Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Noterelle

VIRUS/3 IL DUBBIO

EMILIO CORBETTA - 28/02/2020

La “peste nera” da palazzo Sclafani a Palermo

La “peste nera” da palazzo Sclafani a Palermo

Pur cercando di essere pragmatici, con i piedi ben piantati a terra, senza cadere nell’emotività dobbiamo osservare e ben studiare questo fenomeno del coronavirus. 

All’Ospedale Spallanzani hanno tenuto la coppia di cinesi in rianimazione per molti giorni con un conseguente grande sforzo economico e di fatica sanitaria. Il fine è cercare di salvare vite umane, ma non solo quelle dei due sventurati ma di molti altri futuri pazienti, perché dalla sofferenza dei due sono nati studi, esperienze, dubbi, certezze, ipotesi terapeutiche che potrebbero in futuro essere utilizzate se la situazione peggiorerà. Qui velocemente è stato anche isolato il virus da tre ricercatrici e questo fa progredire gli studi.

Il discorso è da ampliare a tutti i centri che stanno affrontando questa realtà in modo razionale. Nelle pubblicazioni scientifiche si cerca di svelare sempre meglio la natura di questo virus, permettendo lo scambio di risultati di esperimenti eseguiti, di tentativi di terapia, di innovazioni per dominare questa patologia. Sappiamo tutti qual è l’ideale per vincerla: il vaccino, ma questo richiede molto tempo per essere preparato mentre l’urgenza è impellente. I corona virus hanno due tipi di molecole proteiche di superficie con le quali attaccano le nostre cellule, ma queste molecole hanno numerose combinazioni nella loro tipologia per cui un vaccino contro un coronavirus non può essere utile contro un altro, anche se molto simile.

Le misure igieniche messe in atto sembravano riuscire a controllare e frenare la diffusione della patologia, ma le comunicazioni che ci vengono date mostrano che il contagio si sta ampliando per cui maggiori e scomode sono le misure igieniche che dobbiamo mettere in atto. Le preoccupazioni sono rivolte a persone portatrici di altre patologie croniche che potrebbero scompensare, fenomeno già presente nel caso di influenze banali.

L’area della nostra regione colpita è quella del lodigiano dove una decina di comuni resteranno isolati fin quando le statistiche permetteranno di poter dichiarare superata la diffusione. Veramente pesanti i sacrifici che gli abitanti di questi paesi dovranno subire, anche perché difficile trovare il portatore zero (presumibilmente portatore sano) che ha infettato il giovane atletico iperattivo portatore uno. Ma perché la Lombardia è più colpita? Si può ipotizzare la presenza dei numerosi aeroporti che favoriscono l’avvento di persone da aree in crisi. Pare che i due cinesi dello Spallanzani siano giunti a Malpensa e poi in treno a Roma.

Se è impegnativa da noi la battaglia igienica da fare, più drammatica è la situazione delle grandi città del terzo mondo generalmente caratterizzate da un centro modernissimo mentre appena fuori le periferie sono formate da conglomerati di baracche aperte su stradine sterrate, con spesso al centro rigagnoli fognari a cielo aperto, e intensamente abitate. Facile pensare alle città dell’India e dell’Africa.

Purtroppo, già al Cairo, città di più di 15 milioni d’abitanti, sarebbero comparse vittime. La situazione abitativa qui è forse un poco migliore rispetto ad altre città ma problemi difficili da superare ci sono. Più drammatica la situazione degli immensi campi dei profughi dove ci sono fatiscenti tende e nemmeno le baracche. Impossibili le norme igieniche e la possibilità di terapie. Il dramma è che le popolazioni povere e in grande sofferenza appaiono più esposte al pericolo di questo virus, ma già sono minacciate da altre patologie. Ai nostri occhi balza la figura della bimba morta di freddo e di fame qualche settimana fa.

Studiando le pandemie del passato (studio doveroso per comprendere come difenderci oggi) si ha la conferma che il contagio più aggressivo è quello che interessa le vie aeree, come fu per la Spagnola (a Torino al culmine della diffusione dell’epidemia arrivarono a contare 400 morti dal giorno) e l’Asiatica che invece in certe Regioni fu dominata grazie ai vaccini. La MERS e la SARS (anche qui corona virus) sono state ben dominate: potrebbero ricomparire ma possiamo controllarle. L’Ebola si restringe da sola per via della sua aggressività, ma in Africa sembra restare allo stato endemico. Più facile (per modo di dire) difenderci dalle forme batteriche sempre che non facciano la loro comparsa germi resistenti agli antibiotici. Una curiosità: la peste bubbonica che ha un agente microbico trasmesso dalle pulci, che per secoli ha martoriato l’umanità, ogni tanto ricompare anche ai nostri giorni in certe Regioni (si parla di circa 1000 morti all’anno): un niente se confrontati con i milioni di morti dei secoli passati.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login