Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Editoriale

L’AUTOBUS

MASSIMO LODI - 15/11/2019

Il cardinal Bassetti

Il cardinal Bassetti

L’opportunità che rinasca il partito dei laici cattolici divide i laici e i cattolici. Però che si debba riempire uno spazio chiamato per consuetudine di centro, appare ovvio e innegabile. Capacità d’essere realistici, prudenti, mediatori: questo era il must della Democrazia cristiana. Oggi una simile traccia di umile e pragmatico buonsenso non è quasi più riscontrabile. Oggi si urla, ci si sbraccia, si estremizza all’insegna dell’irresponsabilità e perciò s’avverte il bisogno d’invertire la tendenza, certo non in una fascia popolare maggioritaria, ma senz’altro in alcune frange di non minima consistenza.

Di qui il proposito di raccogliere un insieme di sensibilità, tenere uniti i vari e dispersi intenti di serietà/autorevolezza, creare la base d’un consenso allargabile, negarsi al ruolo di complici del banalconformismo, non essere soli a combatterlo. Quando il cardinale Bassetti, presidente della Cei, caldeggia la creazione di “reti d’impegno”, riassume il sentimento alloggiato in tanti fedeli e non fedeli: diamoci una mossa, mettiamo la faccia, disertiamo la corsa al facile consenso e invece guardiamo con generoso slancio alla soluzione dei problemi veri/complessi che inguaiano l’Italia. Forse, per raggiungere l’obiettivo, non sarà indispensabile dar vita a un nuovo partito. Ma sarà indispensabile agire come se lo fosse. In fondo, un partito non deve necessariamente essere materiale. Può essere concretamente virtuale, un rassemblement di tensioni morali, di solidarismo caritatevole, di coraggio verso le sfide difficili, di pronta intelligenza/comprensione delle emergenze, di alternativa all’individualismo esasperato, alle arroganze dilaganti, alla grossolana superbia dell’ineffabile cambiamento di parere (e d’indirizzo di un’azione di governo o d’opposizione) da un giorno all’altro.

Le “reti d’impegno” sono la risposta pratica a impulsi ideali. È il bene dell’associazionismo messo al servizio della politica. Rappresentano l’attualizzazione del Vangelo. Costruirle significa frenare la demolizione della voglia d’un tot d’italiani, e non solo dei cattolici, a esercitare il diritto di voto. Ormai, raccontano i sondaggi, il popolo degli astensionisti/indifferenti s’avvicina al cinquanta per cento di quello dell’intero Paese. Va scosso dall’apatia (guai agli annoiati, scrive Bernanos nel ‘Diario di un curato di campagna’) che sembra avvolgerlo, operazione possibile non annacquando la propria identità e invece affermandola con una forza accompagnata alla volontà di dialogo. È il confronto che porta prima a individuare le priorità e poi a risolverle, se ci si riesce. Tutto il resto appartiene a propaganda, cinismo, cialtroneria: ecco l’ingannevole bouquet da sostituire con i fiori del talento e della lealtà al tavolo della democrazia.

Bassetti si augura volti nuovi, alternative nuove, presenza nuova. Solo così è accorciabile la distanza tra istituzioni e cittadini, ma anche tra cristiani e politica. Dunque, ecco l’esplicito richiamo ai credenti e l’implicita chiamata ai non credenti: gli uni e gli altri hanno un lungo percorso davanti a sé. Vale la pena di compierlo salendo sullo stesso autobus e andando avanti fin che possibile. Se noleggiare o acquisire il mezzo di trasporto, è secondario/inutile: non importa chiamarlo partito, movimento o in nessuno dei due modi. Importa cominciare il viaggio.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login