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Sport

ANCORA SUL VAR

ETTORE PAGANI - 22/11/2019

varChe il Var fosse utilissimo, non solo, ma addirittura necessario, era cosa scontata. Un paio di rappresentanti esterni della Federazione competente erano probabilmente gli unici – almeno nei punti che contano – a fare opposizione.

Spariti loro, l’opposizione rimase relegata al nulla o quasi, comprendendosi nell’accettazione anche il parere degli arbitri, consci del notevole aiuto che la macchina avrebbe loro fornito. Tutti, a probabile eccezione di qualche testa bacata più dotata di presunzione personale che di cervello.

A onor del vero queste situazioni di supremazia personale sono rimaste poche e letteralmente sfortunate, spostando l’operato arbitrale sull’errore e sulla conseguente critica giustamente dovuta.

Attualmente il punto sulla faccenda propone – si diceva – di dare piena fiducia alla macchina, ma parlandosi di relativo regolamento da criticare, in particolare si pone sotto osservazione la difficoltà di intervenire giustamente quando la palla viene colpita con le mani o le braccia. Partendo dalla logica considerazione che non è certo possibile che il giocatore scenda sul campo di gioco tenendo strettamente ferme le braccia (e, ovviamente, anche le mani) aderenti al corpo, rimane unica possibile colpevolezza soltanto quella fatta da spostamenti di braccia e mani quando vengono portate dalla posizione precedente verso il punto in cui si trova l’avversario o la palla da colpire.

Così è sempre stato anche in passato quando anche il Var non era utilizzato. Questo attualmente pare concretamente accadere per la maggiore situazione di incertezza pur essendo la macchina più efficace.

Se così è il fatto, sembra tuttavia di peccare di superficialità. Una volta si aveva questo convincimento. Ferma la validità, o meglio, la necessità del Var in campo, resta ai signori arbitri la necessità di non ritenersi offesi dalla presenza stessa della macchina, dimenticando l’aiuto e la precisione del loro lavoro.

Il Var è, infatti, di vantaggio per individuare situazioni che, senza la loro presenza, non sminuirebbero proprio il valore delle loro capacità.

Quanto poi a certi errori che vengono ancora commessi soprattutto sui falli di mano in area che gli arbitri tendono a valutare direttamente, si dovranno assumere le consistenti responsabilità ricordando l’importanza della posizione del braccio e della mano ritenendola fallosa, soltanto nello spostamento verso il pallone e non altro.

Esattamente come era una volta. Se poi come è capitato e come capita anche nel nostro campionato qualche arbitro decide di fare tutto di persona commettendo errori macroscopici, subirà le critiche immediatamente seguenti la partita. Critiche necessarie e dovute.

E fuori dal nostro campionato potrà finire con la super beffarda stretta di mano che Guardiola ha dato all’arbitro colpevole della sconfitta della squadra da lui allenata, grazie a due goal segnati dall’avversaria con palla infilata in rete di… mano.

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