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Libriamo

MISTERI A UFO

DEDO ROSSI - 10/01/2020

misteriChe Varese e la sua provincia potessero nascondere dei misteri forse sembra strano e fantasioso. “È un accostamento insolito, che può apparire troppo azzardato a chi è abituato a vedere questa provincia come la terra per eccellenza di genti pratiche e concrete”, così scriveva nel 2008 Giorgio Gandola, direttore del quotidiano “La Provincia”, presentando il libro “I misteri di Varese”, scritto da Michele Gazo con fotografie di Mario Chiodetti.
Il libro era uscito a puntate come supplemento gratuito al quotidiano “La Provincia di Varese”, con il coordinamento editoriale di Massimiliano De Angeli e su progetto grafico di Fotolito 90. Aveva uno scopo di divulgazione popolare, strizzando l’occhio a curiosità spesso fantasiose.
Ricordare questo libro praticamente introvabile, a 12 anni dalla sua pubblicazione rappresenta appunto una curiosità per entrare in modo “leggero” nel nuovo anno con uno sguardo al nostro territorio.
L’autore Michele Gazo, varesino, ha raggiunto negli anni una solida fama di autore di romanzi storici. Finalista al Premio Fiuggi Storia nel 2013 con il suo “Il flagello di Roma” edito da Rizzoli, aveva fatto registrare un buon riscontro di vendite anche con il suo “Mediolanum, la conquista dei Celti” edito da Centuria. Ma è soprattutto con “I Medici, Lorenzo il Magnifico”, per Mondadori, che Gazo ottiene la conferma maggiore, nel 2018: con il suo libro inizia la collaborazione con il mondo televisivo, perché proprio dal suo romanzo storico prende avvio la serie televisiva RAI di grande successo sulla storia del Medici.
Ma è proprio dal testo “I misteri di Varese” pubblicato da “La Provincia” che inizia in un certo senso il successo di Gazo come autore che percorre la storia, romanzandola sì ma insieme rievocandola con competenza e curiosità. Nel testo di cui stiamo parlando Gazo entra, seguendo un ordine alfabetico, all’interno di “misteri” (a volte sarebbe meglio la definizione di curiosità o di leggende, percorrendo i sentieri della storia, della geografia o a volte soltanto delle tradizioni popolari).
La lettura è piacevole, accompagnata da foto di Mario Chiodetti che completano altre immagini storiche e altri documenti d’archivio. Troviamo le leggende nate attorno all’antro di Mitra, presso la Rocca di Angera, per proseguire con l’elenco di alcuni “bombardamenti” di meteoriti di ghiaccio in diverse località del Varesotto (tra cui, ad esempio, nel 1992 diversi blocchi precipitati tra Comerio e Casciago, fino a Villa Toeplitz a Sant’Ambrogio di Varese, dove bombe di ghiaccio colpirono la fontana del belvedere della villa). E non potevano mancare, tra i fenomeni “misteriosi”, i famosi “cerchi nel grano” spesso raccontati dagli appassionati di ufologia. Nel libro vengono riportati, con immagini, i cerchi trovati a Mozzate, a Bolladello di Cairate e a Sesto Calende nel 2006. Altri racconti sono semplici favole legate alle leggende locali, come la storia del “fantasma di Manigunda” al Monastero di Caidate o delle “apparizioni” di immagini femminili nella cascata del Pesegh al Brinzio.
Interessante la ricerca sulle fonti d’acqua “miracolose”, la più conosciuta delle quali è sicuramente la “fontana degli ammalati” in Valganna, nella zona geografica in cui è sorta la Birreria Poretti, a riprova dell’importanza delle acque di questa zona, oppure il “funtanin de l’avucat” monumento nazionale del Campo dei Fiori, sulla strada tra Brinzio e Orino, di cui si favoleggiavano effetti afrodisiaci.
La documentazione sui “Sassi del diavolo”, massi erratici nei pressi di Sesto Calende, oppure le incisioni circolari del complesso di massi di Preja Buia o la vasca dell’antica “sorgente sacra” di Duno sono arricchiti da una serie di immagini fotografiche.
Altri temi del libro: la pecora a cinque zampe del monumento bronzeo a Paolo VI realizzato da Bodini al Sacro Monte (dedicando spazio anche alle fantasiose interpretazioni relative a presunti significati occulti), il “drago” del Museo Baroffio del Sacro Monte, i supposti passaggi segreti del Castello di Belforte a Varese, il ponte sul Vellone ancora esistente sotterrato alla nascita della via Veratti a Varese, i resti della civiltà di Golasecca, la storia del falò di Sant’Antonio e delle tradizione della Gioebia un tempo viva in tutta la provincia, il paliotto leonardesco sempre al Museo Baroffio.
Ma forse il più curioso e documentato, nel libro, è “Il disco volante che cadde su Vergiate”. Viene qui presentato quanto accaduto nel 1933, in data 13 giugno, dove un “oggetto sconosciuto precipitò (o forse addirittura atterrò, nei pressi di Vergiate”, scrive Gazo. Il dossier raccolto da Lissoni e Pinotti nel volume “Gli X-Files del nazifascismo: Mussolini e gli UFO” fa ampio riferimento anche a tutto quanto aveva sollevato a livello politico questa notizia (ne sono testimonianza diverse lettere “riservatissime” intestate “il Senato del Regno” in cui si elencavano le azioni da mettere in atto in caso di schianto al suolo di velivoli non identificati). I telegrammi ufficiali parlavano chiaramente di “aeromobile di natura sconosciuta” atterrato sul suolo italiano e di come fosse indispensabile tenere segreta la notizia. E la notizia che i resti fossero stati ricoverati e conservati in un capannone segreto della Siai Marchetti era circolata a volte con aggiunta di dettagli. Anche il fatto che il capannone della società aeronautica varesina venisse completamente distrutto da un incendio doloso venne letto in chiave “di mistero” dai fautori della presenza di un velivolo sconosciuto che era meglio far sparire. Quanto ci fosse di realmente documentato o quanto di fantasioso è ancora da definire.
Ma è curioso, in fondo, fare quattro passi con la dovuta leggerezza tra i misteri di Varese. Con la dovuta leggerezza, dicevamo.

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