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Cultura

LEGGERE, DISCUTERE

RENATA BALLERIO - 01/11/2019

letturaUna notarella di cronaca: il 5 novembre prossimo un gruppo di lettura varesino denominato “Lettori selvaggi” parteciperà ad una nota trasmissione televisiva, “Per un pugno di libri”. Oltre al giusto orgoglio di varesinità, la notizia è la punta di un iceberg. Prendere parte a un gruppo di lettura è un’attività che sempre più lettori abbracciano, anche a Varese. Mossi da curiosità,ma anche dalle esperienze degli amici, ci si incontra con altre persone per discutere di un libro. Affermazioni come queste si possono trovare grazie al motore di ricerca, nostro totem quotidiano. Leggere e discutere assieme è un fenomeno culturale e sociale che da anni si è sviluppato in Italia. A pensarci bene questa moda non è una novità, se ricordiamo quello che avveniva nei salotti dei nobili del ‘700. Certamente i motivi e le modalità per discutere di libri erano ben diverse. È,comunque,interessante leggere la descrizione fatta di questa consuetudine da Laura Ganzetti. La blogger nelle sue pagine intitolate “Il tè tostato” ben esprime questo desiderio,anzi bisogno di condividere e scambiare opinioni su un libro. Nel passato ci furono le Società di conversazione, oggi i gruppi si trovano non solo in librerie,in biblioteche e in associazioni ma anche in spazi virtuali. La passione solitaria della lettura si trasforma in confronto. Sempre valido il proverbio che ci ricorda che,se chi ha un dollaro lo mette sul tavolo, al termine della discussione (se non ci sono stati furbi) si riprenderà il suo dollaro. Ma se ognuno mette una idea, al termine tutti avranno più idee. Proprio questo è uno dei valori dei gruppi di lettura. Ne esistono di tutti i tipi e per tutti i gusti:confronti tematici,riflessioni su romanzi di successo o di nicchia, sulla letteratura al femminile, più raramente sui saggi. E ancora sui gialli, sui noir,sulla letteratura nordica, sulla Resistenza, su romanzi scritti in lingua originale,sul confronto tra romanzi e film.

Varese con provincia e dintorni non è immune da questo bisogno di lettura condivisa. I gruppi, per lo più formati da donne,sono sempre più numerosi: da Induno Olona a Cairate, da Cassano Magnago a Laveno, a Rovello Porro. Appassionati, o meglio appassionate, si ritrovano- per lo più con cadenza mensile-, si danno regole proprie per la scelta e la discussione, cercano il coordinatore oppure si autogestiscono. Dato su cui riflettere. E non dobbiamo dimenticare i gruppi per bambini e adolescenti, maschi e femmine,come a Malnate e nella piccola Cuveglio, che valorizzano la grande valenza educativa della lettura espressiva ad alta voce. Non ci sono statistiche precise sul numero di gruppi di lettura della nostra provincia, Ma forse è giusto non imprgionare questa voglia di lettura in numeri. Meglio fare proprie le riflessioni scritte nei primi anni ‘80 del XX secolo da Peter Bischel. Lo scrittore svizzero in un libretto sintetizzò le sue lezioni all’Università di Francoforte,interrogandosi sull’esigenza da parte di molti di condividere la lettura, di cercare- insomma- un co-lettore. Bischel lanciò anche una idea: istituire la figura dello scrittore-residente. Uno scrittore, pagato dalla comunità, a cui portare i libri per un continuo confronto. Utopia pensando alla nostra società in cui tutto è merce e in cui- ci dicono le statistiche- ci sono a livello italiano più scrittori che lettori?

Certamente i gruppi di lettura aiutano a sperare e ci dicono che le statistiche non sono l’unico modo per capire il nostro tempo. C’è davvero tanto bisogno di condivisione perché è importante amare i libri se si permettono di amare gli uomini.

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