Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

STELLE DEL MATTINO

ANNA MARIA BOTTELLI - 20/12/2019

stellaOgni anno prima di Natale mi piace acquistare qualche libro relativo al periodo liturgico dell’Avvento, su cui riflettere e meditare. Due anni fa fui attratta dal testo “Come astri nel cielo” di madre Canopi, la fondatrice dell’Abbazia benedettina sull’Isola di San Giulio sul lago d’ Orta, scomparsa recentemente.

Madre Canopi propone ai lettori – come si legge nella presentazione – un viaggio particolare tra le stelle “che sono le prime a esserci nei giorni della creazione; invitano Abramo a uscire dai suoi piccoli orizzonti; indicano ai profeti la nascita del Messia; rispondono al Creatore brillando di gioia; guidano i Magi a Betlemme; diventano modello di luce nell’invito dell’Apostolo Paolo ai cristiani di tutti i tempi; si stringono intorno a Maria, donna vestita di sole, per farle da corona”.

Sfogliando le pagine in compagnia dell’autrice ci si sente avvolti da un’aura mistica di silenzio e di infinito; ciò è ben evocato proprio grazie alla sua grande spiritualità e alla profonda sapienza biblica, espressa con dotte e puntuali citazioni. Rileggendo il testo quest’anno, mi è venuto spontaneo esprimere, attraverso le parole di madre Canopi, un pensiero augurale per le prossime festività, indirizzato a tutti i lettori. Ho scelto alcune sue preghiere che per me sono autentiche poesie, in cui ogni parola, analizzata con cura e attenzione, esprime la sua ampia conoscenza dell’animo umano.

Gemiti nella notte
Nel silenzio notturno,
in un cielo gravido di stelle, alto si eleva il grido dell’umano dolore.
Gemito di chi nasce,
gemito di chi muore.
Ne rimane ferito, o Dio,
il tuo tenerissimo cuore.

Sono parole che a me rievocano le numerose notti di Natale trascorse di guardia all’ospedale: il vagito del neonato che si affaccia alla vita e che riempie di gioia i genitori trepidanti dopo la lunga attesa, è stato purtroppo accompagnato anche dal pianto accorato e silenzioso per una vita che si chiudeva.

Viaggiando di notte, sotto la volta stellata, lungo i viali dell’ospedale, per le chiamate urgenti nei reparti, osservavo le finestre illuminate di quegli edifici dove la sofferenza, più o meno espressa, era sempre presente. Il clima natalizio arricchito dagli addobbi colorati e luminosi non era sufficiente a lenire le angosce dei ricoverati o dei parenti. Ho conosciuto giovani madri al capezzale di figli piccoli, grandi o adolescenti, sempre sorridenti nonostante tutto, capaci di mascherare il loro grande dolore con una forza d’animo incredibile, anche per situazioni ormai a prognosi infausta. Ho imparato a stare loro accanto attraverso il silenzio dell’ascolto, raccogliendo e condividendo le loro lacrime. E ciò avviene purtroppo ancora, anche durante la Notte di Natale, la Notte Santa trapunta di stelle. Ma è proprio in questa notte speciale che il “sì” di Maria si fa speranza concreta per il genere umano e trasforma il gemito di chi muore in un canto d’ Amore.

Vorrei esserti madre
Mio Signore,
hai creato l’universo
e ti sei rivestito dell’umana, fragile natura.
Troppo grande è il mistero della tua umiltà!
Guardando le stelle che tu chiami per nome,
lo stupore mi toglie il respiro…
E ti guardo bimbo,
in una culla di paglia, vorrei…
essere lei, Maria,
vorrei esserti madre anch’io
e stringerti fra le braccia.

Parole intense in cui si fondono emozioni, sentimenti, sensazioni di tenerezza, di stupore, di profonda spiritualità.

 L’abbraccio tra l’umano e il divino tanto desiderato e vissuto nella più vera sublimazione, fa percepire a tutti noi il mistero della presenza di un Dio Bambino forte nella sua debolezza, umile nella sua grandiosità, immenso nella sua piccolezza. Con quel tenero abbraccio, Anna Maria Canopi esprime meravigliosamente con poche parole il significato vero di essere madre!

