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Sport

MONDIALE CON MODIFICHE

ETTORE PAGANI - 11/10/2019

mondialiScontata al Mondiale l’assenza di Nibali che pare propenso ad archiviare il resto della vita dopo il suo secondo posto con il Giro d’Italia.

Avevamo detto prima del Tour che sul siciliano vi sarebbe stato poco da aspettarsi. E così è stato: la sua assenza al Mondiale è stata da lui motivata a Cassani come conseguenza di un momento non felice.

A nostro modestissimo parere si ha la sensazione di un Nibali comunque in ribasso, più propenso alla pensione che al risveglio.

Per l’azzurro ci saremmo accontentati di una qualsiasi buona prestazione anche di qualcuno di seconda mano. In realtà si è sostanzialmente messo in ottima vista Trentin che poteva già considerarsi il migliore dei nostri.

Del resto tutto può succedere fino a quando il Mondiale continuerà a corrersi in una prova unica. La fama che lo circonda gli consente un pezzo unico, ma rimaniamo del parere che il titolo, appunto, dovrebbe spettare a chi si è mostrato più forte nell’anno. Una classifica a punti, infatti, eviterebbe arrivi imprecisati sempre – per carità – meritevoli, ma non con titoli da maglia iridata.

Vero che altri i Mondiali hanno visto anche autentici campioni passare per primi sotto lo striscione. Ma è altrettanto vero che qualche altra presenza era fuori da ogni logica.

Tanto per dire, proprio a casa nostra, nell’ultima vittoria azzurra quando alle Bettole si impose uno, pur gradito ma sostanzialmente sconosciuto.

Così ci pare logico insistere sulle varie gare. Con riferimento ai vincitori (o ai primi tre di ogni arrivo) classificati con punti differenziandosi le corse in linea con quelle a tappe.

D’altra parte non si farebbe altro che applicare al ciclismo il concetto di un titolo mondiale come si procede nella gran parte degli altri sport. Certo che occorrerebbe mettere fuori uso il faro acceso su una sola competizione con relativo battage e clamore.

Unica ragione del fare solo una prova. Nel caso specifico si sarebbe evitato anche quel che è successo ad Harrogate quando quasi tutti i concorrenti campioni o gregari dichiararono forfait a un uragano di pioggia e grandine.

Il trio arrivato in fine prevedeva anche la presenza di Trentin che poteva considerarsi vincitore a pochi metri da traguardo superato poi in volata dallo “sconosciuto” Pedersen: una situazione decisamente sfortunata che una classifica annuale avrebbe evitato.

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