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Cultura

FASCINO DIVISIONISTA

ROSALBA FERRERO - 20/12/2019

 

Il ‘Divisionismo. La rivoluzione della luce’ si propone a Novara come la più importante mostra dedicata al Divisionismo realizzata negli ultimi anni. Imperdibile sia per l’elevata qualità delle opere esposte, sia per l’obiettivo che si pone di ‘fare il punto sull’intero periodo del movimento nel suo complesso, dalle origini sino alla sua trasformazione in accademismo, in risposta all’irrompere del Futurismo’.

Organizzata da Annie-Paule Quinsac, critica di levatura internazionale e massima esperta del movimento, che iniziò a studiare dal finire degli anni Sessanta, nonché profonda conoscitrice di Giovanni Segantini, di Carlo Fornara e di Vittore Grubicy de Dragon, è una rassegna esaustiva, strutturata in otto sezioni tematiche, per la quale sono state scelte con attenzione opere provenienti da musei, istituzioni pubbliche e collezioni private realizzate tra il 1890 e il 1920, il periodo di massimo splendore: “…Alcuni pezzi sono famosissimi, vere icone del movimento… e dialogano con altri – meno noti, ma ugualmente significativi’ contribuendo a tracciare le linee dello sviluppo della corrente”.

Il movimento spesso viene accostato al Pointillisme, in realtà si sviluppa autonomamente: i neoimpressionisti francesi non sono conosciuti dagli autori italiani se non attraverso gli scritti che su di essi appaiono sulle riviste d’arte. Ma anche qui vale il principio del ‘milieu et moment’: studi di ottica e premesse tecniche coincidono, insieme ad altri fattori fortuiti come il diffondersi dei colori industriali venduti in tubetti; fu proprio il mercante d’arte, critico e pittore Vittore Grubicy de Dragon, rappresentante unico per l’Italia dei ‘tubetti’, a diffondere tra gli artisti l’uso dello strumento rivoluzionario che consentiva una tecnica sino ad allora sconosciuta agli artisti: accostare i colori direttamente sulla tela senza amalgamarli prima sulla tavolozza, come sia era sempre fatto. Le pennellate che risultano dall’utilizzo dalla nuova tecnica risultano vibranti di luce e colori, le armonie sono inesauribili e innumerevoli le tonalità cromatiche.

Senza dubbio sono i recenti risultati degli studi del fenomeno ottico, effettuati nella seconda metà dell’Ottocento, a rivoluzionare il concetto di acquisizione dell’immagine e il concetto di colore, determinando novità nella pittura.

 Il colore non esiste in sé ma ‘esiste’ solo in quanto percepito dall’occhio del soggetto visitatore ed è solo nel rapporto con il soggetto-visitatore: il soggetto-pittorico è percepito dall’occhio dello spettatore, che ricompone le ‘pennellate staccate’ ricostruendo la forma attraverso il colore. Nuovi, inattesi sono poi gli effetti delle pennellate: la luminosità del dipinto diventa la cifra dell’opera pittorica.

La corrente divisionista ha inizio a Milano ove giovani artisti giungono ad affermare un nuovo modo di dipingere e costituiscono a ragione la prima ‘avanguardia’ italiana; la loro tecnica pittorica ‘moderna’ è fortemente influenzata dagli studi scientifici recenti, la loro visione estetica ha valenza culturale e sociale rivoluzionaria, non bene accolta dalla critica conservatrice di fine Ottocento.

All’indomani dell’apertura della I triennale di Brera il Chirtani, docente d’arte e critico del Corriere parlò addirittura “d’una pittura simile alla pelle… per l’effetto di scarlattina o di morbillo” e “della… smania di novità’ dei giovani artisti che avrebbero prodotto una trasformazione degenerativa della cultura italiana”.

