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Attualità

RESISTENZA PSICOFISICA

MARIO CARLETTI - 27/03/2020

bilanciaNel tempo del corona virus siamo obbligati, per nostro interesse personale, ma soprattutto per interesse civico e collettivo, a cambiare diverse delle nostre abitudini quotidiane. Naturalmente per molti di noi questo risulta fastidioso perché l’uomo è animale abitudinario ma se utilizziamo la corteccia cerebrale, che dagli animali ci distingue, il cambiamento obbligato può diventare occasione di nuovi apprendimenti e di esperienze.

Cerchiamo quindi alla luce di quanto detto di capire come affrontare le restrizioni fisico/motorie di questo periodo.

Primo non nuocere

Quindi bisogna attenersi in modo scrupoloso a ciò che l’autorità riconosciuta ci invita a fare. Le indicazioni possono ovviamente variare nel tempo in base all’evolversi dell’epidemia e bisogna quindi tenersi aggiornati sulle diverse procedure imposte.

Sappiamo per certo che i virus hanno necessità di una cellula per sopravvivere e che questo si trasmette tra gli umani tramite le gocce di saliva, è quindi ovvio che ogni tipo di promiscuità aumenta le occasioni di contagio. Quindi primo dogma lontano dagli altri, lontano da tutti, distanza di sicurezza, elementari norme di igiene personale, prima fra tutte, lavarsi le mani bene e con sapone.

Poiché le strutture sanitarie in questo momento rischiano il tracollo per quanto sta accadendo, è assurdo farsi del male per fare attività.

Quindi regola della precauzione al cubo: non fare alcun tipo di attività che esponga per qualsiasi motivo più facilmente a traumi (bicicletta ad esempio), carichi eccessivi (lesioni muscolari, ossee o articolari) o sovraccarico cardio vascolare. Quindi attività di semplice e puro mantenimento, in situazione di assoluto controllo e a rischio zero.

Ci sono alcune situazioni che ci hanno permesso dal punto di vista fisiologico di capire cosa succede al nostro organismo in caso di forzato riposo o assenza di gravità. Dati importanti sono stati raccolti infatti con le persone allettate per lunghi periodi o con gli astronauti, privati di gravità e moto anche per diversi mesi.

Iniziamo dall’osservazione più elementare ma che tanto ci interessa in questi giorni che è quella del peso corporeo.

Il nostro peso è il frutto di un bilancio calorico, se immettiamo nel nostro organismo un numero di calorie superiore a quelle che consumiamo, il nostro corpo le trasforma in tessuto di deposito (grasso).

Una dieta è detta normo calorica se ci permette di mantenere il peso.

Quindi bilancia, pesarsi per capire se il trend del peso è in aumento o meno. Tutto ciò senza entrare in modo più particolare sulle componenti del nostro organismo (massa magra, massa grassa). Possibilmente nelle stesse condizioni di abbigliamento, di distanza dai pasti, di liquidi ingeriti, attività, svuotamento di vescica e intestino, eccetera. Nelle donne è anche molto importante segnare la pesata rispetto al ciclo mestruale, confrontando quindi periodi simili (ritenzione idrica).

La somma totale delle calorie delle quali abbiamo bisogno è data dal metabolismo basale più quelle legate alle attività che svolgiamo.

Il metabolismo basale è il frutto fondamentalmente dell’attività di ormoni e quindi differisce tra ogni singolo soggetto, anche se dal punto di vista dei generi si può affermare che è più alto nei maschi che nelle femmine e molto più elevato nei giovani che negli anziani.

Quindi la diminuzione di attività si fa sentire sul peso in modo più importante nelle donne mature.

La quantità delle calorie consumate dipende invece dal tipo di attività e dalla durata della stessa. Tutte le attività favoriscono un aumento del consumo di calorie ovviamente alcune più di altre. La stessa attività protratta per più tempo determinerà quindi un consumo calorico maggiore.

Quindi una tantum in questo caso a poco o nulla serve, molto meglio la quotidianità, la costanza, il metodo, la frequenza, la durata, eccetera.

