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Editoriale

I MIGLIORI

MASSIMO LODI - 30/04/2020

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Mario Draghi, Vittorio Colao ed Enrico Letta

Urgenza d’incrociare effetti stabili. Va imponendosi l’obbligo di un governo d’unità nazionale dopo la fase 2. Cioè scordato il picco dell’emergenza, ricevuto il denaro europeo, aggiustata la mira sulla ricostruzione. Avviarla non è impresa alla portata della fragile/confusa maggioranza odierna, con i Cinquestelle spaccati, il Pd ondivago su decisivi snodi economico-sociali, la Chiesa perplessa. Asterisco: l’opinione cattolica non è un qualunque parere, in questo Paese.

Bisognerà andare oltre. Dove e con chi? 1) Dove: verso un esecutivo alla Ciampi (1993) o alla Monti (2012). Situazione drammatica, soluzioni estreme. Un passo indietro della politica, un balzo avanti dei tecnici. Che non vuol dire la sottomissione della prima ai secondi, ma un servizio reso dai secondi alla prima. Pronto soccorso competenza. 2) Con chi: tramite un’alleanza destra-sinistra, l’unica che può far centro. Immaginiamo lo scenario.

Primo. Il ruolo di commander in chief non è per Conte, dato il sostegno al progetto da parte d’uno schieramento diverso dall’attuale. Ma Conte un posto di ministro lo rivendica. Ipotizzabili gli Esteri: ha preso la patente di credibilità internazionale, e lo apprezzano più fuori d’Italia che dentro. Secondo: i Cinquestelle taglieranno l’ala che imbandiera la decrescita felice, dismettendo gl’inadeguati, a cominciare da qualche ministro in carica. Terzo: il Pd sa di poter chiedere maggior voce in capitolo, perché dispone d’una platea più qualificata di predestinati ai dicasteri. Quarto: alla sinistra di Bersani l’accorto prodigarsi di Speranza garantisce un collocamento adeguato.

Quinto: Renzi continua ad avere in tasca la golden share delle sorti di Palazzo Chigi e avverte di volerla far pesare in funzione del cambiamento anziché della continuità. Sesto: Berlusconi sarà del match, vestendo la maglia united colors. È il momento dei “partiti per”, non dei “partiti contro” e lui l’ha fatto capire: spronando a incassare i soldi del Mes, bocciando Salvini intenzionato a sfiduciare Gualtieri, dicendosi pro Europa all’opposto del Capitano, celebrando infine la “solidarietà profonda della nazione” nella circostanza del 25 aprile. Settimo: di fronte a una chiamata nazionale, la Meloni non si ritrarrà. Le conviene stare con gl’inclusivi anziché con gli esclusi, a meno che non voglia monopolizzare l’opposizione, insediandovisi solitaria. Settimo: anche nella Lega (-5.7% in un mese: fonte Ipsos) c’è chi guarda con favore all’accordissimo. È la Lega di Zaia, incoronato leader del futuro Carroccio dalla pragmatica reazione anti-Covid esibita come governatore del Veneto. È la Lega del sempiterno Giorgetti, che spiega da settimane quanto non paghi tenere una linea giacobina sotto l’infuriare della tragedia. È la Lega cui non piace il sovranismo: le preferisce il realismo.

Quanto al reggente della Fantalleanza (Fanta solo hic et nunc) i nomi da scommettere si collocano sul podio nel modo seguente. Gradino d’oro: Mario Draghi, perfetto prosecutore delle epoche Ciampi e Monti. Piace a buona parte della sinistra, piace a trequarti della destra (perfino a Salvini, alla Meloni no). Gradino d’argento: Enrico Letta, cui il Pd deve un risarcimento morale/materiale, che Berlusconi apprezza e del quale han qui e là tessuto gli elogi i leghisti alla Zaia e alla Giorgetti. Gradino di bronzo: Vittorio Colao, messo da Conte a guida della task force per uscire dalla pandemia. Se la fase 2 andrà come si deve, il proposito d’affidargli da primo ministro la fase 3 apparirebbe naturale. Ma Colao, qualora s’arrivasse al dunque, pagherebbe paradossalmente il fatto che a insediarlo al vertice dei Diciassette è stato l’attuale presidente del Consiglio. Meglio un altro.

I giochi dunque sono aperti. Nessuno lo ammette, salvo che nel chiuso dei pour-parler determinanti per il destino a venire. Il futuro prossimo, vedi l’esempio di Renzo Piano pontista miracoliere a Genova, appare chiaro: l’Italia sollecitata a un concorso collettivo d’idee, deve parteciparvi con tutte le sue forze. Con tutti i suoi talenti. Con tutta l’autorevolezza del più affidabile dei timonieri, perché la navigazione incrocerà rotte mutevoli, acque turbolente, scogli improvvisi. Prendiamo insegnamento dall’architetto di mare: non affonderemo, scegliendo i Migliori.

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