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Apologie Paradossali

VINCERÀ LA GIOIA

COSTANTE PORTATADINO - 06/03/2020

gioia(C) Niente partite di calcio e niente messe, né piacere né dovere

Niente carnevale e niente ceneri, la vita si è appiattita

Né baci, né strette di mano, castità forzosa e amicizia da remoto

Discoteche aperte dalle 9 alle 18, la notte s’è rovesciata

Scuola da remoto, gli alunni interrogano i prof …

(O) Hai voglia di scherzare in un momento come questo? Non solo la grande epidemia, ma nel nostro piccolo, nel gruppetto di amici, sia di RMF, sia di CL, la perdita di un caro compagno come GP!

(C) Non scherzo affatto, contemplo la mia personale disfatta di paradossalista. Non solo la realtà supera la fantasia dello scrittore, ma fanno altrettanto le categorie umane meno indicate a questo scopo: i politici e gli scienziati. Abolito il carnevale, inventate le maschere da quaresima. Stanno ancora studiando come insegnarci a lavarci le mani e noi imparando (faticosamente) a non metterci le dita in bocca e nel naso. E per insegnarcelo, loro chiudono gli asili e le scuole d’infanzia invece di rimandarci lì tutti quanti! Tossire e starnutire nella piega del gomito, e chi lo alza già troppo spesso? Già io mi ero fatto un dogma ‘non soffocare gli starnuti nel fazzoletto’, da quando un amico aveva avuto un problema cerebrale a causa, pare, di uno starnuto represso che gli avrebbe causato il disseccamento temporaneo della carotide. Nessuno più felice di me dell’abolizione, purtroppo parziale, del galateo.

(S) Mi stai diventando anche tu un po’ nichilista? Non sei d’accordo che questa prova magari ci costerà denaro, percentuali di PIL e punti di spread, tasse e un numero imprevedibile di lutti, ma potrebbe essere l’occasione di una ripresa di serietà, di un recupero di valori per tutto il paese o almeno per la parte più sana? E magari una lezione per i giovani e i giovanissimi, già abituati a pensare che tutto deve andare bene e se non va, la colpa è di qualcuno che ha ordito un complotto.

(C) Mi spiace molto dirti che se anche tu hai frainteso tanto il mio discorso sul nichilismo, valgo proprio poco come divulgatore. Sono costretto a ripetere la frase sintetica del filosofo Costantino Esposito: nichilismo passivo, “una debolezza progressiva, una perdita di energia e di spirito che, quasi di soppiatto … è entrata nelle nostre case, nelle nostre credenze religiose, negli ideali politici.”

Quale migliore e più completa esemplificazione della situazione attuale? Non posso e non voglio escludere che da questa prova collettiva possa nascere un bene, per i singoli e la società, sarebbe come porre limiti alla provvidenza. Voglio mettere in evidenza la negatività della cultura dominante attuale. Ci invita a riporre ogni fiducia nella scienza (il futuro vaccino), nella disponibilità di mezzi tecnici (i posti di terapia intensiva), nell’organizzazione per ridurre il contagio, a costo di sacrifici economici, relazionali e famigliari. Non posso evitare di esprimere un giudizio che a qualcuno potrebbe apparire esagerato: le restrizioni imposte alle abitudini di vita quotidiana sono esorbitanti, rispetto alla pochezza dei mezzi di prevenzione messi a disposizione della popolazione. Praticamente solo il consiglio di lavarsi le mani. Per fare un paragone, in Guinea Francese, durante l’epidemia di ebola, ben più grave come conseguenze sanitarie, le misure restrittive della socialità sono state inferiori (per esempio alla Messa era solo evitato lo scambio della pace) ma si prendeva la temperatura prima di entrare nei luoghi pubblici e sempre negli stessi luoghi si offriva disinfettante a tutti gli avventori.

