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Politica

POLVERONI

FABRIZIO MARONI - 20/09/2019

bibbianorussiaChissà quante bottiglie di spumante avranno stappato all’Ufficio del Turismo di Bibbiano, negli ultimi mesi: sconosciuto ai più, all’improvviso questo paesone di diecimila abitanti in provincia di Reggio Emilia è salito agli onori della cronaca giungendo persino in Parlamento. Proprio pochi giorni fa, la senatrice leghista Lucia Borgonzoni ha esibito in aula una T-shirt con la scritta “Parliamo di Bibbiano”, prima del voto di fiducia al Conte 2. Molto chiasso e seduta sospesa.

In effetti, le ragioni di tanta fama inattesa sono tutt’altro che nobili, anzi vergognose: un business di affidamenti illeciti, bambini strappati alle loro famiglie dai servizi sociali con subdoli escamotage. Il triste caso ha assunto una connotazione politica dopo che il sindaco del luogo, Andrea Carletti, eletto con una lista civica di centro sinistra e iscritto del Pd, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio e falso ideologico. La vicenda ha toccato, comprensibilmente, la sensibilità di molti e le forze politiche avverse al Pd (principalmente Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, sebbene quest’ultimo abbia cambiato registro dopo l’alleanza di governo) si sono fatte trovare pronte a cavalcare l’onda dello sdegno nazionale.

Niente di nuovo: la ricerca del consenso passa anche da qui. La protesta della senatrice Borgonzoni è più comprensibile se si pensa che sarà lei la candidata della Lega alle regionali di ottobre in Emilia Romagna.

Fa riflettere, invece, che un simile polverone non si sia sollevato nello stesso periodo per un altro fatto. Lega e Movimento 5 Stelle hanno evidentemente cercato di far passare in sordina il cosiddetto Russiagate, calcando la mano sul caso di Bibbiano; l’opinione pubblica sembra aver assecondato il tentativo. Osservando i dati forniti da Google Trend, nella settimana in cui le ricerche degli utenti riguardo al Russiagate hanno raggiunto l’apice (14-20 Luglio), le ricerche su Bibbiano surclassavano nettamente le prime.

Tuttavia, è palese che, politicamente, queste vicende si trovino su due livelli di gravità molto distanti fra loro. Chiarito che ai genitori e bimbi di Bibbiano importerà molto poco di Savoini e dei suoi rapporti con i russi, il resto del Paese dovrebbe essere ben più preoccupato dall’inquietante inchiesta che sembrerebbe poter unire un (ormai ex) partito di governo, una compagnia petrolifera russa vicinissima a Putin e una presunta tangente da 65 milioni di euro.

Da un lato il caso isolato di abusi e affidamenti illeciti in un paese di diecimila abitanti; dall’altro una vicenda che, se confermata, sarebbe la prova di una gravissima ingerenza nella nostra politica interna da parte della Russia.

Si potrebbe aggiungere che il sindaco Carletti, unico punto di contatto tra il Partito Democratico e lo scandalo di Bibbiano, non è accusato di aver compiuto abusi su minori o di aver preso parte agli affidamenti illeciti, come ha già chiarito il gip. Ma poco importa.

Basta provare a immaginare, per un attimo, quali sarebbero state le reazioni se i medesimi episodi si fossero verificati a parti inverse.

Le cause di questo sbilanciamento percettivo non vanno cercate solo nella forza comunicativa più incisiva e spregiudicata di alcuni partiti o nelle diverse corde toccate dai due eventi. È anche una questione di consenso. Nei due angoli del ring ci sono la Lega, che nei sondaggi (sebbene ora sia in calo) è di gran lunga il primo partito, e il Pd, che nell’immaginario di molti elettori è stato (ed è ancora) considerato il partito vecchio, dell’establishment, legato all’élite. La diversa reazione che i cittadini hanno avuto verso i due eventi sembra essere la conferma della vecchia storia secondo cui molte persone credono solo a quello a cui vogliono credere; danno credito alle notizie che confermano le loro idee e sminuiscono tutto ciò che si scontra con le loro convinzioni.

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