Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cultura

INCONTRO CON AVICENNA

LIVIO GHIRINGHELLI - 14/02/2020

avicennaL’incontro della cultura medioevale con l’aristotelismo avvenne grazie alla mediazione araba. La conoscenza di Aristotele presso i latini intervenne nella forma già ricevuta da Avicenna verso la metà del XII secolo, mentre ella seconda metà del XIII si sarebbe diffusa grazie all’interpretazione autentica di Averroè.

Gli arabi l’avevano ereditata dalle scuole cristiane siriache e mesopotamiche, essendo la visione siriaca profondamente influenzata da motivi neoplatonici (Plotino, Proclo). Ib Sina (Avicenna, 980-1037), scienziato e filosofo persiano, medico famoso oltre che scrittore di mistica e poesia, molto attivo anche nel campo politico, nel suo Canone (grande enciclopedia in cinque libri) si rifà ai principi medici di Ippocrate e Galeno, coordinati colle teorie biologiche di Aristotele.

Il libro della guarigione (As Sifa) costituisce una enciclopedia filosofica dell’aristotelismo, articolata in quattro parti : logica, fisica, matematica, metafisica.

Mentre per Aristotele la metafisica si presenta come studio dell’essere in quanto essere e ne riceviamo normalmente il concetto dall’esperienza sensibile esterna, per Avicenna è il primo concetto che l’intelletto afferra e l’anima può giungervi pure tramite l’originaria coscienza di sé, indipendentemente da ogni riferimento al corpo.

 Particolare importanza acquisisce in Avicenna la distinzione tra essenza ed esistenza: l’essenza è ciò che una cosa è, l’esistenza ciò per cui una cosa è. Essere significa la sostanza di una cosa nel suo contenuto d’essere, l’essenza e insieme ciò che fa sì che sia una realtà effettiva (esistenza). L’essenza si identifica con la sostanza, laddove l’esistenza risulta qualcosa di accidentale, che si aggiunge alla sostanza senza modificarla. Possiamo sapere cosa una cosa è, anche senza sapere se essa esista.

C’è una assoluta dipendenza delle creature da Dio, non solo in riferimento al moto (Aristotele), ma anche quanto all’esistere. In Dio essenza ed esistenza si identificano. Ogni altro essere è di per sé solo possibile, in quanto la sua essenza non implica in sé l’esistenza. Possibile, contingente è quell’essere che può esistere e non esistere Se possiede l’esistenza è perché l’ha ricevuta dall’essere necessario, cioè da Dio.

Nel mondo greco manca il concetto di creazione. Dio, in quanto essere necessario, crea in eterno tutto ciò che da lui deriva (intelligenze e sfere celesti), ma gli esseri del mondo terrestre, puramente possibili, nascono e muoiono e non sono creati necessariamente. La realtà quindi si presenta come un processo emanativo da Dio e comprende le sottostanti intelligenze celesti secondo una rigida concatenazione causale.

La decima e ultima intelligenza (Dator formarum) è principio delle anime umane e del mondo sublunare, oltre che intelletto agente dell’umanità. Questo intelletto, di cui già parlava Aristotele, è una sostanza separata dai singoli individui ed unica per tutti, mentre l’intelletto passivo è proprio di ogni singolo uomo, elabora i dati sensibili e riceve le nozioni presenti nell’intelletto agente.

L’anima umana è solo un frammento di intelligenza e in quanto dotata di immortalità aspira a ricongiungersi al sommo bene.

Avicenna supera il pericolo di panteismo insito nella concezione neoplatonica, ma la creazione necessaria ed eterna delle cose da parte divina mal si concilia con la teologia del Corano e col Cristianesimo.

Nel Compendio di scienza, scritto in persiano, pone al primo posto logica e metafisica. In Direttive e rilievi è accentuato il valore della conoscenza come gnosi e nella partizione della materia la mistica sostituisce la matematica.

Avicenna si pose in contrasto coi teologi ortodossi in ragione del rigoroso emanatismo, dell’eternità del mondo e per certe dottrine esoteriche. Suscitò la reazione di un mistico, Al Gazali (1058-1111), sostenitore ortodosso di una creazione del mondo nel tempo e dal nulla e della libertà divina e sua causalità universale e immediata. Rispetto alla concezione negativa di Averroè sono di rilievo in Avicenna l’immortalità personale dell’anima umana e la dottrina delle sanzioni ultraterrene.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login