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In Confidenza

ORIGINALITÀ

Don ERMINIO VILLA - 29/11/2019

La chiamata di Pietro e Andrea

La chiamata di Pietro e Andrea

Il cammino di fede di Pietro è originale, come succede nella storia di ogni vocazione. Tutto inizia con una chiamata, che invita lui e suo fratello Andrea a seguire Gesù in una nuova avventura, in un diverso campo di lavoro: dai pesci agli uomini. E “subito” i due prendono la nuova direzione. L’avverbio da una parte rivela che la risposta immediata è indice della forza coinvolgente del Maestro, dall’altra manifesta la prontezza entusiastica nel seguire il Signore: così succede nella vita di ogni chiamato, che si sente un prescelto.

Luca colloca la vocazione di Pietro al momento in cui registra il fallimento della sua attività: “Abbiamo faticato tutta notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. La fiducia di Pietro, fondata sula parola di Gesù, supera ogni ostacolo umano; quel “prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca” dettogli da Gesù dà forza per un nuovo tentativo: diventa l’occasione nella quale Pietro si fida di Gesù, compiendo un atto preliminare che fonderà tutti gli altri. Ma in questo modo è anche Gesù che assume le povere capacità umane di Pietro, direzionandole in modo nuovo: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.

La pesca miracolosa suscita in Pietro il senso del peccato: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”. Anche questo è un tratto tipico dei racconti di vocazione, dove il chiamato sperimenta la propria limitatezza e, nello stesso tempo, è rassicurato dal Signore, che lo invita a mettersi a disposizione di colui che lo chiama.

Lo slancio iniziale, però, deve tradursi in un percorso più “maturo” di discepolato: l’eletto deve rimanere a lungo con Gesù e lasciare che dall’esperienza con lui crescano la confidenza e la comprensione di quelle che sono le esigenze della sequela e che non sempre corrispondono alle aspettative del discepolo.

Quando Gesù chiederà ai suoi amici “cosa pensano del Figlio dell’uomo”, Pietro a nome del gruppo confessa che “Gesù è il Cristo”. Come professione di fede è esatta, ma è ancora troppo teorica; dovrà essere chiarita dalla rivelazione che Gesù farà della sua messianicità, quando sarà identificato col “servo sofferente”. Pietro dissentirà dal percorso del Maestro, ma si sentirà dire: “Mettiti dietro a me, poiché non pensi secondo Dio…”.

A questo punto la sequela dovrà fare i conti con le urgenze radicali indicate da Cristo, imbattendosi nello scandalo della croce. Nell’Ultima Cena Gesù gli ricorda che “satana vi ha cercati per vagliarvi, ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. Le sue lacrime segnano il momento del ripensamento e della conversione. E sarà il “salto finale”, la preparazione prossima al “supremo mandato”.

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