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Cultura

UNITED COLORS

LUISA NEGRI - 22/11/2019

Giuseppe Montanari e Angelo Frattini

Giuseppe Montanari e Angelo Frattini

Succedeva più di quaranta anni fa. Un manipolo di artisti varesini volenterosi decideva di dar vita nel 1976 a un’associazione in grado di motivare e affratellare ulteriormente gli omologhi del territorio desiderosi di aderire allo spirito e alle proposte di affermati rappresentanti di quel mondo culturale.

Fondatori della neonata Associazione Liberi artisti della Provincia di Varese furono Aldo Alberti, Aldo Ambrosini, Dino Baranzelli, Luigi Bennati, Liliana Bianchi, Paolo Borghi, Piero Cicoli, Arnaldo Guenzani, Giovanni La Rosa, Aldo Massari, Virginio Mazzucchelli, Marcello Morandini, Oreste Quattrini, Albino Reggiori, Leo Spaventa Filippi, Alberto Tian, Paolo Viganò, Silvio Zanella.

A quest’ultimo, primo presidente, si doveva già la nascita del Premio Città di Gallarate e la successiva nascita della Gam, oggi Ma*ga, attualmente guidato dalla figlia Emma, a sua volta infaticabile amica dei Liberi Artisti.

I prodromi della voglia di creare un’associazione erano già stati nei sogni di due vecchi, grandi artisti. Giuseppe Montanari e Angelo Frattini per primi ne avevano abbozzato e sostenuto l’idea.

Non videro però coronato il sogno. Un appuntamento, ben più alto, li aspettava a breve.

Nel 1977, dal 2 al 24 aprile, fu inaugurata la prima grande mostra dei Liberi Artisti nella Galleria della Piazza di Varese diretta dal socio Giovanni Moroni.

Nel tempo l’Associazione ha visto aumentare sempre più il numero degli iscritti, desiderosi di condividere e raffrontare le personali esperienze – vissute in campo nazionale e internazionale – con quelle dei compagni di viaggio. Oggi può vantare artisti di livello, come dimostra anche la Rassegna del Castello di Masnago, interessante collettiva di opere di piccole dimensioni, 40 x 40, inaugurata e realizzata proprio in omaggio alla ricorrenza dei quattro decenni di infaticabile attività. Impossibile elencare qui tutti i nomi dei soci espositori, ma ci sono per ciascuno in mostra significativi assaggi di una vita d’arte.

Si festeggia un traguardo dunque, ma anche un punto di partenza. Il testimone della presidenza è passato in questo 2019 da Morandini alla volonterosa giornalista e appassionata d’arte Nicoletta Romano, direttrice di Living. Che lo ha ricevuto, nell’ufficialità della consegna al castello di Masnago, non senza una punta di commozione nella voce. La neo presidente sarà affiancata dalla rassicurante presenza di Morandini, in veste di presidente onorario, nel segno di una continuità con la sua precedente guida che dura da più di tre lustri.

I magnifici quarant’anni dei Liberi artisti sono testimoniati e celebrati anche da un corposo volume celebrativo ”1977-2017 Progetti d’arte sul nostro territorio”, edito da Quirici edizioni, Barasso, che ne racconta la storia fin dalle origini, ricordandone i momenti migliori, delle tante rassegne, e anche quelli del dubbio, delle difficoltà economiche, delle deviazioni ideologiche del Paese; segno di un organismo vitale, inserito nelle vicende sociali e storiche partite dagli anni Settanta, votato al bene e al rispetto dell’ arte liberamente espressa nelle sue differenziate forme e proposte.

Nei colori, nei disegni, nella solidità o nelle ‘incertezze’ delle opere, nei veli di immagini indefinite, come nei colori vividi della rinascita, nelle aperture tecnicistiche e nelle rinnovate speranze, offerte dalle nuove tendenze artistiche espresse di mostra in mostra, c’è dunque un intero percorso.

Quarant’ anni di storia, di sogni, di vita. Per questo dura la fedeltà di Morandini. E di La Rosa, memoria storica del gruppo, come dimostra anche il suo testo in catalogo che riassume con minuzia di particolari tutto il cammino compiuto. E del fedelissimo Ettore Ceriani, critico ufficiale degli Amici. Esserci significa sentirsi parte di un tutto che non si inventa da un giorno all’altro, ma si costruisce vivendo, nel segno del successo o del dubbio.

Assieme alle opere realizzate per l’evento, altrettanto importanti risultano in mostra i racconti dei personali traguardi e ancor più dei progetti in vista o già realizzati: ciascun artista ha tracciata una strada di impegni per già attuate o prossime installazioni di proprie creazioni in luoghi pubblici, chiese, spazi aperti come piazze o giardini, e tanto altro.

Interessante è dunque il messaggio consegnato, ai presenti e ai futuri visitatori, dalla mostra inaugurata al Castello Civico di Masnago. Una mostra che guarda ai luoghi d’arte e della memoria, ai luoghi importanti del potere religioso e politico, ma anche ad altre bellezze del territorio, senza dimenticare le sue attività economiche, artigianali e imprenditoriali. Varese e il varesotto sono territorio di raffinato artigianato, di grande industria come quella aeronautica, di turismo e di sport internazionali- canottaggio e vela- legati ai nostri bei laghi.

C’è un‘opera molto interessante a questo proposito – un progetto di La Rosa che parla di Vele, di ali, di un incrociarsi di due grandi V, come quelle già care al bravo Vittore Frattini – a ricordare che a rappresentare il nome della nostra città è sempre quella lettera che s’apre, a partire dall’incontro di due segmenti, in un’ infinita direzione verso l’alto. A tracciare un volo di ali, a segnare il trascorrere di tacite vele.

Un altro bel progetto è quello dello scultore Ignazio Campagna che invita all’incontro, carico di significati universali – soprattutto multiculturali – facendo rivivere un non luogo, un parcheggio abbandonato: dove collocare invece una grande statua, con due figure accostate, al centro di una struttura leggera ritagliata simbolicamente sul perimetro della Fontana di Piazza Monte Grappa, la bella piazza di Loreti rivisitata da Morandini, luogo fondamentale di aggregazione cittadina.

Ecco allora il messaggio dell’Associazione per questi primi quaranta anni. Abbiamo fatto e continuiamo a fare la nostra strada, ma è in questa terra che vogliamo soprattutto operare, non tanto per confermare la presenza, ma per dare ancora e sempre un segno dell’ affetto e della collaborazione che possiamo offrire al territorio. Le nostre mani, le nostre menti, le nostre fatiche sono da spendersi e usarsi innanzitutto qui, dov’è nato il nostro libero coro di artisti.

Libero sì, ma non avulso dal mondo. Al contrario, impegnato in un cammino di crescita, compiuto a fianco di altri. E che punta in alto.

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