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Parole

SCUOLA/1 NUOVA DIDATTICA

MARGHERITA GIROMINI - 13/03/2020

scuola-onlineLe restrizioni di questi giorni ci mettono di fronte a una situazione nuova che chiama ciascuno a considerare con la dovuta serietà la spiacevole realtà che ci troviamo davanti.

Sono frequenti i momenti in cui si manifesta il disagio di vivere in una città blindata, con le scuole vuote e le aule silenziose; come nei giorni d’estate, ma senza la luce della bella stagione.

Il pensiero va al personale della scuola costretto a lasciare il luogo di lavoro nel bel mezzo di un anno scolastico che ora appare dall’esito incerto.

Meglio non soffermarsi troppo a lungo sul comportamento del personale che ha abbandonato il paese dove prestava servizio con la giustificazione che le lezioni erano sospese. Con animo incredibilmente leggero qualcuno è partito per raggiungere le zone di provenienza, comportandosi come se questo periodo fosse la piacevole parentesi di un’inaspettata vacanza.

Per fortuna ne conosco altri, di dirigenti e di docenti, che stanno mettendo a frutto risorse, competenze, creatività e fantasia per trasmettere ai ragazzi e ai bambini il messaggio che loro, gli adulti di riferimento, mai come ora identificabili nel ruolo di educatori, continuano ad essere “scuola”.

Numerosi collegi docenti e singoli insegnanti stanno sperimentando la didattica a distanza, attraverso piattaforme online, condividendo materiali con i propri studenti presentazioni, filmati, esercizi interattivi.

Lo stesso Ministero ha predisposto straordinarie misure di supporto alle tecnologie per le scuole che non vogliono recidere drasticamente il legame con gli studenti.

L’insegnamento a distanza mostra valore soprattutto nel significato di continuità con il quotidiano: ha lo stesso peso psicologico della scuola in ospedale per i bambini malati, o della scuola in carcere per i reclusi.

La scuola, seconda agenzia educativa della società, mostra di esserci e di essere in movimento con l’impegno richiesto dalla durata dell’emergenza.

La didattica a distanza evidenzia la sua forza di valido strumento didattico; è la dimostrazione che la tecnologia può essere di grande aiuto nella fase di chiusura delle scuole.

Il ricorso alle tecnologie è uno strumento utile nelle mani degli insegnanti: mai come oggi smartphone, cellulari, tablet, computer, piattaforme con tutte le applicazioni esistenti, mostrano le proprie potenzialità.

Anche la TV, criticata per certi programmi di intrattenimento leggero, diventa un mezzo didattico di alto livello quando alle spalle opera un insegnante pronto a suggerire il programma televisivo giusto su cui poter lavorare anche da casa propria.

Qualche esperto ha precisato che l’insegnamento a distanza è uno strumento indispensabile soprattutto in una situazione transitoria ma avvertendo che esso non può rappresentare il futuro dell’educazione.

Siamo consapevoli del peso della relazione educativa che si attiva nell’incontro educativo, che si alimenta nella convivenza dentro lo spazio attrezzato della classe, che contribuisce alla trasmissione della cultura: nell’aula materiale e non virtuale contano ogni gesto e ogni parola.

Comprendiamo le difficoltà di un sistema scolastico caratterizzato da situazioni “a macchia di leopardo”. Sappiamo che c’è un numero eccessivo di scuole non ancora attrezzate sul piano informatico, che ci sono famiglie prive di dispositivi elettronici o di un collegamento ad Internet, a causa della situazione di svantaggio socio-economico di taluni contesti.

Pur tuttavia proviamo ad apprezzare gli aspetti positivi di queste ore difficili: la scuola appare in tutta la sua evidenza un luogo speciale in cui gli insegnanti trasmettono la passione per la conoscenza della realtà; la scuola è e rimane un’agenzia vitale, capace di trasmettere il motivo per cui vale la pena compiere la fatica di studiare.

Per questi motivi è bene che la scuola non chiuda mai, che rimanga aperta per rilanciare la propria presenza.

Quanto sta avvenendo in molte scuole italiane, pur nelle condizioni complesse di questi giorni, è la conferma della vitalità e delle reali risorse del nostro sistema educativo.

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