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Opinioni

COLLETTIVISMO

ARTURO BORTOLUZZI - 10/04/2020

volontariSiamo invasi dal Coronavirus e immediatamente si è mossa la Protezione Civile a sostegno dei cittadini. Cosa è la Protezione Civile? È una vera e propria macchina complessa che responsabilizza tutti e che coinvolge l’intera comunità.

Con il termine Protezione Civile si intendono tutte le attività poste a tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l’ambiente dai danni e dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi o altri eventi calamitosi causati dall’attività dell’uomo.

La Protezione Civile, quindi, non avrebbe potuto non recitare un ruolo da protagonista in questo particolare momento in cui siamo ostaggio del virus, e non fungere da ancora di salvezza per i cittadini italiani che vogliono fronteggiare questa pandemia.

Non posso non far notare l’importanza crescente che stanno assumendo nella sua struttura le regioni e le amministrazioni locali, l’aumento delle responsabilità e delle competenze affidate al servizio nazionale della protezione civile, l’articolazione dei livelli di decisione e di intervento, la complessità delle esigenze di direzione e coordinamento del sistema ai vari livelli.

Sono convinto che il coronavirus, che pone rischi che non possono essere limitati né spazialmente né temporalmente, ovvero confinati solo entro soggetti che rientrano in categorie particolari, sia in grado di far nascere una coscienza collettiva che, possa condurre la popolazione italiana a smetterla di solo rivendicare. Questa calamità deve condurre i cittadini a fare, a coordinarsi tra loro e a rapportarsi con le istituzioni pubbliche non solo delegando, ma trovando la capacità di essere autonomamente attivi e presenti. Quello che, in questi momenti di angoscia fa molto piacere è sentire non solo di comportamenti eroici di medici e di infermieri ma, anche, di azioni, di tante persone che si rendono in gran numero disponibili a svolgere attività di volontariato ovvero di occuparsi delle persone in difficoltà che stanno intorno a loro per le piccole necessità quotidiane, osservando le norme indicate dai decreti del governo. Un piccolo impegno quotidiano che può fare la differenza nello sforzo comune per non lasciare indietro nessuno.

Cardine del sistema è l’intervento coordinato e congiunto delle strutture statali e regionali, delle amministrazioni locali e della società civile, con responsabilità e competenze diverse ma complementari. L’obiettivo è garantire un’elevata flessibilità operativa e tempestività nell’azione. Concretamente significa che ciascun ente è chiamato a svolgere determinati compiti di previsione, prevenzione dei rischi e gestione dell’emergenza e del post emergenza, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale di protezione civile.

La prima risposta all’emergenza deve essere garantita dalla struttura comunale, l’istituzione qualche basso più vicina ai cittadini e al territorio. Qualora un evento non possa essere fronteggiato con i mezzi a disposizione del comune, allora il sindaco può richiedere l’intervento dei livelli superiori, che si attivano a seconda dell’estensione e intensità dei fenomeni: la provincia, la prefettura, la regione ed infine lo stato, con il dipartimento della protezione civile, la struttura della presidenza del consiglio dei ministri che ha i compiti di indirizzo e coordinamento del servizio nazionale.

Nella situazione attuale la protezione civile svolge un ruolo di massima importanza per la nazione e per far attuare quanto previsto dai decreti legge (ad esempio: mantenimento della distanza) e comunque compie azioni principalmente volte al soccorso e all’assistenza della popolazione interessata dal contagio, al potenziamento dei controlli nei supermercati, presso la posta, presso le banche al fine di evitare pericolosi assembramenti, in continuità con le misure urgenti già adottate dal ministero della salute. Un neo molto importante. La protezione civile deve poter partecipare alla scelta delle azioni da compiere e non deve solo attuare quanto deciso da altri. Come dice Stefano Zamagni su “ vita “ applicando la costituzione (articoli 118 e 2) alla stessa deve essere riconosciuto il compito di intervenire fin dalla fase di progettazione degli interventi e non solo in quella della loro gestione.

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