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Politica

REGIONALI/1 VIA EMILIA

GIUSEPPE ADAMOLI - 24/01/2020

Bonaccini e Borgonzoni candidati alla Regione Emilia Romagna

Bonaccini e Borgonzoni candidati alla Regione Emilia Romagna

Si lo so, le votazioni in Emilia Romagna sono importanti anche come test sulla tenuta dei partiti e quindi del governo. Anche quelle in Calabria, seppur di meno. Quindi non ne nego il valore politico e anche il simbolismo, considerata la storia di quella terra tradizionalmente di sinistra.

Ma da convinto autonomista e regionalista mi delude veder giocare la partita di Bologna tutta e solo sull’altare della competizione nazionale. Così si perde di vista l’autenticità del rapporto fra gli elettori e la vera causa del voto che attiene all’Istituzione regionale.

Poi è inutile lamentarsi se i cittadini non conoscono le funzioni delle Regioni. Bonaccini quando è chiamato in Tv vorrebbe parlare di questo ma quasi mai riesce a farlo. I giornalisti dei talk show, “furbissimi” servitori dell’audience, se ne fregano e hanno in mente la politica nazionale, spesso la politica politicante di cui immancabilmente accusano i partiti.

Le Regioni hanno competenze decisive in campi come la sanità, l’urbanistica, il territorio, l’ambiente, la formazione professionale e molto altro. Chi lo sa? E cosa succederebbe se aumentassero le odierne difficoltà delle Autonomie territoriali?

Faccio un solo esempio: Il giorno in cui la sanità passasse nelle mani dei burocrati romani sarebbe un brutto giorno. In realtà il ministero della Sanità potrebbe anche non esistere. Per decidere quali siano i livelli minimi di assistenza e poco altro basterebbe un dipartimento presso la presidenza del Consiglio.

Che sia Salvini, il segretario di quella che fu la Lega di Bossi, a portare avanti questa “romanizzazione” è sorprendente, ma non troppo. Ormai il suo è diventato un partito nazionalista e sovranista che ha il centralismo come fulcro portante. Va in Emilia tutti i giorni fino al voto e cancella totalmente la sua candidata alla presidenza la quale accumula gaffe e dimostra di essere totalmente impreparata.

Salvini ha le sue fortissime utilità personali e di partito. Ma che le forze del governo lo seguano quasi interrompendo le attività in attesa di quel voto mi appare avventato e fuorviante. Non si rendono conto che in questo modo assecondano il disegno della destra che è solo quello di ritornare al governo dopo l’auto affondamento salviniano di agosto?

Gli esempi di questo deriva sono tanti: la discussione sulla prescrizione: rinviata. Il cosiddetto crono-programma fissato per gennaio: rinviato. La decisione di mandare o no Salvini a processo per il caso della nave Gregoretti: oggetto di incomprensibili manovre dilatorie. Figuriamoci se non so che la politica nazionale è condizionata dalle tornate elettorali delle grandi città e delle Regioni. Ma ci deve pur essere un limite costituzionale e di normale buon senso.

Non accetto questo modo di fare politica ma devo prenderne atto. E allora è chiaro che tifo per Bonaccini il quale ha un’idea di Regione che condivido ed è stato un ottimo presidente. Con il fiato sospeso per l’Emilia e la Calabria, sarà più difficile dire che il governo andrà avanti indipendentemente dai risultati. Eppure è certo che dev’essere così finché ci sarà la fiducia del Parlamento.

Ma la maggioranza abbandoni la paura, elabori un progetto, smetta di litigare, non dia colpe all’Emilia Romagna (e alla Calabria) ma solo a sé stessa se non ce la farà. E al quel punto, sventuratamente, tolga il disturbo.

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