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Quella volta che

MEMORIE DI SHOW

MAURO DELLA PORTA RAFFO E MASSIMO LODI - 24/01/2020

quiz-Caro Mauro, quella volta che…

“Caro Massimo, quella volta che mi chiamarono per una popolare trasmissione tv di Raiuno”.

-Titolo?

“Quiz show, anno 2000”

-Il preserale condotto da Amadeus…

“Che peraltro mai conobbi, così come il resto dello staff ad eccezione del produttore Luca Josi. Era stato lui a contattarmi, con lui tenevo i rapporti”.

-Contattarti perché?

“Avevano bisogno d’un esperto che controllasse se le domande fossero corrette, e se fosse giusta una delle quattro opzioni di risposta”.

-Come mai la scelta cadde su di te?

“Dal ’96 curavo sul Foglio di Giuliano Ferrara la rubrica Pignolerie, e poi avevo fatto qualcosa d’analogo per Panorama, quando Ferrara vi traslocò. Dunque sembrò naturale rivolgersi a un dichiarato cacciatore d’errori. Errori di sostanza: svarioni storici, politici, economici, culturali eccetera”.

-Com’era congegnato il quiz?

“In genere la risposta da azzeccare si segnalava per l’improbabilità delle altre. Se il concorrente era attento, e dotato d’un minimo di cognizioni, riusciva ad andare avanti. Il che era funzionale ai buoni risultati d’ascolto: se chi gareggia non vince mai, il pubblico si annoia. E cambia canale”.

-Dunque lavoro di controllo certosino…

“Non solo. A volte capitava che proponessi io qualche domanda con relativa risposta. E mi divertivo molto”.

-Aumentando il tasso di difficoltà?

“Sollecitando il rialzo dell’attenzione. A volte la soglia scende, e da qui viene lo sbaglio”.

-Facciamo un esempio…

“Ecco: nel settembre 1911 dove si trovava la Gioconda, capolavoro leonardesco? Parigi, Roma, Londra o Firenze?”.

-Butto lì: Parigi.

“Eh no. Nel settembre 1911 un critico d’arte fiorentino scrisse sulla rivista ‘L’illustrazione italiana’ d’esser disponibile a investire su un’opera di valore. Gli rispose tale Leonard proponendogli la Gioconda. Il critico, incredulo, accettò di ricevere il tizio. Ma avvisò la polizia, presagendo la truffa. Invece, quando sotto gli occhi ebbe il quadro, fu certo che si trattava della Gioconda. A portargliela era stato proprio il Peruggia, lì per lì arrestato”.

-Un altro esempio di domanda-risposta?

“Questa, che mi fu contestata dagli autori del programma. Era formulata così. Domanda: quando Elisabetta II diventò regina d’Inghilterra? Risposta: il 6 febbraio 1952. Mi chiamarono da Roma mentre stavo andando al cinema, qui a Varese, con Vittore Frattini: ti sei sbagliato. Sostenevano che Elisabetta era diventata regina il 2 giugno ’53, che invece è la data dell’incoronazione. Mentre l’altra è quella che segna la morte di Giorgio VI, padre di Elisabetta, e dunque l’automatico passaggio di ruolo. Si erano sbagliati loro”.

-Al ‘Quiz show’ seguirono altre esperienze?

“Collaborai alla trasmissione ‘Ritorno al presente’, condotta nel 2005 da Carlo Conti. Era una sorta di Grande Fratello, ambientato nei luoghi della storia. A me toccava fornire le informazioni per la ricostruzione degli scenari, la caratterizzazione dei personaggi eccetera. Ma il programma non decollò”.

-Ci furono altre esperienze con la Rai?

“Una particolarmente curiosa: la partecipazione a ‘È la stampa, bellezza’ di Onofrio Pirrotta, bravissimo conduttore. Facevo anche lì il Gran pignolo, segnalando gli svarioni televisivi. Andò bene, ci divertimmo un mondo”.

-Ti diverti ancora oggi, nei dibattiti sulle elezioni americane…

“Sugli Stati Uniti so tutto. E lo sa chi mi chiama perché io lo faccia sapere a tutti”.

-Sei più americano degli americani, pur non essendo mai andato in America…

“È lo stampo, bellezza. Il mio stampo”.

 

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