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Società

WEBDIPENDENTI

MARIO DIURNI E LAURA FORMENTI - 22/11/2019

internetLa realtà comunicativa dei giovani di oggi è una dimensione sospesa tra il reale ed il virtuale, si muove in una società complessa, “liquida”, multimediale, che consente la possibilità dell’interconnessione simultanea in tempi ed in spazi multipli. Internet ed i social network sono le nuove piazze digitali, i non luoghi, che consentono ai giovani di acquisire professionalità, intesa non solo come padronanza degli strumenti tecnologici oggi a disposizione, ma anche come preparazione culturale e sviluppo di competenze specifiche. I giovani, attraverso i processi di socializzazione e di formazione riescono ad acquisire una sorta di cittadinanza del mondo, cioè una propensione alla collaborazione, alla connessione, superando schemi organizzativi e mentali chiusi, coniugando la propria voglia di protagonismo con una dimensione più ampia, comunitaria, rappresentandosi nel mondo con i propri luoghi ed i propri costumi. L’obiettivo di conciliare ed integrare il locale con il globale (Glocal) e le diverse realtà mondiali, sono stati ampiamente dibattuti nel convegno tenutosi a Varese nella Camera di commercio, dal 7 al 10 novembre.

Lo slancio dei giovani verso queste nuove realtà comunicative e verso queste nuove dimensioni però, non sempre contempla le dimensioni dell’umano, che nella relazione con l’altro ricerca empatia e percezione sensoriale, come fondamento di un pensiero armonico su sé stesso e come porta alla socializzazione con gli altri.

Le neuroscienze nel loro tumultuoso sviluppo stanno aprendo degli squarci di pensiero e di riflessione su quanto e come le nuove possibilità di comunicazione possano influire sulla formazione e sullo sviluppo dei processi cognitivi, soprattutto nei giovani, la Generazione Z in particolare, i cosiddetti “ nativi digitali”. Il disturbo da abuso della rete telematica, IAD (internet Addiction Disorder) sta riscuotendo una discreta attenzione da parte della comunità scientifica, considerato che più del 40% della popolazione mondiale ha una connessione internet, dovuta soprattutto all’uso ampiamente diffuso degli smartphone.

Nel DSM 5, il manuale diagnostico e statistico delle malattie psichiatriche redatto dalla Associazione Americana di Psichiatria, per la prima volta viene riportato il disturbo da gioco d’azzardo e non su Internet, come dipendenza non correlata all’uso di sostanze, anche se sono necessari ulteriori studi ed ulteriori evidenze scientifiche, sia nel campo della neurobiologia, che della radiologia cerebrale per immagini per definirla come psicopatologia.

Le nuove dipendenze comprendono un’ampia serie di comportamenti anomali, definiti come “ dipendenze comportamentali”, che vanno dal gioco d’azzardo alla dipendenza da TV e da Internet, dallo shopping compulsivo alle dipendenze dalle relazioni affettive, dal lavoro e dall’attività sportiva.

La dipendenza da Internet a sua volta comprende diversi aspetti, a seconda del tipo di attività che viene svolta in rete: gioco on line, sesso virtuale, relazioni virtuali, con il rischio presente anche negli adulti ed anziani di allontanarsi dalla vita reale per entrare in una dimensione virtuale, dalla quale è difficile uscire.

Si parla di dipendenza da Internet quando” la maggior parte del tempo e delle energie vengono spese nell’utilizzo della rete, creando in tal modo menomazioni forti e disfunzioni nelle principali e fondamentali aree esistenziali, come quella personale, relazionale, scolastica, familiare, affettiva”. Fenomeni analoghi alla dipendenza da sostanze.

Possiamo parlare, mutuando la definizione da Paul Virilio, scrittore, urbanista e filosofo francese, di “ bomba informatica”, riprendendo la visione orwelliana di 1984?

Quando la “ bomba informatica “ esploderà, secondo la visione catastrofica di Virilio avremo il “ colonialismo informatico” che annullerà l’identità e la soggettività personali, con la concentrazione di un potere quasi assoluto nelle mani di chi sarà padrone di strumenti e tecniche di comunicazione veloci ed efficienti. Visione inquietante per molti aspetti della nostra vita quotidiana, sia sotto il profilo della psicologia sociale, che della “ telesorveglianza” attiva anche in politica. È già esplosa la cyberbomba? Con quali effetti?

Contro questa visione catastrofica della Information technology, più diffusa di quanto si creda, alcune recenti indagini e rapporti mostrano che i giovani iperconnessi hanno un’idea positiva della vita e degli attuali sistemi comunicativi; ritengono che essi possano essere d’aiuto nello studio, nell’apprendimento, nello sviluppo di capacità (skills) che consentano una maggiore consapevolezza della propria identità, per una svolta “paradigmatico-antropologica”.

A fronte di una difficoltà persistente ad essere decision-maker, i giovani non rinunciano ad avere sogni da realizzare, attraverso capacità progettuali ed obiettivi da raggiungere, sfruttando la Rete per una sempre più ampia condivisione, solidarietà e collaborazione.

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