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Ambiente

IL PARCO DEL LAGO

ARTURO BORTOLUZZI - 15/11/2019

lagoIn questo momento in cui si sta affrontando in Regione Lombardia, attraverso la Aqst (Accordo quadro di sviluppo territoriale), con evidente impegno economico, il tema del disinquinamento delle acque è fondamentale, anche per tenere lontani possibili maneggioni, speculatori, dalle sue sponde ipotizzare di costituire un parco delle rive del Lago di Varese.

Ci ha pensato a condurre uno studio sul territorio del lago il polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano. Amici della Terra Varese aveva già presentato un proprio progetto nel 2008, assolutamente non preso in considerazione né dai comuni rivieraschi del lago, né dalla Provincia di Varese. Adesso, probabilmente, i tempi sono più maturi per affrontare il tema della salvaguardia del territorio.

L’associazione era allora fortemente preoccupata perché, malgrado la propria avversità, il comune di Varese aveva consentito l’edificazione dell’albergo di Capolago in area agricola.Se la preoccupazione era grande prima, lo è ancora più adesso per quanto, come scritto, la Regione sta intervenendo con l’impiego di ingenti capitali e chiamando a collaborazione tutti gli interessati.

Non può, comunque, non prendersi in considerazione, come anche questo già scritto, che il Politecnico di Milano ha lanciato la proposta di realizzare proprio un parco delle sponde del lago di Varese.

Faremo avere alla professoressa Katia Accossato, dello stesso istituto, quanto da noi scritto in passato perché quanto evidenziato qui in appresso, possa essere analizzato dagli studenti. Questo lo facciamo come contributo per un completo svolgimento dei lavori. Evito di trasformare uno schema degli interventi da realizzarsi in uno scritto più discorsivo e lo lascio per maggior comprensione nella sua forma originale più tecnica.

Innanzitutto vogliamo che da parte dei Comuni rivieraschi si abbia ad assumere provvedimenti perché:- la riva del lago venga sempre tutelata;- l’albergo e che è stato realizzato a Capolago di Varese non abbia a costituire un pericoloso precedente;- l’ospitare manifestazioni sportive non abbia mai ad impoverire delle sue ricchezze magnificanti lo specchio d’acqua varesino e quelli a lui limitrofi.

Riteniamo così che sia giunto il tempo perché venga costituita un’autorità che abbia ad assumere quei provvedimenti urbanistici che ora, decisi autonomamente dai Comuni singoli, possono mettere a repentaglio l’integrità del lago di Varese. Dobbiamo ora smettere di speculare sulle nostre valenze ambientali e naturalistiche salvando il salvabile ed anzi promuovendo una valorizzazione ed una riconduzione a sistema del lago.

Amici della terra Varese aveva scritto a tutti i Comuni rivieraschi del lago facendo presente:- che occorre principalmente controllare il proprio sistema fognario e non permettere più che le sostanze inquinanti abbiano a venire a contatto con le acque del lago;- che vada costituita un’area protetta delle sponde del Lago di Varese e delle zone collinari che scendono verso il Lago; – che l’articolo 30 del D. Lgs 267/2000 consente di stipulare convenzioni tra Comuni e Province al fine di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi;- che in questi ultimi anni si è assistito ad un incremento generalizzato dell’espansione urbana, e tale pressione è particolarmente sentita e pregnante nei territori dei Comuni sottoscrittori della associazione degli enti locali rivieraschi;- che riteniamo fondamentale che nel territorio varesino ci sia la costruzione di un Plis del Lago di Varese e uno per ciascuno dei laghi minori del territorio varesino nonché una connessione tra tutti i Plis tra loro e la creazione di un’autorità cui spetterà prendere le decisioni più importanti

