgiate Comasco per un edificio di civile abitazione su un lotto quadrangolare il cui lato principale è posto sul viale Sinigaglia, che doveva inglobare parte di un edificio preesistente; per dare al complesso una forma unitaria, Terragni definisce un impianto a doppia E, con tre corpi scala, uno centrale e due poste al punto di intersezione delle rette di facciata dove si trovano i due vano-scale cilindrici in vetro; il cortile interno è delimitato dal corpo principale e da due corpi di fabbrica minori, una terrazza comune al posto del tetto si apre sul lago e sulla città, secondo uno schema che a cavallo di Ottocento e Novecento venne usato da grandi architetti come l’architetto Faletti a Torino, nelle ‘case Padrini’, per consentire di godere il panorama cittadino dall’alto. Terragni non modifica le piante interne dell’edificio che ha cinque piani, il pianterreno è destinato agli uffici e gli altri quattro ad appartamenti, conserva i lunghi corridoi interni su cui si affacciano simmetricamente le stanze, ma disegna una insolita la forma navale per la struttura cui subito i comaschi affibbiano il soprannome di ‘Transatlantico’.

Le facciate originariamente color tortora, in contrasto cromatico con i sotto balconi, le rientranze e i cilindri d’angolo arancioni, i serramenti rossi, le tapparelle grigio-verdi e i parapetti in ferro azzurri, conferiscono una cromia avanguardista. È così evidente la rottura col passato di questo rivestimento architettonico in linea appunto con l’avanguardia internazionale, che Terragni, ritenendo di aver ‘osato troppo’, presenta alla Commissione edilizia un prospetto convenzionale con le facciate neoclassiche.

Tolte le impalcature, però emerge un edificio diverso di stampo avanguardista, che provoca scandalo e da vita a un’inchiesta per ‘deturpazione’; ma la Commissione d’ornato approva la novità, e il ‘Transatlantico’ diviene il primo edificio razionalista della città di Como, archetipo su cui vengono modellati decine di palazzi ‘razionalisti’ negli anni a seguire.

Diversa la storia del Club Zuev, capolavoro del costruttivismo russo, espressione della volontà di intervenire nella vita di tutti i giorni con la nuova visione del mondo originata dalla Rivoluzione del 1917, attraverso strutture per il tempo libero dei lavoratori, come i ‘club Kauchuk, Svoboda e Rusakov’ di Konstantin Melnikov, il ‘Likachev’ dei fratelli Vesnin e i lavori di IlyaGolosov.

La facciata del ‘ZuevWorkers Club’, che possiede un auditorium da 850 posti ed è stato progettato per ospitare varie strutture per i lavoratori di Mosca, propone scale cilindriche in vetro, poste negli spigoli delle rette di facciata, che creano intersezioni di figure geometriche essenziali grazie all’ innovativo uso dei vetri.

Leader del Costruttivismo tra 1925-1931, Golosov elabora poi uno stile personale nell’architettura stalinista, il post-costruttivismo; l’uso delle tecnologie più avanzate e delle innovazioni dell’ingegneria, e lo scopo sociale dichiaratamente comunista lasceranno un’impronta marcata sullo sviluppo dell’architettura sovietica e internazionale.

Molti edifici successivi come quello dei Lloyd’s di Richard Rogers inaugurato nel 1986, risentono della lezione di Golosov come degli Architektons di Malevich.

Ritorna quindi la domanda: hanno qualcosa in comune il Novocomum, casa di civile abitazione di Como, e il Club Zuev sede di un partito a Mosca? E per quale motivo sono tanti gli elementi comuni tra i due progetti entrambi del 1927, il primo di un ragazzo di 23 anni, Giuseppe Terragni fresco di laurea e l’altro di IlyaGolosov, architetto ultra quarantenne affermato e stimato ideatore del Neo-costruttivismo, architetto di regime con una ricca committenza a Mosca? Uno all’esordio, l’altro con una lunga carriera costellata di successi? Quali rapporti tra i due? Solo casualità e desiderio di rompere con gli schemi con la tradizione li ha spinti a realizzare soluzioni molto simili tra loro?

 Le date di progettazione e realizzazione dei due edifici sono pressoché identiche 1927 (stesura dei disegni) e 1929 (inaugurazione degli edifici…). Si può ipotizzare un plagio? e se così fosse, da parte di chi dei due? Certo che se si contestualizza storicamente la vicenda, la soluzione si allontana: non esistevano cento anni fa comunicazioni veloci di oggi, inoltre Golosov operava nella Russia ormai sotto l’imperialismo stalinista, con difficoltà di contatto con i paesi come l’Italia di tutt’altro stampo politico.

La volontà di chiarimento è stata la molla che ha portato a organizzare la mostra ‘Terragni e Golosov: Novocomum a Como-Club Zuev a Mosca. Avanguardie a confronto ’ da parte dell’Associazione Culturale Made in Maarc, che chiude il 30 giugno, curata da Alessandro De Magistris, ordinario di Storia dell’architettura al Politecnico di Milano e da Anna Vyazemtseva, docente di storia dell’architettura all’Università Roma Tre. Essi indagano,attraverso accurate analisi d’archivio e attraverso lo studio di documenti e riviste specializzate, il contesto culturale nel quale sono stati progettati e edificati il Novocomum e il Club Zuev, l’esistenza di consonanze e differenze, i punti di contatto tra l’operato di Terragni e di Golosov.

La mostra si propone anche come la prima edizione di un progetto di ‘Made In Maarc’, che prevede esposizioni biennali itineranti: partendo dalle ricchezze del ‘900, di cui la città lariana e il suo territorio sono ricchi – in primis il patrimonio edilizio razionalista– , si studiano relazioni e si confrontano le esperienze artistiche del movimento moderno in Europa e il ruolo di primo piano giocato da Como nel dibattito internazionale sulla nuova architettura.

Aperta a San Pietro in Atrio, in via degli Odescalchi a Como, l’esposizione prevede disegni inediti e riprodotti in scala reale del Club Zuev, accostati a quelli del Novocomum, insieme ai documenti provenienti dal Museo di Stato di Architettura A.V. Shchusev di Mosca, dall’Archivio di Stato delle Arti e della Letteratura di Mosca e dall’Archivio Terragni di Como; sono esposte anche immagini e foto d’epoca che dialogano con le foto scattate tra il 2016 e il 2019 da Roberto Conte ‘specializzato in foto d’architettura’ sugli edifici razionalisti allo stato attuale.

I pannelli esplicativi sono in lingua italiana e inglese, segno della volontà di coinvolgere e di offrire chiarezza a un pubblico non solo di architetti geometri ingegneri appassionati d’arte, ma anche di occasionali turisti, curiosi di scoprire il ricco patrimonio edilizio presente a Como, che proprio grazie all’opera di Terragni, si è emancipato dalle linee di progettazione tradizionali, sfidando i conformismi e ha usato criteri nuovi per tracciare l’architettura moderna.

Terragni e Golosov: Novocomum a Como, Club Zuev a Mosca. Avanguardie a confronto

Allestimento di Giovanna Saladanna Como San Pietro in Atrio 2-30 giugno 2019 La mostra sarà riproposta a Mosca dal 3 settembre al 3 novembre 2019

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