Tra i lavori presentati dal gruppo dei giovanissimi artisti sponsorizzati dal Grubicy, Segantini, Longoni, Previati, Morbelli sono ‘Le due madri di Segantini, immagini divisionista ma dai toni pacati della scelta cromatica e dal rassicurante soggetto rurale della giovane madre accanto a una mucca partoriente di sicuro fascino popolare non diede ad alcun critico ‘motivo di preoccupazione’.

 Gli altri lavori non superarono il giudizio negativo a causa del contenuto ‘fortemente sociale’, come ‘L’oratore dello sciopero’ di Longoni o per la ‘visione simbolista’ di ‘Maternità’ di Previati, dalle ‘indecorose mellifue forme organiche’ della madre ricurva, del bambino e degli angeli circostanti.

Dopo il 1890 il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia dilagò in Piemonte, a Novara in particolare, sede della mostra, dove nel corso dell’Ottocento si erano originati movimenti politici, sociali e artistici di riforma.

Nella prestigiosa sede del Castello Visconti Sforza, il cui restauro si è da poco concluso con risultati eccellenti, sono esposte più di sessanta opere scelte con magistrale attenzione: dipanandosi in otto sale, secondo una triplice scansione, cronologica, tematica, monografica; narrano tutto un fermento creativo ove la pennellata divisa diventa strumento per tradurre su tela la poesia della natura, la montagna, con i suoi paesaggi incantati e la vita aspra di chi vi abita, o i drammatici temi sociali legati al ‘terzo e quarto stato’.

Il percorso si apre con un ‘Prologo’ che ospita opere di Tranquillo Cremona Daniele Ranzoni Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Emilio Longoni, Vittore Grubicy, Giovanni Segantini realizzate tra il 1870 e il 1880. Sono in parte anticipati, come in ‘Dopo il temporale’ di Segantini che con pennellate cariche di colore suggerisce fiotti di luce nel cielo nuvoloso, i temi e le tecniche che contraddistingueranno i lavori predisposti per la I Triennale di Brera del 1891 che sono esposti nella seconda sezione, ove spicca la ‘Maternità’ di Previati, che mancava dalle esposizioni da oltre cento anni, come molte altre opere. ‘Maternità’ è opera imponente per dimensioni (misura oltre 4 metri per 2) e per significato… Il pittore, ispirato dalla nascita del figlio, re-interpreta il tema rinascimentale della Madonna col bambino circondata dagli angeli, collocandola in una dimensione temporale onirica; usa la nuova tecnica: stende i colori puri in lunghi filamenti flessuosi per disegnare figure fluide, sinuose, fluttuanti in uno spazio evanescente.

 A contrasto, uno dei ‘manifesti’ del divisionismo realista: ‘L’oratore dello sciopero’ di Longoni, pittore che, a contatto con l’ambiente della Scapigliatura Lombarda, aderisce alle problematiche di protesta sociale e sceglie come soggetto dei suoi lavori l’operaio cittadino, tema sin ad allora sconosciuto alla pittura del tempo.

La mostra prosegue il percorso cronologico con opere del Divisionismo ‘affermato’. ‘All’ovile’ di Segantini tratta il tema della maternità nella sua essenzialità di fatto naturale che unisce creature umane e animali bisognose di tenerezza e caldo; nel dipinto sono mescolati al colore fresco scagliette d’oro che aggiungono un intenso luccichio alla luce, suggerita delle pennellate corpose di bianco; ‘Fontanalba’ opera del Fornara il ‘mistico del paesaggio’, vive di trasparenze e riverberi del cielo sconfinato del lago blu, e sassi, rododendri in fiore, mucche e vitelli sono tracciati con realismo minuto nella tecnica divisionista.

Seguono le sale ‘tematiche’ e ‘monografiche’ dedicate ai tre grandi interpreti del movimento: Pellizza da Volpedo, Previati e Segantini.

Pellizza è presente con varie opere datate tra 1893 e 1906, tra cui spicca ‘Il ponte’, una tela ove il pittore parte da una base bianca al piombo, usa i puntini come Seurat, e i filamenti di colori che stende lunghi corti circolari, conferendo intensa luminosità all’immagine.