Riteniamo cosi che: – vadano reperiti criteri univoci per la gestione di tutta l’area dei laghi prealpini; – i comuni rivieraschi dei laghi prealpini agiscano in sinergia e solidalmente per migliorare la tutela degli spazi lungo il Lago non ancora antropizzati assumendo decisioni che consentano una gestione unitaria degli stessi, che preveda:o la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio paesaggistico, ecosistemico, agricolo storico, botanico e faunistico; – o interventi di riqualificazione ecologico ambientale che facciano riferimento al bacino idrografico nel suo complesso con creazione di corridoi ecologici lungo le connessioni idrografiche tra lago e Campo dei Fiorio la salvaguardia e ripristino delle funzioni ecologiche anche attraverso il sostegno e il reindirizzo delle attività agricole

o la salvaguardia e valorizzazione dell’attività agricola, anche per la sua funzione di presidio attivo e cura del territorio e conservazione del paesaggio, attraverso interventi a sostegno delle aziende agricole esistenti tesi a favorire una adeguata redditività con forme di conduzione e di produzione ecocompatibili: conversione al biologico, ricerca di specie agrarie e fruttiferi locali, antiche o storiche; coltivazione e conservazione delle stesse, attività agrituristiche; – creazione di uno sportello verde che assista e sostenga le aziende agricole che vogliono intraprendere queste strade o L’estensione della conoscenza di tale patrimonio a tutti i cittadini, con particolare attenzione alle scuole;o lo studio, la salvaguardia e la tutela degli ambiti a elevata naturalità;o la valorizzazione del paesaggio agricolo: il ripristino della rete di siepi campestri e filari ed il riequipaggiamento del parcellario agricolo, la tutela del sistema irriguo, delle acque (a sostegno delle iniziative della Provincia di Varese)o la valorizzazione delle rogge, dei canneti e zone umide, con specifiche politiche di sostegno agli operatori agricoli.

Dopo il risanamento del lago è fondamentale: – o innanzitutto incentivare l’attività della Cooperativa pescatori così che questa con la propria attività possa operare mantenendo l’equilibrio dell’ecosistema del lago nel tempo. Il lago insomma deve essere inteso come un campo dove l’agricoltore (in questo caso il pescatore) assicuri la cura e la tutela del lago al termine delle attività che si propone di realizzare attraverso l’accordo quadro di sviluppo territoriale. È chiaro che questa attività di controllo deve essere fatta anche da qualunque cittadino che deve essere messo nella condizione di poter controllare e vivere lo spazio lacustre; – la pesca quindi della cooperativa pescatori deve evitare di compiere attività con accanimento e con reti di nylon.

Secondariamente occorre consentire che la Cooperativa pescatori possa godere di tutti gli strumenti necessari a compiere la propria attività: strumenti (celle frigorifere) organizzazione commerciale per la vendita del pesce oggi portato in discarica, apparati per l’allevamento degli avanotti, ecc.

Al riguardo facciamo presente (ma è un altro argomento da approfondire) che esistono tecnologie già sperimentate in altri laghi europei, che consentono la graduale (ma progressiva) eliminazione di specie allotoctone senza prevedere “una mattanza dei pesci di grossa dimensione” che comunque nessuno oggi saprebbe come organizzare nè avrebbe gli strumenti per farlo.

Quindi: -il mantenimento della rete di sentieri, di strade interpoderali (per fini di conduzione agricola e ricreativi) e della pista ciclabile che corre attorno il lago di Varese; – il ripristino ed equipaggiamento di una rete di sentieri ciclo-pedonali, di collegamento tra i paesi; – la creazione di itinerari a tema e di punti informativi attrezzati per una fruizione del parco compatibile con le esigenze di salvaguardia e per stimolare la conoscenza delle caratteristiche del territorio; – o la creazione di connessioni ambientali (corridoi verdi) tra il verde urbano e l’ambiente naturale del lago di Varese; – o la creazione di “aree filtro” tra gli insediamenti produttivi e residenziali e l’ambiente naturale e agricolo; – o il recupero di aree degradate a fini naturalistici;o la redazione di uno studio sulle valenze ecosistemiche delle aree di sponda (urbanizzazioni, agroecosistemi, ambiti di interesse naturalistico,finalizzato a individuare gli interventi e le scale di priorità per la massima valorizzazione dell’ecomosaico locale – o coordinamento e valutazione di ogni iniziativa che coinvolga l’area (pontili, navigazione ecc.) in concerto con gli organismi competenti.

E ancora: – redazione di un regolamento edilizio comune per gli interventi nell’area (tipologie, materiali, ecc.); – o che non debba più essere un singolo comune che prenda delle decisioni per conto suo su temi che riguardano e che disturbano l’intero territorio lacustre.

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