Da noi, invece, dopo che era prevalso per qualche giorno un panico con risposta “fai-da-te”, che si trattasse di rifornimenti alimentari o farmaceutici, la sanità pubblica ha mostrato più interesse a tutelare la propria funzionalità, a non caricarsi di compiti preventivi, vedi il consiglio di non recarsi né dal medico di base, né al Pronto Soccorso, vedi l’impossibilità pratica di accedere ai servizi d’informazione telefonica. I virologi più illustri hanno litigato per quindici giorni in televisione e spesso hanno cambiato versione, sulla natura e pericolosità dell’epidemia, prima che un matematico ci facesse capire la vera pericolosità del contagio, cioè la sua diffusività esponenziale.

Il cosiddetto ‘Sistema’, dal Presidente del Consiglio, agli scienziati, alla magistratura, ha preteso di difendere se stesso scaricando la colpa, in un primo momento, sui poveri operatori del Pronto Soccorso di Codogno, rei di non aver riconosciuto al primo colpo l’infezione da virus nel ‘paziente 1’. Che lo si chiami Sistema o Potere o X, sembra voler cogliere questa occasione per far capire all’uomo comune che la sua vita dipende meno dalla sua libertà che dalla funzionalità tecnico-organizzativa predisposta dal sistema stesso. L’esito del nichilismo, della decisione del singolo di non voler rapportarsi all’Essere, è quello di far dipendere l’Umano dagli oggetti della tecnica e dal sistema che li mette a disposizione. E tutti ci stiamo adeguando, dai vescovi ai tifosi di calcio, dagli imprenditori ai lavoratori, dai professori agli studenti. Purché ci arrivi poi un risarcimento in denaro sonante.

(S) Forse invece di spiegare meglio, hai complicato ancora di più. Che il sistema sanitario,o quello politico o quello economico finanziario mondiale difendano se stessi, la propria immagine, il proprio potere, i propri interessi (vedi le montagne russe delle borse, qualcuno ci ha sicuramente speculato) non mi meraviglia affatto. Ma mi chiedo che cosa sia possibile fare di diverso, adesso, se non difendersi dal contagio.

(O) Rapportarsi con l’Essere e non dipendere dagli oggetti è sicuramente il desiderio di ogni sognatore, capisco benissimo la critica di Costante al materialismo volgare e al ripiegamento su se stessi che esce fuori nei momenti di difficoltà sociale. Vedo anch’io che si sta dilatando quel ‘nichilismo passivo’ che impone di badare esclusivamente alla sopravvivenza. Suggerisco io il paradosso della settimana: abbiamo di questi tempi più bisogno di allegria che di serietà, di un Carnevale maiuscolo piuttosto che di questa penitenza forzata, semmai abbiamo grande bisogno di una vera Quaresima, con Vie Crucis, predicone alla Savonarola e processioni affollate a fare da contrasto a cinema, teatri e arte varia. Teniamo vivo almeno il desiderio di una rapida ripresa, appena la virtù della prudenza ce lo consentirà. Che si festeggi la Pasqua come una resurrezione anche della nostra vita. Che subito dopo ci si inventi un bel Carnevale. Che riprendano il campionato di calcio e tutti gli altri avvenimenti sportivi, specie quelli dilettantistici. Che si riprenda a lavorare sul serio e a divertirsi, se è concesso dirlo, sul serio.

(C) Giusto! Le cose veramente serie devono avere una componente di gioia. Ti offro una piccola prova: hai citato il funerale di GP. Ebbene, io ho sentito e continuo a sentire più una sua presenza, la ‘traccia che non si cancella’ che si canta nella ‘Sevillanas del Adios’, che non la sua assenza materiale. Poi, al cimitero nel momento della sepoltura, i figli e gli amici che cantavano spirituals, come un allegro ‘Oh when the saints’, hanno creato un momento bello, vero e non triste, di commozione. Sono sicuro che quando ci ritroveremo, con i parenti e gli amici, la gioia e il dolore finalmente si abbracceranno, ma sarà la gioia a prevalere.

(C) Costante (O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi

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