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Quella volta che

EUTANASIA

MAURO DELLA PORTA RAFFO E MASSIMO LODI - 27/09/2019

Giorgio Saviane

Giorgio Saviane

-Caro Mauro, quella volta che Giorgio Saviane…

“Caro Massimo, era la seconda metà degli anni Settanta e lui stava ottenendo un formidabile successo col romanzo ‘Eutanasia di un amore’. Si pensò di farlo venire a Varese, per presentarlo”.

-Proposta subito accettata…

“Certo. Si scelse la sede di maggior prestigio locale, il Salone Estense”

-Grand’evento, trepidante attesa.

“Era nella speranza degli organizzatori che la risposta sarebbe stata degna dell’appuntamento. E venne il giorno fatidico”.

-Chi al tavolo dei relatori?

“Al centro Saviane, ai suoi lati Piero Chiara e Giancarlo Vigorelli. Piero aveva ormai guadagnato la celebrità da molti anni, Giancarlo godeva fama d’essere il maggior critico letterario italiano”.

-Al dunque: come andò?

“Entrammo d’anticipo, a cercar posto nelle prime file, io e il pittore Vittore Frattini. Che fortuna, pensai: davanti ancora tutto vuoto. E ci sedemmo nei posti d’onore”.

-Poi?

“Poi, esaurita la cerimonia dei saluti con gli ospiti, s’iniziò l’attesa degli altri convenuti. Dieci minuti, quindici, venti. Macché. Non arrivava nessuno. E nessuno arrivò più”

-Percio?

“Perciò Saviane rinunziò a parlare. Vigorelli c’invitò nella sua casa di via Rainoldi a bere un tè”.

-Il tè dei cinque…

“Senza zucchero”

-Eutanasia della cultura locale…

“Siamo stati dei precursori dello spirito laico”

 

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