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Editoriale

GIUSHAPPY

MASSIMO LODI - 13/09/2019

conte-salviniL’unico complotto dell’estate è stato di Salvini contro sé stesso. Mio golpe, mio massimo golpe. Perché abbia deciso di liquidare un governo in cui, volendolo, avrebbe accresciuto il valore della golden share leghista, rimane un mistero. S’annuncia un rimbalzo beffardo per lui e il centrodestra: le grida a soprusi, maneggi, inciuci e altro svaniranno presto, specie se l’inedita alleanza tra M5S e Pd dovesse dar cenni d’accettabile efficienza, anziché segnali di stolta litigiosità. Ne pagheranno i danni milionate d’elettori non di sinistra: speravano nella conversione moderata del radicale Salvini, e invece subiscono la sua tenacia a intestardirsi nel contrario. Sempre più estremo, fino a cader giù dalla cima dell’egolatria sulla quale s’era issato.

Ora vedremo. I problemi restano, le soluzioni sono da trovare. Ci vorrà tempo perché le differenze tra grillini e democratici si attenuino e ne sortisca una traccia d’armonia. Tanti elettori dei due partiti vengono da un medesimo bacino sociale, però in questi anni la diversità culturale tra il mondo M5S e il mondo Pd ha allargato il divario. Colmarlo appare un’operazione complicata, chissà se impossibile.

Esce premiato dalla bizzarra/caotica estate politica il pragmatismo, viene sconfitta la furbizia. Salvini era certo che lo sbocco della crisi sarebbero state le elezioni anticipate, facendo conto sull’indisponibilità di Zingaretti e Di Maio a esplorare altre strade. Ma sul primo ha prevalso la prontezza di riflessi di Renzi e sul secondo l’acrobazia trattativista di Grillo. L’esito è stato un accordo sofferto e peraltro legittimo, non un tradimento della volontà popolare: in un sistema parlamentare importa la capacità d’allestire una maggioranza. Se ci riesci, come la Costituzione impone, perché ti dovrebbe essere impedito di governare? M5S e Pd ci sono riusciti, e la Lega ha perduto un tesoro. Tipo: vinci alla lotteria e butti via il biglietto.

Nell’attesa/speranza d’esserlo di legislatura, il Conte 2 è il governo dell’emergenza. Nato in fretta, gli tocca affrontare urgenti questioni economiche, ha da ricollocare il Paese in un’Europa che lo aiuti, deve riposizionare la politica estera al di fuori delle mediocri astuzie in cui s’era incagliata. Il premier è un trasformista non per caso, ma per necessità: sono state le condizioni generali a favorire il suo particolare ruolo e non l’opposto. La discontinuità invocata da Zingaretti e subìta da Di Maio dipenderà dai fatti, non da chi è chiamato a darvi sostanza, anche se parecchi sono gl’inesperti arruolati per la prima volta in un esecutivo. Certo, non solo lo spirito salvifico verso il Paese è stato il volano della sorprendente intesa: han pesato interessi personali favorevoli a non mollare gli scranni parlamentari né un gigantesco bouquet di nomine da salvaguardare o effettuare. La situazione racconta però che il calcolo individuale d’una moltitudine di peones si sposa con la convenienza degl’italiani, dettaglio trascurato da Salvini, troppo preso dalla propaganda per accorgersi della realtà. Se anziché chiedere i pieni poteri avesse riempito il vuoto di potere del Conte 1, di cui era fra i responsabili (forse il maggiore), la storia della contemporaneità avrebbe preso un indirizzo diverso.

E dunque in piazza ci dovrebbe andare per autocontestarsi, invece di prendersela con i giallorossi succedutigli a causa della sua improvvida decisione. Qualora durassero, essi riformeranno la legge elettorale ed eleggeranno il nuovo presidente della Repubblica, conducendo la nave della governabilità, che l’ex ministro degl’Interni ha inutilmente tentato d’affondare, in un porto dove lo sbarco non è vietato. Per la felicità di Giushappy (Giuseppi), l’amico di Donald.

Lo sfondo della homepage di RMFonline diventa un lumen verticale di Vittore Frattini, che generosamente ce ne concede l’uso. Queste sue opere d’arte brillano quando diventa buio, e tanto più di luce c’è bisogno quanto meno i tempi sono lontani dalla cupezza. Siamo grati a Vittore, amico della speranza: conforta immaginarla come un insieme di tensioni colorate nell’universo del blu dipinto di blu.

 

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