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Ambiente

UNA QUESTIONE DI CEDRI

ARTURO BORTOLUZZI - 28/02/2020

Piante abbattute a Varese

Piante abbattute a Varese

Non riesco proprio a comprendere in che modo sia organizzato il servizio posta e soprattutto quello di posta certificata all’interno del Comune di Varese.

A proposito dei cedri vincolati nell’ex parco Prevosti di viale Borri a Varese che giacciono pericolanti dal 2011, dopo che il Comune aveva consentito la costruzione di un sovrabbondante edificio che li aveva compromessi, l’Associazione Amici della Terra Varese si era data subito da fare. Aveva quindi voluto contattare l’allora sindaco Fontana che, di concerto con l’assessore all’ecologia, aveva costituito una commissione, della quale facevano parte i rappresentanti di tutte le associazioni ambientaliste presenti in città con il responsabile dell’ufficio alberi del Comune. Il dottor Daniele Zanzi aveva partecipato all’incontro, quale esperto agronomo indicato dalle associazioni stesse.

Questa commissione aveva convenuto di far piantare una nuova tipologia di alberi al posto di quelli crollati. Aveva individuato segni di un presunto non ossequio alla conservazione degli alberi crollati vincolati, e di ciò era stato redatto un verbale da parte del comune di Varese e consegnato in bozza alle dette associazioni ambientaliste tra cui Amici della Terra Varese.

Pur avendo la stessa effettuato dei correttivi a questa bozza, della stessa non si è saputo più niente. Nemmeno sono state piantate le alberature che si erano proposte. Ho letto del fallimento della Società dei costruttori del condominio e della sua vendita giudiziale, ma di ciò non siamo stati mai ufficialmente informati.

Dopo l’elezione dell’attuale amministrazione comunale, ho scritto al vicesindaco, che altri non era che proprio il Dottor Daniele Zanzi di cui ho scritto sopra. Questi non ci ha risposto. Ho saputo ora (grazie all’Associazione Verdi ambiente società Varese) che proprio della condizione di questi alberi si è interessata la Commissione paesaggio del comune di Varese, alla quale incredibilmente non sono state fornite le numerose lettere da me inviate. Questa ha nominato un perito agronomo che ha fatto una propria indagine (indicando albero per l’albero le iniziative da farsi) seguita da precisa relazione che si conclude come in appresso: “In conclusione si ricorda che quanto affermato in merito alla stabilità delle piante oggetto della presente relazione è da ritenersi corretto, salvo il verificarsi di condizioni che vadano ad alterare profondamente le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e anemometriche delle piante (potature eseguite con tecniche errate, lesioni meccaniche, abbattimenti errati di piante nelle immediate vicinanze di quelle da preservare) o le caratteristiche del sito d’impianto (scavi nella zona esplorata dall’apparato radiale, posa di pavimentazioni, passaggio di mezzi pesanti e compattamento del terreno, variazioni del piano di campagna), o il verificarsi di eventi meteorologici che rivestano il carattere di eccezionalità”.

“È necessario precisare – si dice ancora – che tutti gli alberi conservano inevitabilmente una certa dose di propensione al cedimento e quini di pericolosità, poiché in arboricoltura non è possibile individuare ogni e qualsiasi condizione che potrebbe portare al cedimento totale o parziale di un albero, in quanto gli alberi sono organismi viventi che possono cadere in numerosi modi, alcuni non ancora pienamente compresi. Inoltre, l’apparato radicale sviluppandosi all’interno del terreno non è osservabile se non in particolari situazioni e con tecniche appropriate. Nella gestione degli alberi l’obiettivo è ridurre il rischio derivante da un possibile cedimento in quanto non è mai possibile eliminarlo completamente”.

Ho scritto quindi subito al sindaco del Comune, dispiacendomi di come fosse stata trattata Amici della Terra Varese in questa circostanza e soprattutto di come in dieci anni i cittadini di Varese che abitano in viale Borri (e che si stanno proprio rivolti all’associazione) manchino, nelle calde estati varesine, di alberature nuove grazie alle quali potersi rinfrescare.

Gli ho fatto presente come non intenda per nulla accettare che radici di alberi vincolati, come erano proprio quelle dei cedri avanti l’Esselunga di poco sopra l’ingresso dell’ospedale di Varese, possano venire compromesse con la costruzione di edifici di volumetria non adeguata.

Che cosa è possibile fare ora? Devo accettare che viale Borri abbia insufficienti alberature nella sua parte iniziale di cui scrivo? Devo accettare che un parco storico possa essere compromesso con la costruzione di edifici di volume sproporzionato? Devo accettare che le radici di alberi vincolati possano venire tagliate con il tacito benestare del comune di Varese? Devo accettare che nessun albero sia stato piantato in sostituzione degli alberi caduti?

Devo accettare che tutte le violazioni di legge a protezione degli alberi vincolati si siano ormai prescritte? Devo accettare che in Comune sia mancata un’indagine per potere stabilire le esatte colpe di ciascun funzionario ovvero amministratore per la distruzione scellerata di un parco storico della città giardino?

A tutte queste domande cerco di rispondere negativamente e farò quanto possibile da parte di Amici della Terra Varese perché possa essere risolta la questione di cui scrivo e che da troppi anni giace non conclusa.

La Commissione paesaggio ha deciso di convocare una riunione già questa settimana. Non sono ancora stato avvisato di ciò. Attendo, però, di esserlo. Informerò, allora, delle decisioni che verranno assunte.

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