Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Società

SORELLA DIGNITÀ

RENATA BALLERIO - 19/07/2019

clarisseVoi che vivete sicuri/nelle vostre tiepide case,/voi che trovate tornando a sera/il cibo caldo e visi amici…: i celebri versi di Primo Levi suonano, ieri come oggi, atto di accusa. Accusa all’indifferenza dai mille volti, calla fatica di pensare, al rischio di smentire, di negare, di banalizzare la realtà.

All’indifferenza, drammatica sabbia mobile, in cui rischiamo sempre più di precipitare, si deve reagire. E la reazione non è l’odio ma il coraggio dell’impegno. In questi giorni nel tam tam mediatico, che va da Faceboock a whatsapp, molti si sono interrogati, quasi increduli della lettera, pubblicata anche sul quotidiano Avvenire, in cui suore di clausura si rivolgono al Presidente Mattarella e a Giuseppe Conte, presidente del consiglio. Una coraggiosa denuncia fatta da chi è chiuso in convento ma fortemente aperto alla realtà. Non una contraddizione ma un atto di responsabilità, un richiamo al senso profondo di essere uomini, cittadini e cittadine del mondo. Insomma una lettera di vera politica rivolta ai politici.

Nella lettera le suore, che si definiscono noi claustrali, sorelle d’Italia e dei migranti, esprimono preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto, violenza e di discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati. Alle istituzioni le suore, clarisse e carmelitane, chiedono con fermezza dignità per queste persone e tutela per le loro vite. Non sono parole di buonismo o di cattolicismo di maniera ma di lucida consapevolezza. Affermano che la loro semplice vita di consorelle testimonia come stare insieme è impegnativo e talvolta faticoso, ma possibile e costruttivo. Ricordano, insomma, che la politica è l’arte del possibile. Sono profondamente convinte che non sia ingenuo credere che una solidarietà ben organizzata possa arricchire persino la situazione economica e sociale, E’ ingenuo, e lo sottolineano con chiarezza, credere che una civiltà possa chiudere le proprie porte.

Ogni loro parola è frutto di riflessione profonda. Non a caso la data scelta per rendere nota la loro lettera è quella dell’11 luglio San Benedetto, patrono – un po’ dimenticato- d’Europa. A questo proposito è utile rileggere un passaggio da Appunti per un naufragio di Davide Enia. Il drammaturgo, attore teatrale, scrittore regista palermitano, scrive: “Saranno loro (i migranti) a usare le parole esatte per descrivere cosa significa approdare sulla terraferma, dopo essere scappati dalla guerra e dalla miseria, inseguendo il sogno di una vita migliore. E saranno loro a spiegarci cosa è diventata l’Europa e a mostrarci, come uno specchio, chi siamo diventati noi. Le suore hanno trovato le parole giuste non solo per raccontare ma per scuotere la coscienza collettiva.

La politica da troppi anni non ha trovato le parole, e quindi le azioni, per raccontare questa crisi epocale. Sono stati usati e si usano termini che deformano la realtà: emergenza, invasioni, difesa della civiltà… e che non aiutano a conoscere la realtà per chi, certamente troppi, se ne stanno falsamente sicuri nelle proprie case. Una chiusura peggiore della clausura. Anche se non è a tutti possibile vedere con i propri occhi la realtà, come ha fatto un giovane geografo che ha percorso le strade dei migranti sulla rotta balcanica, a tutti è possibile un’apertura di coscienza. Vale la pena leggere il reportage di viaggio di Valerio Raffele dal titolo significativo “la rotta spezzata”.

Forse vale anche la pena ricordare le parole di Ivo Andric. L’autore de Il ponte sulla Drina affermò che ogni generazione ha le proprie illusioni riguardo la civiltà. Alcune credono di contribuire al suo progresso, altre si essere testimoni della sua decadenza… ma tutto dipende dal punto di vista da cui la si osserva. Il geografo Valerio Raffaele ha scelto la fatica del viaggio, le suore il coraggio della parola di denuncia… a nessuno è concesso invece l’applicazione della massima In medio stat virtus. In medio sta solo l ‘indifferenza che genera mostri peggiori del sonno della ragione.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login