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Attualità

LA SCOMMESSA DEL MERCATO

CESARE CHIERICATI - 30/04/2020

Il mercato quando già si trovava in piazza Repubblica

Il mercato quando già si trovava in piazza Repubblica

L’annunciato e deciso trasferimento del mercato da piazzale Kennedy a piazza Repubblica, una sorta di ritorno al futuro vagheggiato e allo stesso tempo temuto da molti, non sarà esattamente una passeggiata di salute per il Comune di Varese. Non potrà esserlo per almeno tre ragioni: 1) di fatto il nuovo mercato mette in fuorigioco, almeno parzialmente, la sistemazione del grande vuoto urbano pensata dall’architetto milanese Mauro Galantino vincitore del concorso indetto per il recupero dell’ex caserma Garibaldi. Infatti, conferma l’assessore ai lavori pubblici Andrea Civati:” il precedente progetto architettonico di spazio pubblico, alla luce delle recenti evoluzioni, è da considerarsi superato” 2) Tutti i gradoni oggi presenti sul coperchio del sottostante multipiano saranno rimossi e sostituiti da una pavimentazione idonea ad ospitare cinque giorni su sette furgoni e bancarelle (183 gli stalli previsti) con i relativi attacchi di acqua ed elettricità 3) “Nella fase uno che dovrebbe prendere il via in autunno – afferma Civati – il mercato verrà trasferito con la conformazione viabilistica attuale”. La carne al fuoco è davvero tanta e il rischio di bruciarsi le dita nell’arrostirla è elevato nonostante le assicurazioni fornite da Palazzo Estense. Cominciamo col dire che il vuoto urbano della piazza cambia destinazione diventando epicentro di commerci e traffici anziché, come ipotizzato e a lungo progettato, luogo di svago, cultura e aggregazione.

L’invasione delle bancarelle, al di là dell’ottimismo frutto di studi teorici realizzati da una società che analizza le viabilità, genererà una rilevante pressione sul traffico dell’intera area già oggi al limite in diversi momenti della giornata. Tenendo conto di questo fatto sarebbe opportuno, come afferma il vicesindaco e leader di Varese 2.0 Daniele Zanzi, cercare di fare luce sul numero di clienti che abitualmente frequentano piazzale Kennedy, sulla loro provenienza, sui mezzi che utilizzano per gli spostamenti. Quantificare sia pure a grandi linee le dimensioni di tale domanda potrebbe risultare molto utile e opportuno per propiziare un avvio morbido della nuova sperimentazione veicolare di piazza Repubblica. Tutti i varesini sanno benissimo che lungo le arterie adiacenti la piazza basta l’arresto di un auto, peggio di un furgone, con le luci a intermittenza attivate per generare caos, code e ulteriore inquinamento, fermo restando che su via Magenta continueranno a confluire le solite valanghe di veicoli sia da Largo Faiano sia da via Medaglie d’oro.

La stessa musica continuerà ad arrivare dall’altro lato del rettangolo, da via Bizzozero con gli impatti ben noti su Bosto. Sarebbe comunque una notevole miopia focalizzarsi in esclusiva sul traffico veicolare senza preoccuparsi di agevolare, con percorsi dedicati, anche la fruizione pedonale e ciclistica del vecchio/nuovo mercato. Lo ha fatto notare l’architetto Beppe Ferrari, gran guru di Ciclocittà, esperto di mobilità dolce proponendo, in provenienza da via Volta l’allargamento del passaggio pedonale, oggi angusto, sul lato destro di via Manzoni. Come potrebbe risultare utile eliminare, sempre nelle due arterie, i pochi parcheggi presenti per facilitare lo scorrimento senza intoppi delle auto.

Questo in attesa del completamento della fase 2 del progetto che prevede una rimodulazione del traffico veicolare con la cancellazione di via Spinelli, l’allargamento di via Pavesi e il relativo sbocco su via Magenta, la nuova uscita dal multipiano su via Bizzozero. In definitiva si va verso una parziale riprogettazione strategica della piazza che sarà curata dagli uffici tecnici comunali con la collaborazione dell’Accademia di Architettura di Mendrisio nell’ambito dell’accordo che porterà l’Archivio del moderno nella ex caserma Garibaldi una volta recuperata. Non vi è dubbio che il trasloco del mercato, la sua nuova organizzazione, la gestione del traffico, le ineludibili correzioni dei percorsi stradali presentano delle indubbie criticità che andranno attentamente soppesate perché la città e il suo attuale governo non possono rischiare un buco nell’acqua. Neppure parziale.

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