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Cultura

CARLIN PETRINI FA 70

SERGIO REDAELLI - 05/07/2019

petriniLo ha promesso: “Compiuti i settant’anni lascio”, ma nessuno gli crede. Senza Carlin Petrini che Slow Food sarebbe? Eppure lo scrittore, ambientalista e gastronomo piemontese con il cuore a sinistra (nel 2007 fu tra i promotori del partito democratico) lo ha detto e ripetuto spesso agli amici, in via riservata, durante le visite alle condotte o seduto a cena con i fedelissimi. E ora che settant’anni li ha compiuti (è nato a Bra il 22 giugno 1949) la decisione potrebbe arrivare da un momento all’altro.

È passato oltre mezzo secolo da quando, diciassettenne, assunse la presidenza della S. Vincenzo a Bra, provincia di Cuneo, primo segnale delle sue simpatie per i più deboli. Petrini era alla ricerca di sé stesso e nel 1978 debuttò come cantante al Premio Tenco di Sanremo. Poi la conversione alla tutela del territorio, alla produzione agricola pulita, all’alimentazione buona e giusta. Negli anni ’80 sforna le prime idee geniali. Contribuisce alla nascita della rivista Gambero Rosso e fonda Arcigola, l’incubatoio di Slow Food che combatte il concetto dell’alimentazione veloce all’americana e difende il gusto, il sapore, l’alimentazione colta, naturale e ragionata.

Crea a Torino il Salone del Gusto e nel 1997 la rassegna biennale Cheese, che promuove i formaggi a latte crudo non pastorizzato. Nel 2004 il giornale Time lo inserisce tra i 27 eroi d’Europa e nel 2008 il Guardian lo indica tra le 50 persone che possono salvare il pianeta. Nasce la rete mondiale delle comunità del cibo Terra Madre, a cui oggi aderiscono 150 Paesi e arriva la prima di una lunga serie di lauree honoris causa in scienze e tecnologie agrarie a Palermo. Lui, invece, istituisce l’università degli studi di scienze gastronomiche a Pollenzo che forma studenti con una nuova coscienza del suolo, dell’alimentazione e della gastronomia, come beni culturali e sociali.

Dal 2016 è ambasciatore della Fao, l’organizzazione mondiale del cibo e dell’agricoltura. I suoi interessi investono l’uomo in tutti i suoi aspetti. A cominciare dall’ambiente in una sostanziale identità di vedute con papa Francesco. Crea le comunità Laudato Si ispirandosi all’enciclica scritta da Bergoglio nel 2015 per la cura della casa comune, terra, acqua, cibo e per combattere le ingiustizie nel mondo. “Un testo storico e straordinario”, lo definisce Petrini. Con il papa condivide la speranza di un cambiamento rivoluzionario, di una nuova umanità che si batte contro l’inquinamento, il degrado climatico e sociale e contro l’indifferenza.

Il fondatore di Slow Food sta con i contadini che preservano il territorio, con i casari, gli allevatori e i pescatori. Contro la logica del profitto delle multinazionali e dell’omologazione del gusto, contro gli Ogm e l’uso dei pesticidi. Nel mondo convivono 800 milioni di persone malnutrite e quasi 2 miliardi obese e sovrappeso. Una contraddizione irragionevole e pericolosa. La questione del cibo è fondamentale per capire quale futuro avrà l’uomo sul pianeta. “Bisogna contrarre i consumi nelle parti del mondo dove sono eccessivi – predica al Salone del Gusto 2018 – e cercare di ridistribuirli dove c’è scarsità di cibo. Le grandi questioni legate all’agricoltura e all’alimentazione non sono più questioni nazionali, ma mondiali”.

“Non se ne può più – polemizza – dei programmi televisivi con gente che a tutte le ore spadella, delira, ne dice di tutti i colori. Non è giusto che tutta l’attenzione sia solo per gli chef che pure fanno un lavoro meritevole e che sono soprattutto maschi, quando la cultura del cibo in tante parti del mondo è fatta dalle donne contadine che sono la spina dorsale del sistema agricolo. In Africa, per esempio, fanno chilometri per portare l’acqua nei campi. In questi anni è stato riconosciuto il valore del cibo, ma non c’è ancora la piena coscienza che deve garantire il benessere di tutti”.

“Basterebbe realizzare 10 mila orti nelle scuole e nei villaggi africani per garantire alle comunità cibo fresco e sano – aggiunge – ma bisogna anche formare leader consapevoli del valore della propria terra e del futuro del continente. I nostri comportamenti alimentari possono incidere nel cambiare le cose. Slow Food lancerà una campagna mondiale per ridurre della metà il consumo individuale di carne. Quando ero giovane in Italia se ne mangiavano 22 chili pro capite, oggi 90, in Usa 120. In Africa soltanto 5. L’Organizzazione mondiale della sanità ha detto chiaro che mangiare troppa carne fa male alla salute. Bisogna contrarre i consumi in Occidente”.

E sull’ambiente: “L’agricoltura biologica riceve appena il 3% dei contributi complessivi in Italia, è urgente riprendere in mano la legge di tutela dei suoli che da 4 anni è vergognosamente ferma in Parlamento. La cementificazione crea alluvioni ogni volta che piove. Dobbiamo tutelare la terra, non violarla di continuo”.

Che farà Carlin Petrini se dovesse lasciare Slow Food? Nel 2013 Michele Santoro gli augurò di diventare ministro dell’agricoltura (allora al governo c’era Mario Monti e si preparava Enrico Letta). Oggi molti lo considerano il padre putativo di Greta Thunberg e del giovane movimento mondiale ambientalista. Ma l’augurio forse più bello glielo ha fatto l’assessore all’agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, all’ultimo Salone del Gusto: “Carlin Petrini meriterebbe il Nobel per la pace”.

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