Su quali organi si fa sentire maggiormente il riposo forzato?

Puntiamo la nostra attenzione su ossa, muscoli e apparato cardiovascolare nel suo insieme. È stato provato che la mancanza di gravità così come l’allettamento protratto (comi, lungo degenze, eccetera) influisca in modo importante e negativo sul metabolismo dell’osso.

Negli allettati la maggior parte dei sali minerali che compongono l’osso tendono ad essere depositati nelle ossa del cranio e nel calcagno, favorendo invece una fragilità relativa nelle altre ossa, come hanno dimostrato alcuni astronauti ai primi rientri dopo lunghe assenze di gravità (fratture ossee alla ripresa del carico).

Tutto questo perché per un efficiente e corretto metabolismo del tessuto osseo il carico, tramite un effetto piezoelettrico, favorisce il deposito di calcio e fosforo. Quindi stare eccessivamente seduti o allettati (vale ancora di più per il sesso femminile, esposto più facilmente a osteoporosi) è un fattore molto negativo per l’osso e ne determina una riduzione di resistenza ai carichi, esponendo a fratture.

Quindi, anche se si è costretti in casa, orologio alla mano, bisogna camminare e muoversi qualche ora al giorno.

Quanto sia determinante l’attività fisica per il trofismo muscolare è facile comprenderlo, se osserviamo come cambia un muscolo di un arto ingessato: dopo immobilizzazione di 4 settimane il suo tono è praticamente scomparso.

Quindi se camminare già stimola una parte di muscolatura, fare degli scalini, alzarsi e sedersi sulla sedia, alzarsi in punta di piedi, eccetera è uno stimolo ulteriore. Per gli arti superiori possono essere utilizzati piccoli pesi (bottigliette di acqua minerale, lattine di bibite, eccetera) o parte del peso del proprio corpo (flessioni) per mantenere il tono. Frequenza delle sedute, numero delle ripetizioni del gesto, carico sollevato e velocità di spostamento del carico, sono alcuni dei fattori più importanti nella valutazione del lavoro globale.

Non solo muscoli degli arti ovviamente ma anche di colonna in toto e addominali vanno stimolati, in quanto fondamentali stabilizzatori della nostra postura (prevenzione di protrusioni discali eccetera).

Questi esercizi non vanno mai eseguiti a letto o sul divano ma su di una superficie relativamente rigida come un tappeto posato a terra.

Il tono muscolare è la miglior assicurazione e prevenzione di cadute accidentali e delle loro dannose conseguenze.

L’apparato cardiovascolare beneficia del movimento a 360° gradi dal cuore, pompa a pressione positiva vitale, ai vasi arteriosi, a quelli venosi, al piccolo circolo.

Sull’attività preventiva che ha l’attività fisica nei confronti delle patologie più diffuse al mondo e socialmente costose, ormai ci sono certezze scientifiche condivise.

Infarto, diabete, dislipidemie, sovrappeso, varici venose, arteriopatie tanto per citare le più comuni.

Il problema è la quantità e qualità dell’attività che ha davvero un valore pari ad un farmaco e, come tale, va pesata in modo corretto perché non faccia male. Quindi mai esagerare, soprattutto per coloro che nella loro vita non hanno fatto accertamenti specifici (elettrocardiogramma da sforzo) e siano in un’età o per patologie esistenti soggetti a rischio. Chi invece ha un minimo di esperienza si attenga a quello che ha fatto fino a ieri, rinviando record e prestazioni da…olimpiadi a tempi migliori.

Quindi?? Tanto buon senso e attenzione. Ogni sistema sanitario moderno ha ormai individuato tre obiettivi principali per restare sostenibile, diminuendo la spesa sanitaria globale: smettere di fumare, alimentarsi in modo corretto, fare attività motoria.

Nessuno dei tre costa ma, al contrario, produce un reddito sociale importante che può essere investito per i più fragili. Mai come in questi giorni abbiamo l’opportunità di rendercene conto…

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