Previati orientato verso la tecnica divisionista, “concepisce l’arte come una rappresentazione ‘ideista’” di cui la realtà è il punto di partenza verso una visione onirico-simbolista. In ‘Migrazione in Val padana’ emerge la sua vena allegorica: il paesaggio ferrarese coi suoi tramonti infuocati, mitizzato perché simbolo dell’infanzia, racconta come in un sogno il lungo ‘procedere del singolo e dell’umanità verso la luce’. La ‘spezzatura del colore’, l’uso di sottili filamenti dei quattro colori fondamentali blu, giallo, rosso, verde accostati sulla tela, sono strumenti per ottenere la dissolvenza della forma nella luce.

Dedicata a Segantini, è lo spazio: ‘Il gioco dei grigi’ che ospita disegni realizzati con varie tecniche, carboncino, gessi, matite dure e pastelli, inchiostro, acquerello, tempera, di raffinata capacità grafica.

Molti i dipinti raggruppati sotto il titolo ‘Il colore della neve’ che offre paesaggi fiabeschi di Cesare Maggi, di Morbelli, di Matteo Olivero, di Tominetti. Spicca ‘Savognino sotto la neve’ di Segantini, preclusa sinora al grande pubblico perché di proprietà privata: fu donata dal pittore al collezionista Luigi Dell’Acqua; è opera di grande impatto emotivo: la frammentazione della pennellata rende vividi la neve, coltre bianca che attutisce ogni rumore, e il cielo terso d’un azzurro alpestre.

La mostra si conclude con uno spazio dedicato a ‘Il nuovo secolo. Gli sviluppi del Divisionismo’, con i lavori di artisti legati al territorio lombardo- piemontese quali Angelo Barabino, Carlo Cressini, Cesare Maggi, Filiberto Minozzi e Matteo Oliviero che trovano spazio accanto alle opere di autori più noti. ‘Baci di sole’ di Nomellini è un’esplosione di tenerezza: la moglie e il piccolo figlio sono immersi in un luminoso paesaggio estivo e paiono fondersi con la rigogliosa vegetazione in un’atmosfera panica dal sapore dannunziano. Suggestiva la luce che inonda la scena e dissolve la vegetazione, tutto è reso con tocchi leggeri di colori morbidi che esprimono un senso profondo di amore e di gioia di vivere.

Accompagna l’esposizione un corposo catalogo scientifico ragionato, con un saggio della curatrice, le schede biografiche degli artisti, le schede critiche delle singole opere, un ricco apparato bibliografico ed espositivo.

‘Divisionismo. La rivoluzione della luce’ Castello Visconteo Sforzesco, Piazza Martiri della Libertà 3.

Fino al 5 aprile 2020 da martedì a domenica 10-19.

Biglietti: Intero € 10; ridotto € 8; visitatori dai 6 ai 25 anni e over 65; gruppi composti da almeno 15 persone, soci Tci Touring Club e Fai; giornalisti con tesserino Odg con bollino dell’anno in corso non accreditati dall’ufficio stampa.Soci di altri enti convenzionati muniti di tessera. Ridotto scolaresche € 5. Gruppi di almeno 15 studenti di scuole elementari, medie e superiori accompagnati dai loro insegnanti. Biglietto Open € 11. Data aperta fino alla chiusura della mostra (valido a partire dal giorno successivo alla data di acquisto). Promozione Famiglia. Adulti € 8 (max 2 adulti);ragazzi dai 6 ai 17 anni € 5. Gratuito; Minori di 6 anni. Disabili muniti di certificazione. Guide turistiche abilitate con tesserino di riconoscimento. Giornalisti accreditati dall’Ufficio stampa. Insegnanti accompagnatori di gruppi composti da almeno 15 studenti. Soci di “Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta”, “Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta”, “Abbonamento Musei Formula Extra”.

ATL della Provincia di Novara. Tel. 0321.394059

info@turismonovara.it

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