Stella del mattino
O Cristo, Stella del mattino,
splendore della gloria del Padre,
sorgi nell’intimo del nostro cuore,
attira il nostro sguardo
all’orizzonte del tuo fulgore
e ravviva in noi la speranza
della vita che più non muore.
O Cristo, Stella del mattino,
rinnova sempre la nostra giovinezza
con un raggio della tua luce
e orienta il nostro cammino
attraverso le terrene fatiche
al beato riposo del cielo,
là dove la notte
è chiara come il giorno;
là dove tu, Stella del mattino,
sei la gioia di tutti i viventi,
redenti dal tuo ineffabile
mistero d’Amore.

Vorrei dedicare queste parole ricche di Speranza, di Luce e di Amore a tutti coloro che anche in questo Natale continuano a soffrire nell’anima e nel corpo. A tutti i malati, piccoli e grandi, agli anziani soli e a volte dimenticati, ai carcerati, alle persone di qualunque età che sentono pesante il giogo della solitudine, ai clochard che hanno perso ogni speranza per il loro futuro, a tutti i diversamente abili, a chi si trova in difficoltà di qualunque genere e non riesce più a sorridere, a chi soffre in silenzio perché magari ha perso da poco una persona cara, ma anche a chi nonostante tutto non si arrende mai: chiediamo che il cielo stellato della Santa Notte avvolga idealmente ciascuna persona come in un caldo abbraccio, ricco di gioia e di serenità e che il Bambinello Gesù faccia dono di una speranza vera nel cuore di tutti.

Diversi Natali con “ragazze diverse”

Antonia era il suo nome, una ragazza disabile – anche se in là negli anni – che si metteva alla tastiera e senza spartito, ma soprattutto senza competenze musicali, suonava su richiesta, misteriosamente, il suo discreto repertorio. Nel periodo natalizio grazie alle note di “Tu scendi dalle stelle”, “Astro del ciel”, “Bianco Natale” e altro ancora, accoglieva con la sua musica festante gli amici che si recavano al Piccolo Cottolengo di Varese, realtà sorta all’inizio degli anni ’50 grazie all’impegno di un esiguo gruppo di suore cappeggiate dalla grande Suor Fede (minuta nel fisico, gigante nello spirito).

Da oltre una decina d’anni l’amato “Cottolengo” non ha più una sede varesina, ma tutti coloro che a vario titolo hanno vissuto quel periodo insieme alle suore e alle ospiti, non possono dimenticare tra le diverse cose, il clima natalizio particolare che lì si respirava, fatto di sorrisi accoglienti, di amicizia sincera, di semplicità autentica.

In un ampio locale affacciato sul cortile interno, ogni anno veniva allestito un meraviglioso presepe, ricco di particolari: dettagli sonori, cromatici e luminosi mettevano in scena un piccolo spettacolo di “suoni e luci”. Tutto ciò era predisposto con abilità e maestria da un gruppo di volontari con i quali le ospiti collaboravano con tanto entusiasmo. Altri addobbi natalizi venivano predisposti in ogni spazio dei vari piani del grande edificio. Ogni cosa faceva sentire come a casa propria, tutti coloro che entravano.

 Per la mia famiglia, sin dagli anni della fondazione, uno dei primi pensieri augurali di ogni Natale era per il Cottolengo: le prime da festeggiare erano sempre le ospiti che nei quasi sessant’anni erano diventate sempre più numerose ma anche tanto amiche. Sono certa che i numerosi varesini legati all’Istituto di Casbeno non l’hanno mai dimenticato, ma soprattutto continueranno a mantenere nel loro cuore i ricordi e il bene ricevuto.

Anche in questo santo Natale numerose saranno nel cielo le stelle che ci accompagneranno per illuminare i nostri passi. Al Bambino Gesù, Stella del mattino, chiediamo di rinnovare sempre la nostra giovinezza e di sostenerci con il suo amore, affinché i nostri passi siano sempre da Lui guidati lungo la strada del bene. Buon Natale!

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login